Con decisione quasi unanime, nei mesi scorsi il Parlamento ha istituito la Giornata nazionale del Dono. Significativa la data scelta: il 4 ottobre che, per il calendario religioso, è anche la Festa liturgica di san Francesco, patrono d’Italia.
Per associazione mentale d’idee, l’accostamento fra questa particolare circostanza ed un concetto di regalo che non sia soltanto consumismo ci ha riportato alla mente un CD dedicato a Giovanni Battista Buonamente (ca. 1595-1642), musicista che lavorò come Maestro di Cappella ad Assisi, e nel quale è protagonista un flauto molto particolare conosciuto come flauto traverso di Assisi in quanto copia da un’importante collezione di strumenti a fiato del Sacro Convento della città umbra.
Il disco si intitola L’è tanto tempo hormai – Sonatas, canzonas and sinfonias (Giovanni Battista Buonamente and the instruments of the Sacro Convento of Assisi – Brilliant Classics 94478, durata 68’, in vendita a Milano presso la Bottega Discantica www.discantica.it 10.50 euro, e sul web su Amazon e iTunes dove se ne possono acquistare anche singoli brani) ed alcuni dei brani che contiene abbiamo avuto la fortuna di poterli ascoltare anche dal vivo in concerto a Milano nella sacrestia monumentale della Basilica di San Marco.
A offrire il proprio respiro al flauto di Assisi, dal bellissimo suono dolce e caldo, Laura Pontecorvo, nell’occasione affiancata dal violino di Olivia Centurioni e dalla tiorba di Evangelina Mascardi.
Ovvero parte dell’Helianthus Ensemble: formazione fondata dalla Pontecorvo proprio per eseguire la musica di Buonamente con una strumentazione centrata sulla collezione di Assisi ed arricchita, in disco, di altri strumenti di questa raccolta come il cornetto e il cornettino, ai quali, oltre a violino e tiorba, si aggiungono viola, dulciana, violoncello, chitarra barocca, clavicembalo e organo.
Un’attenzione duplice, quella di Laura Pontecorvo, ad unire la gradevolezza di bella musica non conosciuta a sufficienza e poco incisa (uno dei precedenti pochissimi dischi dedicati a Buonamente risale a 10 anni fa) ad accurate ricerche storiche. Come quelle che l’hanno indotta a dedicare al tema un anno sabbatico di studi confluiti nel saggio La collezione di strumenti musicali e la prassi strumentale nel Sacro Convento di San Francesco ad Assisi durante il Seicento (pubblicato in Recercare XXIV/1-2 2012).
Venendo ai brani del CD ascoltati anche in concerto, nella Sonata nona sopra Quello è quel loco il Flauto di Assisi dialoga con un violino particolarmente incisivo, mentre la tiorba in sottofondo “borbotta” i suoi bassi. Nella Sonata prima à 2 è ancora il violino a impennarsi dolce mentre in L’è tanto tempo hormai, che dà il titolo al disco, i due strumenti melodici si avviano assieme per poi continuare ad inseguirsi riprendendo vicendevolmente per imitazione le frasi l’uno dell’altro.
Nella Sonata decima Cavalletto zoppo violino e flauto espongono il tema con piglio marziale quindi ancora si intrecciano in diminuzioni vorticose. Infine nella Sonata sesta sopra Ruggiero il tema è proposto dal pizzicato della tiorba alla quale il flauto comincia a rispondere in eco nella prima variazione, imitato dal violino nella successiva, concedendo più oltre alla tiorba una variazione solistica mentre flauto e violino l’accompagnano con note tenute fino al finale danzato tutti assieme.
Sarà forse una considerazione banale, e tuttavia la serenità ed il senso di pace interiore che ci sono donati dall’ascolto di questa musica (materializzati anche nello sguardo di sorridente intesa che le musiciste si scambiano ogni volta che terminano di suonare un brano) suscitano in noi il pensiero che san Francesco, quando ammansiva il lupo di Gubbio o parlava agli uccelli, forse aveva nella voce proprio il suono poi finito in questo flauto.