Sirio 26-29 marzo 2024
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In libreria

Cinque donne raccontano come hanno lottato, e vinto, contro il cancro

Pagine vibranti, dove emergono l’angoscia, la paura della morte, la forza necessaria per affrontare la terapia, l’importanza della vicinanza dei familiari, dei medici e delle infermiere più sensibili.

di Silvio MENGOTTO

4 Gennaio 2012

Viviamo una stagione dove la parola “salute” e “benessere” sembrano magiche, a volte stonate e distanti da una cultura che tace o nega il male, la sofferenza e rimuove il tema della morte. Negli Usa la morte è rimossa al punto tale che esistono onoranze funebri dove truccano il viso del morto al punto che amici e parenti nel vederlo nella bara esclamano «è ancora vivo». Recentemente il cardinale Gianfranco Ravasi, in una conferenza a Milano sul tema della malattia e della sofferenza dice «la malattia non è mai solo una questione biologica, comporta spesso un cambiamento di priorità nella nostra vita, una riflessione – che sia credenti o meno – sui valori che muovono l’essere, in ultimo sul senso stesso della vita».

Questo è stato anche l’itinerario, l’esperienza che Linda, Franca, Maria Bruna, Sonia e Maria Cristina hanno percorso durante la loro malattia, la loro lotta contro il cancro. Le autrici nel libro presentano le loro storie, i loro volti che a un certo punto si incontrano grazie al progetto di scrittura autobiografica, presso l’istituto europeo di oncologia di Milano, proposto e guidato da Natlaia Piana.

«Questa è la storia di un gruppo di donne, fra cui Maria Cristina, Franca, Linda, Maria Bruna, Sonia. Donne belle, forti, curiose; donne mogli, figlie, madri, donne insegnanti, scrittrici, casalinghe, lavoratrici. Donne che sognano, progettano, “danzano la vita”. Donne che un giorno incontrano la malattia, il cancro, e intraprendono un lungo viaggio fatto di angoscia, rabbia, solitudine, sofferenza, paura della morte. Attraverso la parola detta e scritta, sussurrata e condivisa, il gruppo ha intrapreso il viaggio nel ricordo della malattia per attraversarla, rielaborarla, oltrepassarla e aprirsi a nuove percezioni e nuove possibilità».

All’inizio di questa esperienza il gruppo, insieme ad altre donne, si era costituito in «Associazione culturale onlus Le Griots, narratrici di vita» operativa dal 2007 al 2010 mettendo in scena lo spettacolo teatrale E ancora danzo la vita in tutt’Italia e all’estero. L’idea di fondo del libro è quella di narrare «storie che curano» che prendono «in mano la propria storia di dolore, la drammatica scoperta del male, la trafila degli esami e delle cure per combattere il cancro, metterla nero su bianco, raccontarla agli altri, con la speranza di ricominciare a vivere, di regalarsi una “nuova stagione”.

«C’è una cosa – dice Maria Cristina – che ho imparato dalla malattia: bisogna imparare a vivere bene, in modo sano e con la mente serena, accontentandoci ogni giorno di quello che abbiamo e che il “di più”, se si può, ben venga, ma non è necessario». Linda si è stupita «nel considerare quanto tribolato e quanto lungo è stato tutto il cammino. Non mi sembra neppure vero; eppure c’è stato, ed è passato. Sono qui ora, adesso, a testimoniare la gioia di chi può dire: ho vinto il cancro, io, noi, tutti insieme ce l’abbiamo fatta! Sono qui e ancora danzo la vita». 

Se « il parto è un miracolo, – dice Sonia – che non potremo mai spiegare completamente nel suo mistero; il tumore, per alcune di noi, può divenire il miracolo, perché si torna alla vita in modo diverso, rivedendo ciò che siamo stati, il nostro percorso formativo, ciò che pensavamo di aver perduto e che invece era li ad aspettarci». La malattia ha insegnato a valorizzare l’essenziale e ai rapporti umani. Per Franca «Ogni giorno cerco di avere relazioni positive con gli altri, credo che questa sia la cosa veramente importante. E poi, ogni giorno che passa è un giorno regalato! Penso anche che interrogarsi sul “perché” del male sia inutile; piuttosto bisogna fare di tutto per combatterlo». Nell’esperienza del patire emerge anche quella del senso della vita.

«Quell’esperienza dolorosa – dice Maria Bruna – doveva avere un senso, non potevo averla vissuta invano; tornare quella di prima era impossibile e così ho intrapreso un nuovo viaggio, alla scoperta di quel “senso”. E’ una strada sconosciuta, tante volte scomoda, al buio, ma il bisogno di consapevolezza è più forte della paura. E le sorprese non sono mancate: a volte le cose di sempre, anche le più banali, hanno un colore diverso, una luce più intensa, un profumo più prezioso, che oggi respiro con tutta me stessa».

Nell’appendice del libro Bartolomeo Sorge dice: «La testimonianza di donne che “danzano la vita” dopo aver visto in faccia la morte ti coinvolge e, in certo senso, ti trascina a salire sul palco – con i tuoi interrogativi, con i tuoi dolori, con le tue speranze – a danzare con loro. Ecco perché dobbiamo essere grati a queste nostre sorelle. Esse hanno avuto il coraggio e la sapienza di trasformare la loro vicenda dolorosa in un messaggio di amore, di speranza e di gioia».

L. Bernardi, F. Nitti, M. B. Pomarici, S. Scarpante, M. C. Zanari
Nuova stagione. Storie di donne alle prese col cancro
In dialogo, pp. 152, Euro 14.00