È sempre una sorpresa andare alle radici delle intuizioni che hanno aperto un cammino verso un patrimonio comune. Se, ad esempio, oggi pensiamo all’attenzione della Chiesa al laicato e alla vita matrimoniale, ai suoi slanci e ai suoi problemi, ai cammini pastorali, ai due Sinodi dedicati alla famiglia e alle sue complesse dinamiche, ci troviamo davanti ad un investimento di persone, di pensiero e di strutture davvero notevole. Ma fino a qualche decennio fa non era così, e fu impegno di pionieri e profeti, in Europa come in Italia, tracciare sentieri su cui in tanti, poi, si sono ritrovati.
Uno di loro fu certamente padre Enrico Mauri (1883-1967), sacerdote ambrosiano che fin dal 1922 a Sestri Levante diede vita a una singolare esperienza di accompagnamento vocazionale per giovani aspiranti al sacerdozio e donne (vedove, nubili, spose) raccolti attorno a un’istituzione, denominata Opera Madonnina del Grappa. Questo nome rivela come essa sia germinata dai drammi che padre Mauri seppe accogliere e accompagnare, generati dalla catastrofe umana della Prima guerra mondiale.
Proprio nel cuore di una società inquieta egli trovò i segni di speranza. Infatti accolse e rispose al desiderio di consacrazione di giovani donne, grazie a una sensibilità simile ad altri suoi compagni di strada quali Armida Barelli, don Giovanni Rossi, padre Agostino Gemelli. Dall’ascolto di giovani e vedove, e poi di spose, padre Mauri si accorse della necessità di alimentare un ideale di santità vissuta proprio dentro la vita matrimoniale: essere santi non “nonostante il matrimonio”, ma attraverso il matrimonio.
Come è ben testimoniato nelle sue Catechesi nuziali raccolte nel primo volume dell’Opera omnia (Enrico Mauri, Ascendere insieme al Signore, a cura di Luca Diliberto, Editrice Ave), padre Mauri canta la bellezza delle nozze celebrate in Cristo, ne disegna il ricamo che la grazia del sacramento compie attraverso la sessualità degli sposi, ne traccia la rotta verso cieli aperti. Nello stesso tempo indica agli sposi la faticosa ascesa affinché si sintonizzino reciprocamente nell’incarnare il mistero grande dell’amore nuziale di Cristo per la Chiesa e della Chiesa per Cristo.
Con la fine degli anni Cinquanta, l’istituzione da lui promossa e divenuta Centro di spiritualità cominciò tra i primi ad offrirsi quale luogo di crescita e di confronto per sacerdoti, coppie di sposi e laici di ogni stato di vita. Fu un affluire incessante di giovani credenti, provenienti da ogni diocesi d’Italia, che proprio presso la Madonnina del Grappa sperimentarono la sintesi nel proprio quotidiano tra teologia e spiritualità, dentro una pastorale nella quale il sacramento delle nozze e la famiglia erano destinati ad avere una loro centralità.
Padre Mauri sollecitava le persone perché per lui era un’urgenza incontenibile comunicare la bellezza dell’unione profonda e personale con Dio, formare alla vita apostolica e contemplativa insieme, chiamare tutti alla santità in qualsiasi stato e situazione di vita, suscitare consacrazioni a Dio nel mondo per riconsacrare il mondo a Dio.
Di queste luci risplende il secondo volume dell’Opera Omnia (Enrico Mauri, La penna scorrerebbe senza arresto. Circolari alle Oblate di Cristo Re, pubblicato da poco, a cura di Luca Diliberto, Editrice Ave, 488 pagine, 30 euro). In esso si illuminano reciprocamente temi come l’Eucaristia, la Chiesa, Maria, il sacerdozio, la consacrazione secolare, la donna. È l’universale chiamata alla santità incarnata attraverso una presenza oblativa nel mondo dove si gioca il destino della persona: famiglia, scuola, politica, lavoro, relazioni interpersonali, affettività, sessualità.
Oggi la grande Famiglia di Padre Mauri è costituita dall’Istituto Secolare Oblate di Cristo Re, dal Movimento di spiritualità vedovile Speranza e Vita, dall’Associazione Sposi in Cristo e dall’Associazione Amici della Madonnina. Questa Famiglia attualizza, attraverso la reciprocità degli stati di vita, il carisma dell’amore nuziale e la missione ereditati del Fondatore. E’ numerosa e si estende anche in Rwanda.