La prima cosa che ci ha attirato verso la lettura di Alla scoperta delle umane paure. Per vivere con libertà, di Stefano Di Carlo e Luigi Meani (Paoline, 114 pagine, 12 euro) è stata la copertina. Chi di noi, infatti, non ha mai giocato alle “ombre cinesi” da piccolo? Vi ricordate? Le nostre mani proiettavano sul muro cani, cavalli, uccelli in volo, fiori e tanto altro, ma, in fondo, un po’ di paura la provavamo. Le nostre mani avevano il potere di creare ombre molto belle, ma assieme a queste si potevano creare anche mostri inquietanti.
Così abbiamo iniziato a leggere questo agile testo che prende in esame le paure umane, ovvero le paure che appartengono a tutti noi, e che spesso fanno da sottofondo alla nostra vita. La paura di fatto è un’emozione che attiene all’uomo e che ha anche una funzione “difensiva”, è un’emozione che ci mette in allerta, che ci fa vedere il pericolo, insomma ci aiuta a non correre rischi e a difenderci da questi.
Come scrive Stefano Di Carlo, psicologo e psicoterapeuta: «L’incosciente agisce senza analizzare la situazione pericolosa, il coraggioso prende consapevolezza del proprio stato d’animo, analizza razionalmente il dato percettivo che ha di fronte e prende la decisione di affrontarlo gradualmente, stando attento a ogni informazione di ritorno che ne possa indicare o correggere la rotta perseguita…». In sintesi: «Le paure sono naturali, accettandole le rendi innocue» (Osho). Da qui incomincia una carrellata che prende forma dalla nostra quotidianità, dalle varie e numerose paure, anche di quelle che possono portare a vere e proprie patologie.
Con il suo stile sociologico e giornalistico, Luigi Meani si fa interprete del pensiero comune, affrontando domanda dopo domanda i temi-chiave. Nasce così un dialogo snello, capace di offrire spiegazioni chiare, comprensibili, di quelle paure che ci abitano e che, a volte, proprio come le ombre cinesi, prendono campo e invadono buona parte se non tutto il “muro della nostra vita”.
Chiamare con il nome corretto queste paure vuol dire conoscerle, circoscriverle, guardarle in faccia e, perché no?, prendere il coraggio per affrontarle, magari, se serve, anche con l’aiuto di una figura professionale. Perché, ricordiamolo con le parole del libro stesso: «Vivere sotto l’egida della paura significa tralasciare di espandersi…di limitarsi nei sogni, di accontentarsi di svolgere una vita per nulla gratificante».