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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Anniversario

Acli milanesi,
dopo settant’anni ancora un grande compito

Al culmine di un traguardo raggiunto lo scorso 12 dicembre, le prossime sfide sono sul piano della formazione, dell’attenzione agli ultimi e dell’immigrazione e dell’intercultura

di Paolo PETRACCA Presidente delle Acli Milanesi

20 Dicembre 2015

I settant’anni di storia delle Acli Milanesi, celebrati lo scorso 12 dicembre, sono l’occasione per guardare a un ormai lungo cammino, così come per aprirci a un futuro che sicuramente riserverà nuove sfide. Mi limiterò a citarne tre.

La prima è quella della formazione, associativa e politica insieme. Da sempre le Acli sono un luogo di incubazione di pensiero politico, che nei decenni si è trasformato in assunzione di responsabilità da parte di decine di amministratori locali. Desideriamo proseguire su questa strada, consapevoli di quanto grande sia il bisogno di formazione sociale e politica in un contesto come il nostro, incline al ripiegamento sull’individuo e non di rado al disinteresse per la cosa pubblica.

La seconda è l’attenzione agli ultimi. Ce lo ha ricordato a nome della Chiesa ambrosiana monsignor Luca Bressan; analogamente aveva fatto il 23 maggio scorso papa Francesco a Roma nell’udienza cui hanno partecipato migliaia di aclisti provenienti da tutta l’Italia, individuando nell’attenzione agli ultimi la sintesi e insieme lo sviluppo delle tre fedeltà (alla Chiesa, al mondo del lavoro e ai lavoratori, alla democrazia) che nell’arco dei decenni hanno innervato le molte attività dell’associazione.

La fedeltà agli ultimi è un chiaro passaggio controcorrente rispetto alla “logica di mercato” che invece privilegia lo sguardo dei primi. Senza dimenticare che proprio da qui è nata una delle più grandi intuizioni dell’Europa postbellica: il welfare, capace di redistribuire una parte della ricchezza per promuovere maggiore equità tra le persone. Oggi si parla di ripensamento e razionalizzazione del welfare; va comunque precisato che parlare di welfare non significa parlare solo e tanto di assistenzialismo, ma di un segmento dell’economia tutt’altro che trascurabile anche in chiave di rilancio economico. La via maestra è quella di rafforzare la nostra economia, attraverso politiche attive più incisive sul fronte dell’ampliamento e della qualificazione del nostro sistema produttivo e la creazione di posti di lavoro che per quantità e soprattutto per qualità possano dare nel lungo periodo un aumento consistente della domanda di lavoro.

Infine la fedeltà legata all’immigrazione e all’intercultura. Ne ha parlato ampiamente il cardinale Scola nel recente discorso di Sant’Ambrogio: le persone di origine straniera che giungono nelle nostre città fuggendo da situazioni di guerra e di miseria ci obbligano a ripensare il senso delle nostre relazioni. Ribadire la nostra identità e il meticciato di culture sono le due facce della stessa medaglia, e lo devono essere anche per le Acli: vogliamo costruire Circoli più aperti e capaci di dialogo, portatori di valori tradizionali e al contempo capaci di recepire valori diversi e complementari rispetto ai nostri.

Pensiamo di nuovo alle Acli: offriamo case in proprietà e in affitto, facciamo formazione professionale, accompagniamo gli immigrati nei loro diritti con il patronato, ci occupiamo di pensioni, tasse, promuoviamo cooperative sociali che danno svariati servizi alla persona… Tante attività di un welfare diffuso di cui beneficiano centinaia di migliaia di persone e che può davvero essere considerato una parte non trascurabile dell’economia “sana” dei nostri terrori.

Per questo importante impegno sul territorio abbiamo ricevuto dal sindaco metropolitano Giuliano Pisapia, proprio in occasione del nostro 70°, un attestato con cui il Comune «rende omaggio a una luminosa storia di progresso sociale che ha accompagnato lo sviluppo della città con il sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie e con la promozione di un’economia solidale, attenta ai bisogni dei più deboli».

Faremo di tutto per continuare tale percorso, aggiornando l’associazione e i suoi servizi alle nuove domande e ai nuovi bisogni che via via emergeranno dal nostro territorio.