Probabilmente la Vergine delle rocce di Leonardo non ci sarebbe stata senza il tessuto di associazioni che ha caratterizzato cinque secoli di storia milanese. E forse neppure le vetrate a colori del Duomo di Milano sarebbero state realizzate se non fossero esistite le corporazioni professionali che le hanno finanziate. Ora di queste numerose tradizioni associative una banca dati online ne raccoglie origini, valori e identità storica dagli inizi dell’età moderna fino al Novecento.
L’archivio digitale – fonte preziosa per studiosi, e non, interessati a conoscere la storia di quell’associazionismo caritativo e filantropico che da sempre contraddistingue la città ambrosiana – è stato presentato oggi, venerdì 14 febbraio, durante il seminario: Milano e le sue associazioni. Cinque secoli di storia che interrogano il nostro presente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
La giornata di studio, introdotta dai saluti di Maria Bocci, direttore del Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di scienze del territorio “Mario Romani”, e di Rodolfo Masto, presidente dell’Azienda di servizi alla persona Golgi-Redaelli, è stata anche l’occasione per presentare il volume intitolato Milano e le sue associazioni (Scalpendi, 2014) e per un dibattito sul tema: La memoria storica delle associazioni per la vita civile del nostro tempo, nel corso del quale il professor Lorenzo Ornaghi, già ministro per i Beni e le Attività Culturali, ha dialogato con Giangiacomo Schiavi, giornalista del Corriere della sera.
Il seminario rappresenta la fase conclusiva del progetto finanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando 2009 “Produrre e diffondere nuovi contenuti culturali attraverso archivi storici e beni librari”.
«La vivace, popolosa, intraprendente metropoli del Nord Italia – scrivono nella prefazione del volume Milano e le sue associazioni gli autori Lucia Aiello,Marco Bascapè,Danilo Zardin – avrebbe conosciuto solo una parte limitata della sua crescita vigorosa se non avesse alimentato, fin nelle sue fibre più nascoste, la spinta ad associarsi in una trama complessa e multiforme di relazioni e interdipendenze, ramificate e capillari, che univano tra loro gli individui”. Un tessuto sotterraneo di cui oggi tendiamo a dimenticarci. “Eppure – scrivono ancora gli autori – senza questo universo affollato e brulicante di presenze che chiamavano in causa gli attori più diversi, non sarebbero esistite le corporazioni professionali che hanno finanziato le stupende vetrate a colori del Duomo di Milano. Nessuno, probabilmente, avrebbe commissionato a Leonardo la Vergine delle rocce. La musica, il teatro e il cerimoniale pubblico ne avrebbero altrettanto sofferto. Forse sarebbe finito poveramente il culto rivolto all’immagine miracolosa di Santa Maria presso San Satiro, senza arrivare a chiamare in causa Bramante».
Obiettivo del volume – spiegano gli stessi autori – è restituire, con la maggiore vivacità e ricchezza possibile di informazioni, il profilo generale delle tradizioni associative del mondo milanese e aiutare a fare memoria di una componente cruciale della storia del capoluogo lombardo. In questo contesto s’inserisce anche il progetto di dare vita a un archivio digitale, che offre l’opportunità di consultare online carte storiche fondamentali per indagare la vita e la cultura di Milano nei secoli scorsi.