Due mostre fotografiche per raccontare, per esprimere attimi di vita quotidiana, emozioni palesi e nascoste. Le due mostre fotografiche, proposte dalla Cooperativa La Meridiana, saranno inaugurate il prossimo venerdì 5 aprile. Alle 10:30 «Fotografie» di Arturo Baron installata al Paese Ritrovato (sarà possibile incontrare l’autore alle 16:15). Mentre alle 17:00 è prevista l’inaugurazione della mostra «Emozioni riflesse»che si troverà al Centro Diurno Il Ciliegio.
Emozioni riflesse
Le donne e gli uomini del Centro Diurno Integrato “Il Ciliegio” di Monza sono i protagonisti degli scatti fotografici di Jordan Angelo Cozzi: hanno voluto riflettere se stessi allo specchio, mettendo sotto i riflettori l’emozione che stanno provando e con accanto a sé un oggetto personale che rappresenta in modo significativo la propria storia di vita. Le fotografie sono state realizzate in “bianco e nero”: sono stati tolti i colori, ma sono state aggiunte le emozioni.
Gli oggetti sono fortemente simbolici, con una posizione ben precisa nel proprio trascorso: possono essere oggetti presi dalla cassetta degli attrezzi, strumenti di lavoro, oggetti che profumano di nuovo, oggetti antichi.
Gli oggetti aiutano a stimolare i ricordi. L’anziano si racconta anche attraverso l’oggetto scelto, simbolo della propria storia.
Durante il progetto abbiamo vissuto 3 momenti particolari che si sono trasformati in tre scatti, formando così un prezioso Trittico Fotografico:
• il primo momento è quello espressivo e più legato alle emozioni. Qui, si sottolinea lo sguardo e la gestualità. Il sentimento dominante è la serenità, che oggi in tanti hanno raggiunto e che vogliono manifestare;
• il secondo momento è quello del tavolino con lo specchio di fronte. È un tempo più intimo ed anche emotivo. Le espressioni sono più delicate: si entra in empatia, aumenta l’intensità. Alcuni si sono commossi. Sono contenti di quello che sono, della loro vita e di stare in questo luogo, Il Ciliegio, dove ogni giorno incontrano persone che li fanno sentire amati e valorizzati. In questo scatto, riflesso allo specchio, il soggetto si intravede: protagonisti della foto diventano anche lo specchio e la scrivania;
• il terzo passaggio è stato il momento dell’oggetto biografico. Qui si è attivata un’altra intensità e profondità, toccando l’oggetto, la propria storia, in un viaggio interiore che ha permesso di cogliere la via della scelta, della fatica, della passione, del fare. In questo scatto il viso non si vede più, sono fotografate le mani, mani che raccontano la storia e l’ emozione, il proprio io, il viaggio e la presentazione di “chi sono”.
Ciò che è emerso dal progetto fotografico è “vero, autentico e bello”. I nostri anziani hanno parlato di sé stessi, hanno mostrato le loro emozioni, facendo emergere l’essenza del loro viaggio interiore.
Fotografie
E’ una Mostra Fotografica Personale di Arturo Baron Residente del Paese Ritrovato che ha realizzato queste fotografie durante il lockdown. Baron propone, attraverso le sue immagini, un alternarsi dialettico della vita che coinvolge anche Il Paese Ritrovato.
La natura, quella che ha visto, fotografato, ricomposta nel mirino della sua fotocamera, dopo un po’ non gli è bastata. Nelle sue immagini di paesaggio compaiono elementi geometrici, prospettive marcate, forme insolite, campanili che svettano, nuvole che schiaffeggiano il cielo, ombre di alberi che si riflettono negli stessi alberi.
Sono tutti aspetti che Arturo Baron osserva con circospezione, ma presto intuisce che non è su quella strada che vuole continuare. I soggetti che predilige sono piccoli elementi in cui si è imbattuto con quella curiosità fanciullesca e insieme rigorosità che caratterizza ogni fotografo che si dedichi con passione allo still life.
Al di là di scelte estetiche, che sono palesemente sue, ha tuttavia un punto di riferimento in un autore, il francese Denis Briath, di cui anni prima ha comperato una fotografia il cui soggetto, un fiore che non è ripreso nel campo in cui è cresciuto, ma emerge in tutta la sua delicata bellezza su un fondale bianco.
Arturo Baron trasforma il senso della parola still life nel suo contrario perché qui nulla è morto e perfino le matite, così ben allineate, posseggono un che di vitale come se non fossero state posizionate in quel modo ma fossero state loro stesse a farlo, contaminate da quell’esigenza di precisione che anima il fotografo.
Arturo Baron è affascinato dalle forme e questa passione vuole trasmetterci: perché un mazzetto di rosmarino può evocare una poesia di Shakespeare, la forma curvilinea di un sedano quella di uno schiaccianoci, la doppia immagine di un tulipano vivo nel suo squillante arancione e poi disseccato, l’alternarsi dialettico della vita. Le fotografie pubblicate non sono state né post-prodotte né modificate.
Le due mostre si potranno visitare a Monza in via Casanova, 33 presso la sede del Centro Il Ciliegio e del Paese Ritrovato. Questi eventi fotografici sono inseriti in un percorso dal titolo: ”Oltre le parole, la fotografia per la narrazione di sé”.