“Oltre il confine” sarà questo il filo conduttore del Salone internazionale del libro che si svolgerà a Torino dal 18 al 22 maggio. I media ne hanno dato notizia nei giorni scorsi, presentando il vastissimo programma e senza ignorare lo strappo provocato, ma che non è impossibile ricucire, con l’analoga manifestazione culturale presentata con il titolo “Tempo di libri” che si terrà a Milano dal 19 al 23 aprile.
Ad appassionare non sono le diverse opinioni su due eventi, così vicini nel tempo e nello spazio, quanto la conferma che il libro non è morto, vive anche nella stagione del digitale. In fondo sono sempre le dita dell’uomo che girano le pagine di carta e che premono i tasti dei sofisticati strumenti costruiti con le più avanzate tecnologie. È sempre l’uomo a decidere lungo quale strada incamminarsi per conoscere, per pensare, per dialogare, per raccontare. È sempre l’uomo a sperimentare non solo che l’una strada non esclude l’altra ma che nell’incrociarsi di strade diverse si ravviva la ricerca di senso, di felicità, di futuro.
“Oltre il confine”, come propone il Salone di Torino, e “Tempo di libri”, come auspica la Fiera di Milano, sono due occasioni per una riflessione seria sul perché si scrive e sul perché si legge. Magari perché si scrive molto e perché si legge poco oppure perché si scrive e si legge con linguaggi inediti e anche strani.
Tutte domande che nascono quando la letteratura, come la lettura, sono espressioni di un’umanità pensante, sono espressioni di un’umanità che spinge la sua ricerca di senso oltre i confini del mercato, del calcolo, dell’egoismo, dell’apparenza.
In questo itinerario culturale è significativo che gli stessi media diano il loro apporto andando oltre le polemiche tra due iniziative e sappiano suscitare interesse, curiosità, domande attorno al libro che qualcuno frettolosamente ha definito e definisce “il caro estinto”.
In questa, come in molte precedenti edizioni del Salone del libro e in altre manifestazioni dedicate al pensiero, si è in attesa della risposta dei giovani. Quello delle nuove generazioni è sempre stato un segnale che ha consentito di leggere la loro ricerca di umanità e ha stimolato il desiderio di confrontarsi con le loro attese, le loro preoccupazioni, le loro delusioni.
In realtà il leggere libri cartacei ed elettronici è per ogni generazione, un’occasione anche per leggersi, per lasciarsi leggere e per scrivere poi, non solo con la penna o con i tasti del computer, pagine di vita e di storia: oltre il confine delle parole scontate o superflue.