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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Personaggi

Per un “ritratto” dei padri dell’Europa

Chi sono quei personaggi politici - di ispirazione cattolica, ma non solo - che, con realismo e profonde convinzioni, hanno perseguito il faticoso cammino per avvicinare i popoli e gli Stati del Vecchio continente, per assicurare pace e sviluppo dopo la tragedia della seconda Guerra mondiale.

31 Marzo 2014
Adenauer De Gasperi e Schuman

Il feeling europeistico instauratosi tra personaggi del calibro di De Gasperi, del francese Schuman e del tedesco Adenauer, è stato, tra gli anni ’40 e ’50, uno dei fattori trainanti per la costituzione della Ceca (1951), della Cee (1957), per giungere fino all’Ue (sorta con il Trattato di Maastricht del 1992). Si tratta di cattolici di età, provenienza e formazione culturale differenti, ma che hanno in comune solidi ideali democratici e solidaristici. Accanto ad essi non vanno trascurate altre figure di diversa ispirazione, che pure si sono conquistate un posto in questo particolare "olimpo d’Europa".

Alcide De Gasperi
(Pieve Tesino, Trento, 1881 – Sella di Valsugana, Trento, 1954).
Compiuti gli studi universitari a Vienna, partecipa nel 1904 alla fondazione dell’Unione Politica Popolare del Trentino, di ispirazione cristiana. Diviene membro della Dieta di Innsbruck e deputato al Parlamento di Vienna nel 1911. Dopo la prima guerra mondiale, tornato il Trentino all’Italia, partecipa all’attività del Partito Popolare, collaborando strettamente con don Luigi Sturzo. Nel 1921 è eletto deputato. Segretario del partito durante i mesi dell’Aventino, è poi costretto a dimettersi dall’incarico e subisce un anno di carcere fascista; quindi, dal 1929, lavora presso la Biblioteca vaticana. Durante la guerra collabora alla stesura dei programmi di governo della nascente Democrazia Cristiana, della quale diviene segretario. Rappresenta la Dc nel Comitato di Liberazione Nazionale.
Ministro senza portafoglio nel governo Badoglio, assume la responsabilità degli Esteri nei ministeri Bonomi e Parri. Fra il 1945 e il ’53 è ininterrottamente presidente del Consiglio: guida dapprima una coalizione con tutti i partiti del Cln, poi (maggio 1947) è a capo di Governi centristi. Durante l’"era De Gasperi" l’Italia si dà una Costituzione repubblicana, consolida la democrazia interna e avvia la ricostruzione economica. Attivo sul piano ideale e culturale a favore dell’unità europea sin dai primi anni del dopoguerra, è tra i primi, entusiasti sostenitori della Ceca, Comunità europea del carbone e dell’acciaio.
Nel 1952 chiede, senza successo, che il progetto di una Comunità europea di difesa (Ced) si trasformi in una più ampia istituzione politica. Nello stesso anno gli viene conferito il Premio Carlo Magno per il suo impegno europeista. Nel 1954, pochi mesi prima di morire, ricopre per breve tempo la carica di presidente dell’Assemblea parlamentare della Ceca.

Robert Schuman
(Lussemburgo, 1886 – Scy-Chazelles, Mosella, 1963).
Di famiglia lorenese, prende parte alla prima guerra mondiale nelle truppe tedesche. Al termine del conflitto, diventato cittadino francese, viene eletto deputato per il Partito Democratico Popolare, di ispirazione cristiana. Tra il ’40 e il ’41 è sottosegretario ai rifugiati; nel 1941 viene internato in Germania. Fugge e torna in Francia, quindi prende parte alla Resistenza. Nel 1944 è tra i fondatori del nuovo partito cristiano democratico francese, il Movimento Repubblicano Popolare (MRP).
Nell’immediato dopoguerra ricopre l’incarico di ministro delle Finanze, mentre nel periodo 1947-48 diviene presidente del Consiglio. Guida la Francia ad aderire al piano Marshall e dà un deciso contributo alla riconciliazione con la Germania. Il 9 maggio 1950 presenta la cosiddetta "dichiarazione Schuman", elaborata con il decisivo contributo di Jean Monnet, per l’istituzione di una comunità carbosiderurgica europea (la futura Ceca). Lasciati gli incarichi ministeriali, diventa presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo (1958-1960).

Konrad Adenauer
(Colonia, 1876 – Rhondhorf, 1967).
Aderisce sin da giovane al partito cattolico del Zentrum (Centro). Nel 1917 è eletto borgomastro di Colonia. Dopo l’avvento del nazismo è costretto a ritirarsi dalla vita politica e, nel periodo 1933-44, conosce le prigioni del regime hitleriano. Nel ’45 torna sulla scena politica, partecipando alla fondazione della Cdu, il partito cattolico della Germania occidentale; ne diviene ben presto leader assoluto e presidente fino alla metà degli anni ’60.
Nel 1949 è il primo Cancelliere della neonata Repubblica Federale Tedesca, carica che mantiene fino al 1963. Guida con decisione la ricostruzione economica, operando per il consolidamento interno della democrazia e per il reinserimento della Germania nel novero della comunità internazionale. Fra il ’51 e il ’55 è anche ministro degli Esteri e porta il suo paese ad aderire alla Ceca e alla Comunità economica europea. Sosterrà fino alla fine la necessità di un avvicinamento degli Stati europei occidentali, in chiave anti-sovietica ma anche nella convinzione di una comune radice storica e culturale.

Gli altri "padri" dell’Unione.
Tra le molte figure significative che si potrebbero ricordare accanto a quelle dei tre statisti che si posero alla guida dell’integrazione continentale, andrebbero citati diversi altri due politici di statura europea.
Il primo è Jean Monnet (Cognac, 1888 – Bazoches, Parigi, 1979), economista, uomo d’affari e politico francese. Ispiratore ed estensore della "dichiarazione Schuman", che conduce alla creazione della Ceca, della quale sarà il primo presidente, fonda nel 1955 il Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa.
Altro statista da menzionare è Paul-Henri Spaak (Schaarbeek, 1899 – Bruxelles, 1972), uomo politico belga che si rivela uno dei maggiori promotori dell’unità europea. Tra gli incarichi ricoperti, quelli di presidente dell’Assemblea del Consiglio d’Europa (1949-1951) e dell’Assemblea Ceca (1954-1957).
A un altro italiano spetta un posto speciale nella galleria dei personaggi europeisti: si tratta di Altiero Spinelli (Roma, 1907-1986), comunista, ben presto espulso dal partito per aver criticato la violenza e le "purghe" staliniane, perseguitato dal regime fascista con 16 anni fra carcere e confino. Nel 1941, dal confino di Ventotene, redige assieme a Ernesto Rossi il Manifesto del federalismo europeo. Commissario europeo dal 1970 al 1976, è eletto al Parlamento di Strasburgo nel 1979 e confermato nel 1984. A lui si deve il progetto che conduce, nel 1986, all’Atto unico europeo.
Con Jacques Delors (Parigi, 1925) si passa dalla storia al presente. Cattolico, sindacalista, esponente del Partito socialista francese, guida la Commissione nel periodo cruciale 1985-1994, con il rilancio del percorso di integrazione in una Europa che si allarga a 15 Stati membri. Tra i risultati di questi anni vanno annoverati la firma del Trattato di Maastricht (1992), con il quale nasce l’Unione europea, il Libro bianco su "Competitività, sviluppo e occupazione" (1993), i progressi dell’Unione economica e monetaria che preludono al varo della moneta.