“Nel segno della Croce” è una mostra interamente dedicata al tema della Croce, riferimento intimamente religioso e profondamente umano. Un mostra che richiama nel titolo e nella lettura privata di artista l’esposizione svoltasi nel 2010 al Centro San Fedele di Milano dedicata allo scultore giapponese Hidetoshi Nagasawa e dall’omonimo titolo, “Nel segno della Croce”.
Allora per Nagasawa centro del progetto era una grande Croce in marmo bianco di Carrara composta da otto braccia, ciascuna delle quali poggiava da un lato a terra dall’altro tendeva verso l’alto. Era l’interpretazione nella visione di Nagasawa, artista orientale, di un soggetto caro alla spiritualità occidentale, legame tra cielo e terra, unione tra le diverse culture nel mondo.
Oggi l’artista si chiama Giancarlo Cerri, lombardo classe 1938, che dal 29 marzo al 27 aprile presenta alla Galleria d’Arte Contemporanea “V.Guidi” di San Donato (Cascina Roma) un’ampia retrospettiva di opere d’arte sacra, eseguite dal 1965 al 2005, promossa dal Comune di San Donato.
In tutto 55 opere, fra dipinti, disegni, pastelli, carboncini, inchiostri e studi su tela, di medie e grandi dimensioni, il cui tema dominante è la Croce ma, a differenza di Hidetoshi Nagasawa, intesa come simbolo dell’umana sofferenza.
Due i punti di partenza delle riflessione spirituale e umana dei Giancarlo Cerri. Innanzitutto l’immane strage avvenuta negli Stati Uniti l’11 settembre 2001, espressione massima di una speranza di unione religiosa e umana calpestata e rinnegata, che Giancarlo Cerri ricorda nelle opere dal 2001 al 2002. Con il crollo delle Torri Gemelle di New York, scrive Elisabetta Muritti nel testo in catalogo, “Giancarlo Cerri ha sentito il bisogno di spostare da un panorama esterno inguardabile a una visione interiore, al nocciolo sacro che ognuno di noi racchiude nel cuore e nella carne”
Giancarlo Cerri già agli inizi degli anni Novanta aveva affrontato il tema del Sacro con due opere, Deposizione (olio su tela, 1993) e Composizione per una Croce (olio su tavola, 1994). Ma è dall’autunno del 2001 che la Croce è diventata un segno costante pittura di Giancarlo Cerri, “punto d’incontro” tra figurazione e astrazione. Da allora la sacralità della sua arte si gonfia campitura dopo campitura, dipinto dopo dipinto. Nell’artista il senso del Sacro, del della Croce, richiede sempre più un’attenzione estrema, in armonia con la propria crescita pittorica e gli inciampi della vita, giochi macabri alla Ensor, che poco alla volta hanno oscurato gli occhi di Giancarlo Cerri costringendole a fermarsi di fronte alla tela.
Giancarlo Cerri “religioso” cresce parallelamente nel dolore collettivo e privato, ma nel contempo nell’estrema e ineluttabile fede nell’uomo e nell’umanità. Tutto si trasforma in una gestione ben precisa degli spazi e dei colori: rosso, nero e giallo accrescono la definizione stessa delle linee. “La mano è scabra come non mai, cerca il simbolo con forza, si muove scandendo equilibri semplicissimi eppure efficacissimi, sembra manovrata solo dalla sofferenza, dalla pretesa di sentirsi innocente ma non per questo risparmiata da un destino che tutti ci accomuna”, precisa ancora Elisabetta Muritti.
Le opere degli anni dal 2003 al 2005 sono dedicate invece a un’altra immensa tragedia, che riguarda molto più da vicino la nostra terra, il nostro essere cittadini italiani: ovvero le migliaia di persone morte annegate nelle acque dei nostri mari. Componimento tragico di fronte al quale l’essere umano ha una grande responsabilità. Perché qui non ci sono estremismi o fondamentalismi inspiegabili per noi occidentali, e ancor più per noi Italiani, proprio in virtù della centralità della Croce e del suo valore, ma ci siamo solo noi come Cittadini, noi come Stato, noi come Umanità.
La mostra consta inoltre di una sezione di circa 20 fra disegni e studi preparatori su tela, inchiostri, pastelli, carboncini. Anche in questo caso punto focale della sua arte è la Croce, la Crocefissione, e la figura umana, il martire, il redentore, il profeta.
Sono disponibili in galleria il catalogo della mostra (testi di Elisabetta Muritti, Giancarlo Cerri e Veronica Riva) ed il libro di Giancarlo Cerri “La pittura dipinta, le mie quattro stagioni”, un volumetto in cui l’artista racconta, con scritti e immagini di sue opere, la sua storia di pittore.
Sabato 5 aprile alle ore 16 Giancarlo Cerri sarà disponibile ad incontrare il pubblico per spiegare dettagliatamente la mostra in corso.