A pochi mesi dalla sua pubblicazione, il Dizionario biblico della letteratura italiana (https://www.itl-libri.com/news/dizionario-biblico-della-letteratura-italiana/) ha già acceso interesse: nella mattina di sabato 16 febbraio 2019, la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano è stata la cornice di una tavola rotonda che ha coinvolto rappresentanti del mondo accademico e della cultura.
La Bibbia, un libro per tutti
Alla presenza di un pubblico di oltre 100 partecipanti, l’attore, regista e scrittore Gioele Dix ha ricordato come la Bibbia non sia un testo soltanto per addetti ai lavori. Con la sottile ironia che gli è propria – evidente già dal titolo del suo spettacolo La Bibbia ha (quasi) sempre ragione – Dix ha sottolineato che «il problema di Dio è un problema che riguarda tutti», credenti e atei, letterati e non. Le storie e i racconti della Bibbia costituiscono infatti le basi e le fondamenta della nostra cultura, come il Dizionario ben mette in luce.
Il rapporto dei letterati con la Bibbia si trasforma nei secoli
Ripercorrendo le epoche del Dizionario (e quindi dell’intera letteratura italiana), gli interventi degli accademici Paolo Pellegrini, William Spaggiari e Bruno Pischedda hanno individuato i principali momenti di transizione nel rapportarsi degli intellettuali ai testi biblici. Rispettivamente, il Quattrocento segna lo spartiacque per l’affermazione del ruolo laico dell’intellettuale, prima con l’Umanesimo, poi con la nascita della filologia; i tre secoli centrali (dal XVI al XVIII), con circa 70 voci su un totale di quasi 300, mostrano una ricchezza di generi e approcci alle Scritture fra poeti, drammaturghi, trattatisti, scienziati e “poligrafi”; infine Pischedda riconosce rispetto all’Otto-Novecento uno straordinario addensamento di «apocalissi apocrife», con rimandi in chiave contemporanea all’ultimo libro della Bibbia.
Le tracce scritturali dei non credenti
Dal canto suo Donatella Negri, giornalista, inviata TGR Lombardia, ha rievocato l’esperienza di lettura integrale della Bibbia svoltasi a Roma nel 2008. Il cardinale Gianfranco Ravasi, allora fra gli sponsor della prima ora, aveva precisato agli organizzatori: «Prima che un momento spirituale, si tratta di un momento culturale». I dati di ascolto e di partecipazione diedero infatti prova di una vasta affluenza, non soltanto da parte dei credenti.
A tal proposito, la meraviglia di monsignor Marco Ballarini, ideatore e direttore del progetto del Dizionario biblico della letteratura italiana, sta proprio nel trovare qualche sorpresa in quegli autori dai quali meno ci aspetteremmo riferimenti alle Scritture. Ha ricordato infatti: «La grande letteratura è quella capace di mettere l’uomo davanti a se stesso». E questo apre al rischio di incontrare Dio.
Si tratta in definitiva di un’opera per tutti coloro che insegnano letteratura italiana, importante per acquisire consapevolezza degli echi scritturali che si trovano in ciascun autore. Al tempo stesso il Dizionario può essere impugnato come uno strumento “ludico”, per lasciarsi sorprendere in una continua scoperta di tracce inimmaginate.