Fino al prossimo 30 giugno sarà nuovamente visibile al pubblico, nelle sale della Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei a Milano, l’opera Comunicanda dell’artista Tullio Figini (Milano 1902 – 1971).
Questa scultura in bronzo presenta un soggetto familiare, quasi intimo. Una giovane ragazzina è ritratta nell’età di passaggio: non è più una bambina, ma non è ancora una donna. Da un lato si mostra sinuosa nelle movenze, dall’altro appare ancora acerba nelle fattezze e nelle proporzioni.
Nel modellato della figura l’artista ha voluto rimarcare che è in atto una crescita, una forma che sta per compiersi. Mentre la veste e il corpo a tratti sono solo abbozzati, il viso è invece ben definito, levigato e già pronto a ricevere luce.
Il volto appare assorto, come sospeso: a quell’età ogni desiderio è immaginabile, i sogni possono realizzarsi, ogni scelta è aperta. L’artista ha fissato quel passaggio unico della vita dove tutto è ancora possibile.
Questa apertura sul possibile viene amplificata dal titolo dell’opera: Comunicanda. La giovane si appresta a ricevere la “prima comunione” ovvero la promessa che in un frammento può effettivamente esserci l’infinito e che la vita è fatta per entrare in comunione con ciò che è buono, bello, giusto.
L’artista ha dato corpo all’incanto del già e non ancora. La scultura invita a contemplare quel tempo in cui l’ignara innocenza si affaccia sull’età delle scelte e delle prove che porteranno a quell’unicità che è propria di ogni vita.