Il Vangelo di Giovanni è il più studiato nell’ultimo secolo. Nella prima metà del secolo scorso il nuovo metodo dell’analisi critica, letteraria e storica hanno prodotto numerosi risultati, tra cui anche l’affermazione che Giovanni non è l’autore finale del testo che tutti conosciamo. L’affermazione però più problematica è che il testo non è storico, ma è più frutto della fede pasquale che ha guidato la stesura in tutte le pagine già dall’inizio.
Nella seconda metà del secolo scorso, tutti quei risultati apparvero un po’ dispersivi ai nuovi studiosi e le procedure di analisi, di scomposizione del testo non consentivano un senso unitario, così come la possibilità di ricostruire un passato plausibile. I metodi seguiti in questi decenni prendevano l’avvio dall’analisi linguistica sintattica, poi dalla semantica (che rileva i significati di uno scritto), dalla semiotica, con l’analisi intratestuale e relazioni dei ruoli e dall’analisi narrativa. Un filone meno conosciuto ai più è venuto alla ribalta in questi decenni con gli scritti del Gesuita Michel de Certeau, il quale sembra condividere la possibilità di una lettura unitaria e sincronica.
Giovanni 18-19: la passione di Gesù
Nei due capitoli della passione di Giovanni, sono diversi questi passaggi che esaltano le situazioni di un evento: Gv 18,1 Dopo aver detto queste cose: ciò che accadrà nel giardino attende il compiersi nel gesto contradditorio dei soldati di inginocchiarsi: “indietreggiano e caddero a terra”. Lo stesso avviene nel cap. 19: “26 Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava”. Anche qui “l’altro che segue” lo comunicherà il narratore stesso: “27 E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”.
La mia attenzione si è fermata proprio sulla Passione secondo Giovanni. In questi decenni abbiamo preso coscienza che non è più spontaneo professare la fede. E per riprendere a professarla dobbiamo imparare da capo, come un bambino che inizia a parlare. Quegli eventi narrati possono diventare altrettanti eventi per la fede di ciascuno, coinvolto con i propri occhi e con il sentire, con lo stupore di cui è capace, per le domande che si pone e le risposte che si dà e nel discernere cosa può dire e fare e lo dice e lo fa. In questo modo anche noi oggi, come allora, possiamo essere protagonisti di questo evento della passione di Gesù. È così che l’atto di fede ritorna plausibile e praticabile alla scuola del Vangelo di Giovanni.
Omaggio di un Ebook
Così vuol essere la poesia contenuta nell’Ebook: non una traslazione poetica dei capitoli 18-19, ma una poesia, che, dall’innesco generatosi dall’evento della passione di Gesù narrata in Giovanni, parte solo da alcuni versetti, per dire dell’Altro nell’evento, dove, né qui né la, Egli spinge a una scrittura poetica.
I testi di queste poesie sono raccolti in un Ebook, che è possibile scaricare nel sito della Comunità Pastorale di Treviglio al seguente indirizzo: http://comunitapastoraletreviglio.it/2021/03/01/un-testo-di-don-giuseppe/. Potrà accompagnarci in in particolare nella Settimana Santa, quando questa passione sarà proclamata nella liturgia del Venerdì Santo.