Domenica 20 marzo, alle 16, sacra rappresentazione presso la chiesa di S. Marcellina e S. Giuseppe di viale Espinasse 85 a Milano, proposta dalla Comunità pastorale S. Giovanni Battista e dalla Compagnia teatrale EXIRE.
Un dramma sacro intitolato “Rembrandt. O del Padre misericordioso” di Sergio Di Benedetto, con la regia di Fabio Sarti.
Interpreti: Federica Ombrato, Alessio Gigante, Fabio Sarti, Angelo Zilio.
Lo spettacolo
È una rilettura teatrale della parabola del Padre misericordioso, meglio nota come la parabola del Figliol Prodigo (Lc 15,11-32), attraverso il filtro dell’arte e della vita di Rembrandt, pittore olandese tra i più noti. Alla morte dell’artista, tra i suoi pochi averi, venne ritrovata la tela Il figliol prodigo (oggi conservata all’Hermitage di san Pietroburgo), ultima opera dipinta da Rembrandt, realizzata non per una committenza ma per se stesso. La biografia del pittore olandese può essere riletta alla luce della vicenda narrata dall’evangelista Luca. Egli è il figlio minore, ma anche il figlio maggiore e il Padre che stende il suo mantello rosso sul peccatore. Alla fine dell’esistenza, anelante il perdono, Rembrandt ha il coraggio di dipingere una meditazione artistica di rara intensità, andando oltre il dettato evangelico per penetrare nell’intimo della storia. Lo spettacolo sarà un’attualizzazione della vicenda di Rembrandt, secondo la più nota delle parabole di Gesù, in un passaggio graduale e continuo dalla vicenda dell’artista a quella del Vangelo, per arrivare infine al pubblico, chiamato a riconoscersi nelle vesti ricche prima e macere poi del figlio minore, negli abiti tenebrosi del figlio maggiore, nel rosso mantello accogliente del Padre buono. Sulla scena il vecchio pittore, in un tempo di bilanci: ormai prossimo alla morte e al termine del dipinto, rilegge il suo percorso esistenziale, con l’aiuto di alcuni personaggi, dalla figlia a un discepolo a un creditore, tutti chiamati a rispondere personalmente allo scandalo del racconto biblico e chiedersi cosa siano la giustizia, il perdono, la paternità, la libertà. Ma il vero protagonista sarà il quadro, nel mezzo, con cui sia gli attori che il pubblico dovranno fare i conti.
Nell’anno giubilare della misericordia, la compagnia Exire offre una meditazione in forma di teatro, per mostrare quanto ogni uomo sia bisognoso di perdono e al tempo stesso bisognoso di perdonare, indipendentemente dal suo stato e dalla sua età, secondo quell’Amore gratuito che può dire: “questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.