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Analisi

«Riportare Brera nel cuore di Milano»

A 100 giorni dalla sua nomina a nuovo direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, James Bradburne, illustra il suo progetto per il rilancio di uno dei complessi museali più importanti in Italia.

25 Gennaio 2016

Riportare Brera nel cuore di Milano. E il visitatore al centro di Brera. Una Brera in dialogo con la città e allo stesso tempo proiettata in una prospettiva internazionale. Una visione resa possibile anche grazie all’autonomia che consentirà il sostegno a Brera da parte di nuovi partner privati.

A 100 giorni dalla sua nomina a nuovo direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, James Bradburne, alla presenza di Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha illustrato il suo progetto per il rilancio del complesso che vede al centro il museo che contiene tesori tra i più importanti dell’arte italiana.

“Il mio obiettivo è far sì che i milanesi tornino a innamorarsi di Brera. Se Milano abbraccia la sua Brera, il mondo la segue” afferma il direttore nel comunicare le linee guida di un programma triennale che già nel 2016 vedrà realizzarsi tappe importanti su differenti livelli strategici: cittadino, culturale ed economico.

“La missione di Brera nei prossimi anni deve essere quella di conservare la sua collezione rendendola parte integrante della vita contemporanea, al servizio della più ampia gamma possibile di utenti di tutte le età, nazionalità ed etnie. Le opere saranno utilizzate per stimolare la curiosità, affinare la critica e la percezione, aumentare l’intelligenza visiva. Non dobbiamo banalizzare la cultura, ma rendere consapevole il pubblico di oggi che Mantegna, Caravaggio, Raffaello sono stati artisti perfettamente contemporanei, nel significato più radicale. Come diceva Nelson Goodman, “noi siamo istituzioni per prevenire la cecità”.

Brera “cuore” e “nel cuore” di Milano, significa partire da tre parole chiave: ascolto, accessibilità, accoglienza. “L’idea è quella di creare una “grande Brera” che non sia un’operazione immobiliare ma una visione cittadina” dice il direttore prendendo ispirazione anche dagli scritti di Franco Russoli, il soprintendente che a fine anni 60 immaginava il museo come “arma di cultura attiva, un luogo dove si va per alimentare i propri problemi di conoscenza”.

Una strategia che punta il compasso sul genius loci Brera, la sua identità e dunque si allarga all’intero complesso: Pinacoteca, Biblioteca, Accademia, Osservatorio, Orto Botanico, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Si parte dal cortile napoleonico che diventerà un “cortile delle arti” sul quale si affacciano Accademia e Pinacoteca. Riarredato con cestini, panchine, segnaletica fissa ed elettronica diverrà uno spazio pubblico aperto a tutti, un luogo dove si svolgeranno eventi in funzione di un visitatore che sia “fruitore” della sua Brera.

Per quel che riguarda la Pinacoteca il progetto vedrà il riallestimento di tutte le 38 sale in tre anni.

Un rinnovamento che coinvolge anche la qualità dei servizi. Sempre nella visione strategica di Brera cuore di Milano che vede al centro l’interesse del fruitore, cambio di marcia anche nella politica dei prezzi. Si andrà incontro al pubblico, favorendo una visita frequente alla Pinacoteca grazie a un biglietto intero dal costo di € 10 valido per tre mesi, con il visitatore che diventa amico di Brera temporaneo.

“Nel programma triennale è previsto un riallestimento progressivo di tutta la Pinacoteca, per fare di Brera un museo che parli all’altezza di una collezione di importanza mondiale” dice Bradburne. Valorizzare la collezione significa anche mettere in campo a questo scopo tutti gli strumenti utilizzati di solito per le esposizioni temporanee.

I riallestimenti saranno accompagnati e chiariti da “dialoghi” – della durata di tre mesi – con quadri “ospiti” tra alcuni dipinti della Pinacoteca e opere in prestito, costruiti per attualizzare e approfondire il senso delle opere di Brera.