Almanacco liturgico Il Santo del giorno Il Vangelo di oggi Agenda dell'Arcivescovo
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16 aprile

SABATO DELLA SETTIMANA AUTENTICA

16 Aprile 2022

UFFICIO DELLE LETTURE

UFFICIO DELLE LETTURE

Il Sabato santo l’Ufficio delle letture si celebri, per quanto possibile, prima delle Lodi mattutine e con la partecipazione del popolo.

L’Ufficio inizia con la sola acclamazione:

Benedetto il Signore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

INNO
Lotta gloriosa, cruenta vittoria
oggi celebri il canto:
sul Calvario il Signore
immolato trionfa.

L’albero del primo giardino
disseminò la morte;
dall’albero della croce
rifiorisce la vita.

È l’ora, il disegno del Padre
mirabilmente si compie:
ecco il Figlio di Dio
da grembo vergine nasce;

vive con noi, cammina
sulle sordide strade;
docile agnello, sospira
l’altare della croce.

Strazio crudele! Muore
di sete, di insulti, di spasimi;
scorre il sangue e purifica
il mondo contaminato.

oppure:

O tementi dell’ira ventura,
cheti e gravi oggi al tempio moviamo,
come gente che pensi a sventura,
che improvviso s’intese annunziar.
Non s’aspetti di squilla il richiamo;
nol concede il mestissimo rito:
qual di donna che piange il marito,
è la veste del vedovo altar.

Cessan gl’inni e i misteri beati,
tra cui scende, per mistica via,
sotto l’ombra de’ pani mutati,
l’ostia viva di pace e d’amor.
S’ode un carme: l’intento Isaia
proferì questo sacro lamento,
in quel dì che un divino spavento
gli affannava il fatidico cor.

Di chi parli, o Veggente di Giuda?
Chi è costui che, davanti all’Eterno
spunterà come tallo da nuda
terra, lunge da fonte vital?
Questo fiacco pasciuto di scherno
che la faccia si copre d’un velo
come fosse un percosso dal cielo,
il novissimo d’ogni mortal?

Egli è il Giusto che i vili han trafitto,
ma tacente, ma senza tenzone;
egli è il Giusto; e di tutti il delitto
il Signor sul suo capo versò.
Egli è il santo, il predetto Sansone
che morendo francheggia Israele;
che volente alla sposa infedele
la fortissima chioma lasciò.

RESPONSORIO
Gerusalemme, piangi; leva le vesti festive,
indossa il sacco, cospargiti di cenere,
    poiché in te è stato ucciso
    il Salvatore d’Israele.

Fa’ lutto come per un figlio unico,
lamentati amaramente,
    poiché in te è stato ucciso
    il Salvatore d’Israele.

Non si dice il Cantico dei tre giovani.

SALMODIA
                            Salmo 87,2-6

Ant. 1 Sono come un uomo ormai privo di forza; * il mio giaciglio è tra i morti.

Signore, Dio della mia salvezza, *
    davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera, *
    tendi l’orecchio al mio lamento.

Io sono colmo di sventure, *
    la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli
che scendono nella fossa, *
    sono come un uomo ormai privo di forza.

È tra i morti il mio giaciglio, *
    sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo *
    e che la tua mano ha abbandonato.

Non si dice il Gloria.

Ant. 1 Sono come un uomo ormai privo di forza; * il mio giaciglio è tra i morti.

Salmo 87,7-19

Ant. 2 Senza scampo sono prigioniero.

Mi hai gettato nella fossa profonda, *
    nelle tenebre e nell’ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno *
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.

Hai allontanato da me i miei compagni, *
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo; *
si consumano i miei occhi nel patire.

Tutto il giorno ti chiamo, Signore, *
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti? *
    O sorgono le ombre a darti lode?

Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, *
    la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, *
    la tua giustizia nel paese dell’oblio?

Ma io a te, Signore, grido aiuto, *
    e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi, *
    perché mi nascondi il tuo volto?

Sono infelice e morente dall’infanzia, *
    sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra di me è passata la tua ira, *
    i tuoi spaventi mi hanno annientato,

mi circondano come acqua tutto il giorno, *
    tutti insieme mi avvolgono.
Hai allontanato da me amici e conoscenti, *
    mi sono compagne solo le tenebre.

Non si dice il Gloria.

Ant. 2 Senza scampo sono prigioniero.

Salmo 101,2-18

Ant. 3 Tu sorgerai e avrai pietà di Sion; * è tempo ormai di usarle misericordia.

Signore, ascolta la mia preghiera, *
    a te giunga il mio grido.

Non nascondermi il tuo volto; †
    nel giorno della mia angoscia
        piega verso di me l’orecchio. *
    Quando ti invoco: presto, rispondimi.

Si dissolvono in fumo i miei giorni *
    e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
    dimentico di mangiare il mio pane.

Per il lungo mio gemere *
    aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
    sono come un gufo tra le rovine.

Veglio e gemo *
    come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
    furenti imprecano contro il mio nome.

Di cenere mi nutro come di pane, *
    alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
    perché mi sollevi e mi scagli lontano.

I miei giorni sono come ombra che declina, *
    e io come erba inaridisco.

Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
    il tuo ricordo per ogni generazione.

Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
    perché è tempo di usarle misericordia: *
    l’ora è giunta.

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
    e li muove a pietà la sua rovina.

I popoli temeranno il nome del Signore *
    e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
    e sarà apparso in tutto il suo splendore.

Egli si volge alla preghiera del misero *
    e non disprezza la sua supplica.

Non si dice il Gloria.

Ant. 3 Tu sorgerai e avrai pietà di Sion; * è tempo ormai di usarle misericordia.

Salmo 75

Ant. 4 Sbigottita la terra tace, * quando il Signore risorge a giudicare.

Dio è conosciuto in Giuda, *
in Israele è grande il suo nome.
È in Gerusalemme la sua dimora, *
    la sua abitazione, in Sion.

Qui spezzò le saette dell’arco, *
lo scudo, la spada, la guerra.

Splendido tu sei, o Potente, *
sui monti della preda;

furono spogliati i valorosi, †
furono colti dal sonno, *
nessun prode ritrovava la sua mano.

Dio di Giacobbe, alla tua minaccia, *
si arrestarono carri e cavalli.

Tu sei terribile; chi ti resiste *
quando si scatena la tua ira?
Dal cielo fai udire la sentenza: *
    sbigottita la terra tace

quando Dio si alza per giudicare, *
per salvare tutti gli umili della terra.

L’uomo colpito dal tuo furore ti dà gloria, *
gli scampati dall’ira ti fanno festa.

Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli, *
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
a lui che toglie il respiro ai potenti; *
è terribile per i re della terra.

Non si dice il Gloria.

Ant. 4 Sbigottita la terra tace, * quando il Signore risorge a giudicare.

Salmo 11

Ant. 5 «Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, * io risorgerò», - dice il Signore -.

Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; *
    è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo.
Si dicono menzogne l’uno all’altro, *
    labbra bugiarde parlano con cuore doppio.

Recida il Signore le labbra bugiarde, *
    la lingua che dice parole arroganti,

quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
    ci difendiamo con le nostre labbra: *
    chi sarà nostro padrone?».

«Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
    io sorgerò - dice il Signore - *
    metterò in salvo chi è disprezzato».

I detti del Signore sono puri, †
    argento raffinato nel crogiuolo, *
    purificato nel fuoco sette volte.

Tu, o Signore, ci custodirai, *
    ci guarderai da questa gente per sempre.
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
    emergono i peggiori tra gli uomini.

Non si dice il Gloria.

Ant. 5 «Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, * io risorgerò», - dice il Signore -.

Salmo 21,24-32

Ant. 6 Signore, mia forza, accorri in mio aiuto; * scampani dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita.

Lodate il Signore, voi che lo temete, †
    gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, *
    lo tema tutta la stirpe di Israele;

perché egli non ha disprezzato né sdegnato *
    l’afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto, *
    ma, al suo grido d’aiuto, lo ha esaudito.

Sei tu la mia lode nella grande assemblea, *
    scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.

I poveri mangeranno e saranno saziati, †
    loderanno il Signore quanti lo cercano: *
«Viva il loro cuore per sempre».

Ricorderanno e torneranno al Signore *
    tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui *
    tutte le famiglie dei popoli.

Poiché il regno è del Signore, *
    egli domina su tutte le nazioni.

A lui solo si prostreranno
        quanti dormono sotto terra, *
    davanti a lui si curveranno
        quanti discendono nella polvere.

E io vivrò per lui, *
lo servirà la mia discendenza.

Si parlerà del Signore alla generazione che viene; *
    annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: *
    «Ecco l’opera del Signore!».

Non si dice il Gloria.

Ant. 6 Signore, mia forza, accorri in mio aiuto; * scampani dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita.

Tu sei benedetto, Signore.
Amen.

PRIMA LETTURA                Lam 5,1-22
Dal libro delle Lamentazioni

Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto,
guarda e considera il nostro obbrobrio.
La nostra eredità è passata a stranieri,
le nostre case a estranei.
Orfani siam diventati, senza padre;
le nostre madri come vedove.
L’acqua nostra beviamo per denaro,
la nostra legna si acquista a pagamento.
Con un giogo sul collo siamo perseguitati
siamo sfiniti, non c’è per noi riposo.
All’Egitto abbiamo teso la mano,
all’Assiria per saziarci di pane.
I nostri padri peccarono e non sono più,
noi portiamo la pena delle loro iniquità.
Schiavi comandano su di noi,
non c’è chi ci liberi dalle loro mani.
A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane
davanti alla spada nel deserto.
La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno
a causa degli ardori della fame.
Han disonorato le donne in Sion,
le vergini nelle città di Giuda.
I capi sono stati impiccati dalle loro mani,
i volti degli anziani non sono stati rispettati.
I giovani han girato la mola;
i ragazzi son caduti sotto il peso della legna.
Gli anziani hanno disertato la porta,
i giovani i loro strumenti a corda.
La gioia si è spenta nei nostri cuori,
si è mutata in lutto la nostra danza.
È caduta la corona dalla nostra testa;
guai a noi, perché abbiamo peccato!
Per questo è diventato mesto il nostro cuore,
per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi:
perché il monte di Sion è desolato;
le volpi vi scorrazzano.
Ma tu, Signore, rimani per sempre,
il tuo trono di generazione in generazione.
Perché ci vuoi dimenticare per sempre?
Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo;
rinnova i nostri giorni come in antico,
poiché non ci hai rigettati per sempre,
né senza limite sei sdegnato contro di noi.

RESPONSORIO                   
Il velo del tempio si squarciò, la terra si scosse.
Il ladro gridò dalla croce:
    «Ricordati di me, Signore,
    quando entrerai nel tuo regno».

Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te mi rifugio.
    «Ricordati di me, Signore,
    quando entrerai nel tuo regno».

SECONDA LETTURA       
Dai «Discorsi» di san Massimo di Torino, vescovo

Grande è il sacramento della croce; a chi sa comprendere, appare che in questo stesso segno anche il mondo quaggiù trova salvezza. Infatti, quando i marinai solcano il mare, prima alzano l’albero e stendono la vela, perché, riprodotta così la croce del Signore, i flutti siano squarciati, e sicuri con questo segno del Signore raggiungono il porto della salvezza e scampano al pericolo della morte.
La vela sospesa all’albero è come una figura del sacramento, come se fosse Cristo innalzato sulla croce. Per la fiducia che proviene da questo mistero, gli uomini non curano le bufere dei venti e formulano i voti per il viaggio. La nave, se priva dell’albero, è impotente, come la Chiesa non può ergersi salda senza la croce. Quando s’innalza il segno della croce, subito viene rintuzzata la malvagità del diavolo e la bufera dei venti si placa.
Anche il buon contadino, quando si accinge a rivoltare il terreno e a procurarsi gli alimenti per la vita, cerca di far questo per mezzo del segno della croce. Infatti, mentre pone sotto l’aratro il dentale e vi inserisce gli orecchi e il manico, riproduce il segno della croce; la struttura dell’aratro è quasi un’immagine della passione del Signore. Lo stesso cielo è disposto secondo la figura di questo segno. Quando infatti viene distinto in quattro parti – oriente, occidente, mezzogiorno, settentrione – richiama i quattro angoli della croce.
Anche la posizione dell’uomo, quando innalza le mani, descrive una croce; per questo ci viene raccomandato di pregare alzando le mani: per confessare la passione del Signore con l’atteggiamento stesso delle membra. La nostra preghiera viene esaudita più prontamente quando anche il corpo imita Cristo, mentre ne parla il cuore. Da questo segno del Signore è dunque solcato il mare, è coltivata la terra, è governato il cielo, sono salvati gli uomini. Da questo segno del Signore sono anche dischiusi gli abissi della terra: da quando il Signore Gesù che portava appunto la croce, fu sepolto nella terra, come da lui squarciata e arata, essa dette alla luce tutti quelli che, morti, serrava nelle sue viscere.
Ma vediamo che cosa avvenne di questo stesso corpo del Signore, una volta deposto dalla croce! Lo prese in consegna Giuseppe d’Arimatèa, uomo giusto, come dice l’evangelista, e lo seppellì nella sua tomba nuova, nella quale nessuno ancora era stato posto. Beato il corpo di Cristo Signore, che, quando nasce, è concepito dal grembo di una vergine, quando lascia questa vita, è affidato alla tomba di un giusto! Beato il corpo, partorito dalla verginità e custodito dalla giustizia! Lo custodì incorrotto la tomba di Giuseppe, come lo conservò illibato il grembo di Maria. Qui infatti non è toccato dalla contaminazione dell’uomo, là non è offeso dalla corruzione della morte; dappertutto a quel beato corpo si rende l’omaggio della santità, dappertutto l’omaggio della verginità.
Come il Signore uscì vivo dal grembo materno, così risorse vivo dalla tomba di Giuseppe; e come allora dal grembo nacque per predicare alle genti, così ora è rinato dal sepolcro per annunziare la buona novella. Ma questa nascita è più gloriosa della prima: quella generò un corpo mortale, questa diede alla luce un corpo immortale; dopo la prima nascita si scende sotterra, dopo questa si ritorna in cielo.

Non si dice la Laus angelorum magna.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente la Prima Orazione.

ORAZIONE
Tu hai voluto, o Dio, che il nostro Salvatore, affidato il corpo al sonno del sepolcro, riscattasse gli antichi giusti dal regno di morte; dona a quanti sono stati sepolti con lui nel battesimo di risorgere alla libertà della nuova vita e di entrare nella gloria con lui, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

LODI MATTUTINE

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LODI MATTUTINE

Le Lodi iniziano con la sola acclamazione:

Benedetto il Signore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.


Non si dice il Cantico di Zaccaria.

PRIMA ORAZIONE
Preghiamo.    (Pausa di preghiera silenziosa)
Salvatore forte e pietoso del genere umano, che hai debellato il regno degli inferi con la potenza della tua passione e hai riportato gli antichi giusti alla patria sperata, difendi e rinvigorisci la tua Chiesa, perché libera e lieta proceda verso la sua mèta di gloria. Tu che vivi e regni con il Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

SALMODIA
                            Cantico    Gio 2,3-10

Ant. 1
Sono sceso alle radici dei monti, * l’abisso mi ha avvolto.

Nella mia angoscia ho invocato il Signore *
    ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato *
    e tu hai ascoltato la mia voce.

Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare *
    e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde *
    sopra di me sono passati.

Io dicevo: Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; *
    eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio?

Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, †
    l’abisso mi ha avvolto, *
    l’alga si è avvinta al mio capo.

Sono sceso alle radici dei monti, †
    la terra ha chiuso le sue spranghe *
    dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, *
    Signore mio Dio.

Quando in me sentivo venir meno la vita, *
    ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te, *
    fino alla tua santa dimora.

Quelli che onorano cose vane e false *
    abbandonano il loro amore.

Ma io con voce di lode *
    offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto; *
    la salvezza viene dal Signore.

Non si dice il Gloria.

Ant. 1 Sono sceso alle radici dei monti, * l’abisso mi ha avvolto.

Salmi Laudativi

Ant. 2 Nella nostra umiliazione * il Signore si è ricordato di me.
                                Sal 148
Lodate il Signore dai cieli, *
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, *
    lodatelo, voi tutte, sue schiere.

Lodatelo, sole e luna, *
    lodatelo, voi tutte, fulgide stelle.
Lodatelo, cieli dei cieli, *
    voi acque al di sopra dei cieli.

Lodino tutti il nome del Signore, *
    perché egli disse e furono creati.
Li ha stabiliti per sempre, *
    ha posto una legge che non passa.

Lodate il Signore dalla terra, *
mostri marini e voi tutti abissi,
fuoco e grandine, neve e nebbia, *
vento di bufera che obbedisce alla sua parola,

monti e voi tutte, colline, *
alberi da frutto e tutti voi, cedri,
voi fiere e tutte le bestie, *
rettili e uccelli alati.

I re della terra e i popoli tutti, *
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le fanciulle, †
    i vecchi insieme ai bambini *
    lodino il nome del Signore:

perché solo il suo nome è sublime, †
la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. *
    Egli ha sollevato la potenza del suo popolo.

È canto di lode per tutti i suoi fedeli, *
    per i figli di Israele, popolo che egli ama.

                                Sal 149
Cantate al Signore un canto nuovo; *
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo Creatore, *
esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze, *
con timpani e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo, *
incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria, *
sorgano lieti dai loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca *
e la spada a due tagli nelle loro mani,

per compiere la vendetta tra i popoli *
    e punire le genti;
per stringere in catene i loro capi, *
    i loro nobili in ceppi di ferro;

per eseguire su di essi *
il giudizio già scritto:
questa è la gloria *
per tutti i suoi fedeli.

                                Sal 150
Lodate il Signore nel suo santuario, *
lodatelo nel firmamento della sua potenza.
Lodatelo per i suoi prodigi, *
    lodatelo per la sua immensa grandezza.

Lodatelo con squilli di tromba, *
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze, *
lodatelo sulle corde e sui flauti.

Lodatelo con cembali sonori, †
lodatelo con cembali squillanti; *
ogni vivente dia lode al Signore.
               
                                Sal 116
Lodate il Signore, popoli tutti, *
    voi tutte, nazioni, dategli gloria;

perché forte è il suo amore per noi *
    e la fedeltà del Signore dura in eterno.

Non si dice il Gloria.

Ant. 2 Nella nostra umiliazione * il Signore si è ricordato di me.

RESPONSORIO
Il Signore, pastore buono, offre la vita
    per le sue pecore.

Era come un agnello condotto al macello,
trafitto per i nostri delitti,
castigato e percosso
    per le sue pecore.

                            Salmo diretto    Sal 62,2-9
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, *
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne, *
come terra deserta, arida, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho cercato, *
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita, *
le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva, *
    nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito, *
    e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

Nel mio giaciglio di te mi ricordo *
    penso a te nelle veglie notturne,
tu sei stato il mio aiuto, *
    esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe *
    l’anima mia.
La forza della tua destra *
mi sostiene.

Non si dice il Gloria.

SECONDA ORAZIONE
O Dio misericordioso, che per la nostra redenzione hai accettato il sacrificio di Cristo, infrangi l’opera del demonio e spezza le catene della colpa; fa’ che l’antico contagio del male non torni a deturpare l’uomo nuovo che tu hai rigenerato. Per Cristo nostro Signore.

INNO
Albero santo e nobile,
croce di Cristo,
tronco su tutti amabile,
dolce è il tuo frutto!

Piega i tuoi rami, mitiga
la ruvidezza,
il tuo legno sia morbido
al Re che muore.

Tu presenti la Vittima
che tutti salva,
tu sei del sangue rorida
che ci redime.

ACCLAMAZIONI A CRISTO SIGNORE
A Cristo, che ha portato a compimento il suo sacrificio e ha ridato a tutti speranza, eleviamo grata e fiduciosa la nostra voce.

Tu sei benedetto, Gesù Signore, che sei salito sulla croce, obbedendo alla volontà del Padre.
Tu sei benedetto.
   
Tu sei benedetto, Salvatore eterno, che sei stato sepolto secondo le Scritture.
Tu sei benedetto.
   
Tu sei benedetto, Vincitore dell’inferno, che hai ridestato alla vera vita gli antichi giusti.
Tu sei benedetto.
   
Tu sei benedetto, Giudice e Redentore, che hai liberato quanti giacevano nelle tenebre.
Tu sei benedetto.
   
Tu sei benedetto, onnipotente Figlio di Dio, che hai voluto Maria compagna del tuo dolore.
Tu sei benedetto.
   
Tu sei benedetto, Creatore dell’universo, che hai scardinato le porte del regno di morte e ci hai dischiuso il paradiso.
Tu sei benedetto.

Padre nostro.

CONCLUSIONE
Le Lodi si concludono con la sola acclamazione:

Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

ORA MEDIA

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ORA MEDIA


L’Ora inizia con la sola acclamazione:

Benedetto il Signore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

INNO

Terza

Tu che invocato ti effondi,
con il Padre e col Figlio unico Dio,
o Spirito, discendi
senza indugio nei cuori.

Gli affetti, i pensieri, la voce
cantino la tua lode;
la tua fiamma divampi
e gli uomini accenda d’amore.

Sesta

O Dio glorioso, altissimo sovrano,
che i tempi diversi alternando,
orni di dolce chiarità il mattino
e l’infocato meriggio avvampi,

placa la furia delle discordie,
spegni il funesto ardore dell’odio,
dona alle membra sanità e vigore,
agli animi dona la pace.

Nona

Perpetuo vigore degli esseri,
che eterno e immutabile stai
e la vicenda regoli del giorno
nell’inesausto gioco della luce,

la nostra sera irradia
del tuo vitale splendore;
premia la morte dei giusti
col giorno che non tramonta.

SALMODIA
Salmo 68
I (2-16)

Ant. 1 (duplex) Ho indossato come vestito un sacco * e sono diventato il loro scherno.

Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi dileggiavano, Signore. * Ma io innalzo a te la mia preghiera.

Salvami, o Dio: *
    l’acqua mi giunge alla gola.

Affondo nel fango e non ho sostegno; †
    sono caduto in acque profonde *
    e l’onda mi travolge.

Sono sfinito dal gridare, †
    riarse sono le mie fauci; *
    i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio.

Più numerosi dei capelli del mio capo *
    sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano: *
    quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?

Dio, tu conosci la mia stoltezza *
    e le mie colpe non ti sono nascoste.

Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, *
    Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni *
    chi ti cerca, Dio d’Israele.

Per te io sopporto l’insulto *
    e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, *
    un forestiero per i figli di mia madre.

Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, *
    ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno *
    ed è stata per me un’infamia.

Ho indossato come vestito un sacco *
    e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, *
    gli ubriachi mi dileggiavano.

Ma io innalzo a te la mia preghiera, *
    Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, *
    per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.

Salvami dal fango, che io non affondi, †
    liberami dai miei nemici *
    e dalle acque profonde.

Non mi sommergano i flutti delle acque †
    e il vortice non mi travolga, *
    l’abisso non chiuda su di me la sua bocca.

Non si dice il Gloria.

Ant. 1 (duplex) Ho indossato come vestito un sacco * e sono diventato il loro scherno.

Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi dileggiavano, Signore. * Ma io innalzo a te la mia preghiera.

II (17-20)

Ant. 2 Avvicinati a me: riscattami, Signore.

Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; *
    volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Non nascondere il volto al tuo servo, *
    sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami, *
    salvami dai miei nemici.

Tu conosci la mia infamia, †
    la mia vergogna e il mio disonore; *
    davanti a te sono tutti i miei nemici.

Non si dice il Gloria.

Ant. 2 Avvicinati a me: riscattami, Signore.

III (21-22.30-37)

Ant. 3 Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto». * E, chinato il capo, spirò.

L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. †
    Ho atteso compassione, ma invano, *
    consolatori, ma non ne ho trovati.

Hanno messo nel mio cibo veleno *
    e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Io sono infelice e sofferente; *
    la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.

Loderò il nome di Dio con il canto, *
    lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori, *
    più dei giovenchi con corna e unghie.

Vedano gli umili e si rallegrino; *
    si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri *
    e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

A lui acclamino i cieli e la terra, *
    i mari e quanto in essi si muove.

Perché Dio salverà Sion, †
    ricostruirà le città di Giuda: *
    vi abiteranno e ne avranno il possesso.

La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, *
    e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Non si dice il Gloria.

Ant. 3 Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto». * E, chinato il capo, spirò.

Terza

LETTURA BREVE                1 Pt 3,14-15
Fratelli, se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

Ho invocato il Signore.
Ho invocato il Signore * nella mia angoscia.

Ed egli mi ha esaudito.
Nella mia angoscia.
 
Ho invocato il Signore.
Nella mia angoscia.

ORAZIONE
O Dio, che ci ami con amore di padre e, in premio della sua fede, nel medesimo giorno portasti il ladro pentito dalla croce al paradiso, liberaci dalle nostre ingiustizia e rendici eredi dei tuoi beni eterni. Per Cristo nostro Signore.

CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

Sesta

LETTURA BREVE                1 Gv 3,8-9
Fratelli, chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.

Non abbandonerai la mia vita.
Non abbandonerai la mia vita * nel sepolcro, Signore.

Né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
Nel sepolcro, Signore.

Non abbandonerai la mia vita.
Nel sepolcro, Signore.

ORAZIONE
Dio onnipotente, autore del nostro riscatto, dona alla nostra coscienza la certezza che la morte nel tempo del Figlio tuo è sorgente di santità nella nostra condotta e principio per noi della vita eternamente felice. Per lui che vive e regna nei secoli dei secoli.

CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

Nona

LETTURA BREVE                Gc 1,5-6
Fratelli, se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento.

Dio potrà riscattarmi.
Dio potrà riscattarmi * dalla mano della morte.

Egli mi strapperà.
Dalla mano della morte.

Dio potrà riscattarmi.
Dalla mano della morte.

ORAZIONE
Dio onnipotente ed eterno, tu hai voluto che alla morte di Cristo il mondo sperimentasse le tenebre della desolazione; noi ti preghiamo: splenda sulla Chiesa l’aurora di luce del Figlio tuo risorto dal sepolcro, perché senza timore e senza dubbi possa serena proseguire il suo cammino. Per Cristo nostro Signore.
 
CONCLUSIONE
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

VESPRI

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VESPRI

La Veglia pasquale fa le veci dei Vespri, di Compieta e dell’Ufficio delle letture. Perciò i Vespri e la Compieta del sabato sono recitati soltanto da coloro che non partecipano alla Veglia pasquale.

I Vespri iniziano con la sola acclamazione:

Benedetto il Signore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

Non si fa il Rito della luce.

INNO
Ecco il vessillo di un Re crocifisso,
mistero di morte e di gloria:
il Signore del mondo
si spegne su un patibolo.

Straziato nelle carni,
atrocemente inchiodato,
si immola il Figlio di Dio,
vittima pura del nostro riscatto.

Colpo di lancia crudele
squarcia il suo cuore; fluisce
sangue ed acqua: è la fonte
che ogni peccato lava.

Sangue regale imporpora
lo squallore del legno:
risplende la croce e Cristo
regna da questo trono.

Salve, croce adorabile!
Su questo altare muore
la Vita e morendo ridona
agli uomini la vita.

Salve, croce adorabile,
sola nostra speranza!
Concedi perdono ai colpevoli,
accresci nei giusti la grazia.

SALMODIA
Salmo 15

Ant. 1 Tu non abbandonerai, Signore, la mia vita nel sepolcro, * né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Proteggimi, o Dio: *
in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, *
senza di te non ho alcun bene».

Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, *
è tutto il mio amore.

Si affrettino altri a costruire idoli: †
io non spanderò le loro libazioni di sangue *
né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: *
    nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, *
    la mia eredità è magnifica.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; *
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore, *
sta alla mia destra, non posso vacillare.

Di questo gioisce il mio cuore, †
    esulta la mia anima; *
    anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, *
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita, †
gioia piena nella tua presenza, *
dolcezza senza fine alla tua destra.

Non si dice il Gloria.

Ant. 1 Tu non abbandonerai, Signore, la mia vita nel sepolcro, * né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Salmo 110

Ant. 2 Il Signore mandò a liberare il suo popolo.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, *
    nel consesso dei giusti e nell’assemblea.

Grandi le opere del Signore, *
    le contemplino coloro che le amano.
Le sue opere sono splendore di bellezza, *
    la sua giustizia dura per sempre.

Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: *
    pietà e tenerezza è il Signore.
Egli dà il cibo a chi lo teme, *
    si ricorda sempre della sua alleanza.

Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, *
gli diede l’eredità delle genti.

Le opere delle sue mani sono verità e giustizia, *
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre, *
seguiti con fedeltà e rettitudine.

Mandò a liberare il suo popolo, *
    stabilì la sua alleanza per sempre.

Santo e terribile il suo nome. *
Principio della saggezza è il timore del Signore,
saggio è colui che gli è fedele; *
la lode del Signore è senza fine.

Non si dice il Gloria.

Ant. 2 Il Signore mandò a liberare il suo popolo.

ORAZIONE
O Dio, che hai disposto l’incarnazione del Figlio tuo e la sua morte in croce perché fosse dato agli uomini un esempio ineffabile di umiltà, concedi ai credenti di scrutare con docile cuore gli insegnamenti della sua passione e di partecipare con gioia alla sua gloria di Salvatore risorto, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Non si dice né il Cantico della beata Vergine né la seconda orazione.

Non si fa la Commemorazione del Battesimo.

INTERCESSIONI
Nella notte imminente le tenebre del peccato e della morte saranno squarciate dal fulgore di Cristo, che ha patito sotto Ponzio Pilato, è stato crocifisso, è morto, è stato sepolto, e infine è risorto alla vita immortale. Vegliamo e preghiamo nell’attesa dello splendore della Pasqua, dicendo:
Sorgi, Signore, e salvaci.

Signore Gesù, che dal tuo fianco squarciato sono scaturiti sangue e acqua, segni della nuova vita e dei sacramenti della nostra rinascita;
dona alla tua Chiesa, in questa celebrazione pasquale, di crescere per la rigenerazione del battesimo e di essere nutrita dal cibo dell’eucaristia.

Luce del mondo, che ti sei liberamente abbandonato al potere delle tenebre, ma sei uscito vincitore,
illumina con la tua parola quanti camminano nell’oscurità del dubbio e dell’errore.

Salvatore, che ci hai riconciliati a Dio quando ancora eravamo peccatori,
colma della gioia della tua risurrezione coloro che, confessando le loro colpe, ricevono il sacramento del tuo perdono.

Dalla croce, guardando il discepolo prediletto, ci hai dato come madre la tua stessa Madre;
fa’ che quanti sono nella sofferenza sperimentino il conforto della sua affettuosa protezione.

Tu che hai predetto la tua risurrezione al terzo giorno,
rivesti della vita gloriosa e immortale i nostri fratelli defunti.

Guardiamo con fiducia a Dio, che ci ha redento per mezzo del Figlio suo e nel battesimo ci ha fatto rinascere, e con animo grato preghiamo:
Padre nostro.

CONCLUSIONE
I Vespri si concludono con la sola acclamazione:

Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.

COMPIETA

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COMPIETA

La Compieta, recitata solo da chi non partecipa alla Veglia Pasquale, inizia con la sola formula:

Benedetto il Signore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

INNO
Di tenebra la terra ormai si ammanta:
quasi una dolce morte
scende sui corpi spossati,
che alla luce del giorno rivivranno.

Cristo Signore, luce vera, vita,
salva i tuoi servi:
l’oscura inerzia del sonno
non si tramuti nell’esilio eterno.
 
Nessuna forza del male
ci vinca nella notte:
tu che ci doni il riposo,
veglia su chi ti implora.

SALMODIA
Salmo 4

Ant. Dalle angosce mi hai liberato; * abbi pietà, Signore, e ascoltami.

Quando ti invoco, rispondimi,
        Dio, mia giustizia: †
    dalle angosce mi hai liberato; *
    pietà di me, ascolta la mia preghiera.

Fino a quando, o uomini,
        sarete duri di cuore? *
    Perché amate cose vane
        e cercate la menzogna?

Sappiate che il Signore fa prodigi
        per il suo fedele: *
    il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e non peccate, *
    sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.

Offrite sacrifici di giustizia *
    e confidate nel Signore.

Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene?”. *
    Risplenda su di noi, Signore,
        la luce del tuo volto.
 
Hai messo più gioia nel mio cuore *
    di quando abbondano vino e frumento.
 In pace mi corico e subito mi addormento: *
    tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.

Non si dice il Gloria.

Ant. Dalle angosce mi hai liberato; * abbi pietà, Signore, e ascoltami.

Salmo 132

Ant. Buono e soave è lodare il Signore.

Ecco quanto è buono e quanto è soave *
che i fratelli vivano insieme!

È come olio profumato sul capo, †
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne, *
che scende sull’orlo della sua veste.

È come rugiada dell’Ermon, *
che scende sui monti di Sion.

Là il Signore dona la benedizione *
e la vita per sempre.

Non si dice il Gloria.

Ant. Buono e soave è lodare il Signore.

LETTURA BREVE                Dt 6,4-7
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

Il mio cuore sia integro.
    Il mio cuore sia integro * nei tuoi precetti, Signore.

Perché non resti confuso.
    Nei tuoi precetti, Signore.

Il mio cuore sia integro.
    Nei tuoi precetti, Signore.

CANTICO DI SIMEONE           
                            Cantico    Lc 2,19-32

Ant.
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola. †

Ora lascia, o Signore, che il tuo servo *
    vada in pace secondo la tua parola;

† perché i miei occhi han visto la tua salvezza, *
    preparata da te davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti *
    e gloria del tuo popolo Israele.

Non si dice il Gloria.

Ant. Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola.

ORAZIONE
Veglia su noi nella notte imminente, Dio dell’universo; la tua mano ci desti al nuovo giorno perché possiamo celebrare con gioia la risurrezione di Cristo, tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli.
 
Si omette l’antifona alla Beata Vergine Maria.

Prima della conclusione si può lodevolmente inserire un breve esame di coscienza.

CONCLUSIONE
Dormiamo in pace.
Vigiliamo in Cristo.