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Anniversario

Biblioteca Ambrosiana, da quattro secoli un faro di cultura e civiltà

Fortemente voluta dal cardinale Federico Borromeo, veniva aperta il 7 dicembre del 1609. Il suo patrimonio di libri antichi e di manoscritti è unico al mondo, come spiega il prefetto, mons. Franco Buzzi. Che illustra anche i progetti in corso e le iniziative future.

di Luca FRIGERIO Redazione

27 Novembre 2009
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Quattrocento anni fa, il 7 dicembre del 1609, il cardinal Federico Borromeo inaugurava quella Biblioteca Ambrosiana da lui fortemente voluta «a vantaggio di tutta la Chiesa e principalmente della milanese», come scrisse lo stesso arcivescovo, certo che l’utilità di tale opera sarebbe stata «perpetua, et gloria di Dio grandissima, et cosa tanto cara ancora alle esterne nationi, non solo a Italia». E allargare gli orizzonti culturali della nostra epoca, dialogando con tutti gli uomini di cultura alla ricerca della verità, è ancor oggi la principale missione di questa straordinaria istituzione, come ci conferma l’attuale prefetto, monsignor Franco Buzzi.

Del resto, si dice che l’Ambrosiana sia una delle biblioteche più importanti del mondo…
Sì, dal punto di vista documentario, e soprattutto per quanto riguarda i codici manoscritti, la Biblioteca Ambrosiana rientra certamente tra le prime del mondo, perchè il suo patrimonio è costituito da materiali unici e insostituibili. È possibile quantificare questo patrimonio? Siamo attorno al milione di libri, di cui 850 mila antichi. A questi vanno aggiunti oltre 30 mila manoscritti, 12.500 cinquecentine, 1.200 incunaboli. Certo, ci sono biblioteche che hanno anche 5 milioni di volumi, ma l’Ambrosiana, per quanto riguarda il libro antico, rappresenta davvero qualcosa di unico nel panorama internazionale.

E fra i molti tesori che possiede la Biblioteca Ambrosiana, qual è quello che le sta più a cuore?
Personalmente non mi stanco di ammirare il Virgilio del Petrarca. Si tratta di un codice straordinario, il preziosissimo dono che il papà di Francesco volle fare al figlio in occasione della sua laurea: esso contiene tutte le opere di Virgilio con il commento di Servio, ma, ai margini, troviamo anche le accurate annotazioni fatte dallo stesso Petrarca, che per tutta la vita non volle mai separarsi da questo codice. Tra l’altro è corredato da una bellissima miniatura di Simone Martini, e riporta la notizia della morte di Laura: si tratta dell’unico riferimento a noi noto alla celebre “musa” del poeta…

L’Ambrosiana, tuttavia, non è solo un luogo di “conservazione”, ma anche un laboratorio culturale.
Certamente, e oggi lo è sempre più anche grazie alla nuova organizzazione dell’Accademia Ambrosiana, che prevede sette classi, cioè sette gruppi di ricerca che, quando saranno a regime, coinvolgeranno centinaia di studiosi e di ricercatori di tutto il mondo, coordinati da un consiglio direttivo. Un impegno che corrisponde alla volontà di dialogare con tutti, anche con chi ha un approccio diverso dal nostro. La Biblioteca Ambrosiana, infatti, può essere considerata come il grande ricettacolo di quei documenti attraverso i quali l’umanità ha espresso la sua ricerca della verità. Allo stesso modo, la nostra Pinacoteca è l’emblema del bello: anche attraverso questa via, infatti, si può andare alla ricerca di ciò che è assoluto. Basterebbe osservare il cartone della Scuola di Atene di Raffaello, ad esempio, per rendersene conto, con i grandi filosofi dell’antichità raccolti attorno a Platone e Aristotele, che diventano il simbolo di quel dialogo fra persone competenti e preparate che umilmente accettano di confrontarsi, a partire dai documenti storici, alla ricerca di ciò che è in assoluto bello e vero, e quindi buono.

L’Ambrosiana è dunque un importante luogo di studi. Ma non c’è il rischio che sia percepita come troppo distante dalla gente “normale”?
La nostra volontà è quella di aprirci il più possibile al grande pubblico. E lo facciamo attraverso iniziative anche semplici, concrete, soprattutto rivolte alle scuole. Qui, da noi, ad esempio, gli studenti delle medie inferiori, guidati dal nostro personale, possono imparare come si fa un libro, o conoscere le varie forme di alfabeto e di scrittura, o ancora i diversi supporti che l’uomo ha usato per i suoi scritti, dalla pergamena alla carta. Gli studenti delle superiori, invece, possono vedere “realmente” quei manoscritti, quei testi classici che analizzano nei loro libri di scuola, da Virgilio a Tacito, da Petrarca all’Ariosto, fino al Beccaria. È così, io credo, che i giovani possono sentire questa Biblioteca come qualcosa di vicino a loro e alla loro esperienza.

E il rapporto con la città di Milano, in particolare, com’è?
In questi anni è andato sempre migliorando, anche perchè ci siamo aperti alle istituzioni pubbliche. Una bella occasione per lavorare insieme, ad esempio, si presenta ora proprio con l’Expo del 2015, a cui noi possiamo fornire un supporto culturale. Il progetto legato al Codice Atlantico ne è un esempio: 24 mostre consecutive che permetteranno di mostrare tutte le carte di Leonardo da Vinci; ma anche un’iniziativa multimediale per far conoscere questo straordinario patrimonio anche nelle parrocchie, soprattutto di periferia. Insomma, il nostro obiettivo è quello di portare gente all’Ambrosiana, ma anche di portare l’Ambrosiana alla gente.
Quattrocento anni fa, il 7 dicembre del 1609, il cardinal Federico Borromeo inaugurava quella Biblioteca Ambrosiana da lui fortemente voluta «a vantaggio di tutta la Chiesa e principalmente della milanese», come scrisse lo stesso arcivescovo, certo che l’utilità di tale opera sarebbe stata «perpetua, et gloria di Dio grandissima, et cosa tanto cara ancora alle esterne nationi, non solo a Italia». E allargare gli orizzonti culturali della nostra epoca, dialogando con tutti gli uomini di cultura alla ricerca della verità, è ancor oggi la principale missione di questa straordinaria istituzione, come ci conferma l’attuale prefetto, monsignor Franco Buzzi.Del resto, si dice che l’Ambrosiana sia una delle biblioteche più importanti del mondo…Sì, dal punto di vista documentario, e soprattutto per quanto riguarda i codici manoscritti, la Biblioteca Ambrosiana rientra certamente tra le prime del mondo, perchè il suo patrimonio è costituito da materiali unici e insostituibili. È possibile quantificare questo patrimonio? Siamo attorno al milione di libri, di cui 850 mila antichi. A questi vanno aggiunti oltre 30 mila manoscritti, 12.500 cinquecentine, 1.200 incunaboli. Certo, ci sono biblioteche che hanno anche 5 milioni di volumi, ma l’Ambrosiana, per quanto riguarda il libro antico, rappresenta davvero qualcosa di unico nel panorama internazionale.E fra i molti tesori che possiede la Biblioteca Ambrosiana, qual è quello che le sta più a cuore?Personalmente non mi stanco di ammirare il Virgilio del Petrarca. Si tratta di un codice straordinario, il preziosissimo dono che il papà di Francesco volle fare al figlio in occasione della sua laurea: esso contiene tutte le opere di Virgilio con il commento di Servio, ma, ai margini, troviamo anche le accurate annotazioni fatte dallo stesso Petrarca, che per tutta la vita non volle mai separarsi da questo codice. Tra l’altro è corredato da una bellissima miniatura di Simone Martini, e riporta la notizia della morte di Laura: si tratta dell’unico riferimento a noi noto alla celebre “musa” del poeta…L’Ambrosiana, tuttavia, non è solo un luogo di “conservazione”, ma anche un laboratorio culturale.Certamente, e oggi lo è sempre più anche grazie alla nuova organizzazione dell’Accademia Ambrosiana, che prevede sette classi, cioè sette gruppi di ricerca che, quando saranno a regime, coinvolgeranno centinaia di studiosi e di ricercatori di tutto il mondo, coordinati da un consiglio direttivo. Un impegno che corrisponde alla volontà di dialogare con tutti, anche con chi ha un approccio diverso dal nostro. La Biblioteca Ambrosiana, infatti, può essere considerata come il grande ricettacolo di quei documenti attraverso i quali l’umanità ha espresso la sua ricerca della verità. Allo stesso modo, la nostra Pinacoteca è l’emblema del bello: anche attraverso questa via, infatti, si può andare alla ricerca di ciò che è assoluto. Basterebbe osservare il cartone della Scuola di Atene di Raffaello, ad esempio, per rendersene conto, con i grandi filosofi dell’antichità raccolti attorno a Platone e Aristotele, che diventano il simbolo di quel dialogo fra persone competenti e preparate che umilmente accettano di confrontarsi, a partire dai documenti storici, alla ricerca di ciò che è in assoluto bello e vero, e quindi buono.L’Ambrosiana è dunque un importante luogo di studi. Ma non c’è il rischio che sia percepita come troppo distante dalla gente “normale”?La nostra volontà è quella di aprirci il più possibile al grande pubblico. E lo facciamo attraverso iniziative anche semplici, concrete, soprattutto rivolte alle scuole. Qui, da noi, ad esempio, gli studenti delle medie inferiori, guidati dal nostro personale, possono imparare come si fa un libro, o conoscere le varie forme di alfabeto e di scrittura, o ancora i diversi supporti che l’uomo ha usato per i suoi scritti, dalla pergamena alla carta. Gli studenti delle superiori, invece, possono vedere “realmente” quei manoscritti, quei testi classici che analizzano nei loro libri di scuola, da Virgilio a Tacito, da Petrarca all’Ariosto, fino al Beccaria. È così, io credo, che i giovani possono sentire questa Biblioteca come qualcosa di vicino a loro e alla loro esperienza.E il rapporto con la città di Milano, in particolare, com’è?In questi anni è andato sempre migliorando, anche perchè ci siamo aperti alle istituzioni pubbliche. Una bella occasione per lavorare insieme, ad esempio, si presenta ora proprio con l’Expo del 2015, a cui noi possiamo fornire un supporto culturale. Il progetto legato al Codice Atlantico ne è un esempio: 24 mostre consecutive che permetteranno di mostrare tutte le carte di Leonardo da Vinci; ma anche un’iniziativa multimediale per far conoscere questo straordinario patrimonio anche nelle parrocchie, soprattutto di periferia. Insomma, il nostro obiettivo è quello di portare gente all’Ambrosiana, ma anche di portare l’Ambrosiana alla gente. Per visitare l’Ambrosiana La Biblioteca Ambrosiana si trova a Milano in piazza Pio XI: la Pinacoteca è visitabile da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 19. Per informazioni, tel. 02.806921 www.ambrosiana.eu Apertura con l’Arcivescovo – La solenne apertura delle celebrazioni per il IV Centenario della Biblioteca Ambrosiana è in programma sabato 5 dicembre, alle 18, presso la sede di p.zza Pio XI 2, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi. –