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9 novembre

La felicità nell’arte: il fantastico mondo di Bosch

A Cucciago incontro con Luca Frigerio, organizzato dal Centro culturale Padovese, nell'ambito del ciclo "Le porte della felicità”

25 Ottobre 2019

Sabato 9 novembre, alle ore 21, presso l’Auditorium parrocchiale di Cucciago, il giornalista-scrittore Luca Frigerio, autore di un libro dedicato ai capolavori di Bosch, sarà il protagonista del secondo incontro organizzato dal Centro culturale Luigi Padovese per il ciclo “Le porte della felicità”.

“La ricerca della felicità è comune a tutte le persone di tutti i tempi e di tutte le età” perché Dio stesso ha posto “nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità” e “di pienezza”. (Papa Francesco).

E’ un bisogno di tutti, e lo è stato anche per il grande pittore Hieronymus Bosch.

Bosch è uno dei pittori più affascinanti e “misteriosi” della storia dell’arte. Nato a metà del XV secolo in una vivace cittadina degli attuali Paesi Bassi, ben poco si sa della sua vita. Non abbiamo un suo diario, una sua lettera, un suo commento: l’unica data certa è quella del suo funerale: 9 agosto 1516.
Il suo volto, poi, com’era? Nessun ritratto certo di Bosch è giunto fino a noi. A meno di andare a scovare i suoi lineamenti in certi profili bizzarri, in certi sguardi beffardi che ammiccano da quasi ognuna delle sue opere…

Già, le sue opere: capolavori straordinari e sorprendenti, tra i più grandi della storia dell’arte. Come l’allegorico Trittico del Fieno o l’enigmatico Trittico delle Delizie, di cui ci parlerà Luca Frigerio. Dipinti a prima vista quasi “caotici”, spiazzanti, sconcertanti: proprio perché raccontano la complessità della vita degli uomini, di ieri e di oggi, di sempre …
Bosch, attraverso le sue opere, in particolare sembra voler provocarci sul tema della “felicità”. La felicità, ci chiede con il piglio del profeta e con il tono dei veementi predicatori del suo tempo, la si trova veramente nel denaro, nella ricchezza, nei beni terreni? La si può forse raggiungere attraverso il godimento dei piaceri della carne, sessuali o gastronomici che siano? La risposta pare scontata, ma purtroppo l’umanità, da sempre, continua a dimostrare di essere molto più interessata a dei “valori” effimeri e ingannevoli, piuttosto che a cercare la vera felicità dello spirito, che è quella di un’eterna beatitudine…

Bosch, insomma, è stato un uomo straordinario, ma dalla vita normale, par di capire. Quasi banale, addirittura. Un borghese tranquillo, che si è sposato bene, che forse non ha avuto figli, che ha vissuto in una certa agiatezza. Un onesto cittadino, che pagava le tasse, e un buon cristiano, partecipe della vita religiosa della sua città, da cui forse non si è mai allontanato, mentre il mondo dilatava i suoi orizzonti su nuove terre sconfinate, come una vertigine.
Contemporaneo di Leonardo da Vinci e di Michelangelo, immaginiamo Bosch come una persona curiosa, intelligente, abbastanza istruita, a giudicare dalla complessità dei lavori che ha realizzato. Un uomo dotato certamente di una grande sensibilità, capace di vedere, più di tanti altri suoi contemporanei, nella profondità del cuore dei suoi simili, di capire le nostre paure e le nostre speranze, quelle di ieri che poi sono le stesse di oggi. Dando loro volto e forma, figura e sostanza.
Così che osservare oggi i capolavori di Hieronymus Bosch è un po’ come guardarci allo specchio. E per questo, forse, ce ne sentiamo attratti, e un po’ turbati.

Luca Frigerio è giornalista e scrittore, redattore dei media della diocesi Milano, autore di un libro dedicato proprio ai capolavori di Bosch (pubblicato da Àncora Editrice)