“E’ possibile – Tu sei le tue speranze, non le tue paure. #spuntidifelicità”: è il titolo della serata con Ernesto Olivero, fondatore del Sermig e dell’Arsenale della Pace, che si terrà mercoledì 19 Ottobre, in Basilica di Sant’Eustorgio, alle ore 21.
Olivero porterà la sua testimonianza di misericordia, raccontando la sua vita spesa per gli ultimi, per i poveri.
Ernesto Olivero è nato nel 1940, è sposato, con tre figli e sette nipoti. Ha lavorato in varie industrie del torinese e poi in banca fino alle dimissioni (1991).
L’Osservatorio permanente presso la Santa Sede all’Onu lo ha insignito del titolo “Servitor Pacis” nel 1997 ed è candidato al Nobel per la Pace da Madre Teresa di Calcutta, Norberto Bobbio, il Card. Martini, il Presidente del Libano e altre personalità.
Nel 1964 ha fondato a Torino il Sermig, Servizio Missionario Giovani, insieme alla moglie Maria e ad un gruppo di giovani decisi a sconfiggere la fame con opere di giustizia, a promuovere sviluppo, a vivere la solidarietà verso i più poveri.
Un amico ha scritto di lui: “Ernesto si spiega con quello che ha fatto: da quando ha fondato il Sermig, milioni di persone hanno aiutato milioni di persone. Il suo campo, la sproporzione vissuta nella fede; il suo motto, lavorare in silenzio con serietà e competenza; la sua passione, comunicare speranza attraverso i fatti; la sua regola, la pazienza unita alla severità; il risultato di queste cose: il bene fatto bene”.
Cos’è il SERMIG?
Negli anni ’80 all’interno del Sermig nasce la Fraternità della Speranza, che conta attualmente un centinaio di aderenti: giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache che si dedicano a tempo pieno al servizio dei poveri, alla formazione dei giovani, con il desiderio di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza.
Attorno alla Fraternità della Speranza, centinaia di volontari e il movimento internazionale dei Giovani della Pace si ispirano alla spiritualità e al metodo del Sermig.
L’Arsenale della Pace: Nel 1983 viene assegnato al Sermig in comodato dal Comune di Torino l’ex Arsenale Militare di Piazza Borgo Dora, con l’aiuto gratuito di migliaia di giovani, di volontari, di uomini e donne di buona volontà da ogni parte d’Italia ne inizia la trasformazione. Là dove sono state forgiate buona parte delle armi utilizzate nelle due guerre mondiali, è sorto un “laboratorio” di convivenza, di dialogo, di formazione dei giovani, di accoglienza dei più disagiati, un monastero metropolitano, aperto 24 ore su 24. Vi trovano rifugio uomini e donne che cercano un aiuto per cambiare vita (in questi trentun anni sono stati realizzati progetti a favore di uomini e donne di 140 nazionalità).
E’ luogo d’incontro per migliaia di giovani che da tutta Italia e dall’estero si danno appuntamento per confrontarsi, dialogare e crescere. E’ base di partenza per la solidarietà che raggiunge i cinque continenti.
E’ luogo di preghiera e di silenzio, di cultura e di formazione.
L’Arsenale della Speranza: Nel 1996 Ernesto Olivero con una Fraternità del Sermig apre a São Paulo in Brasile. L’arsenale della speranza nasce tra le mura di una struttura che da fine ‘800 sino agli anni ‘50 ha accolto milioni di migranti provenienti da tutto il mondo (moltissimi anche dall’Italia): sostavano in questa “casa del dolore” per un periodo di quarantena prima di raggiungere le piantagioni di caffè e di cotone, dove andavano a sostituire gli schiavi.
Oggi è una casa che accoglie i più poveri del Brasile, i “sofredores de rua”, che emigrano dalle periferie verso le grandi città alla ricerca di opportunità di lavoro e di vita.
L’Arsenale dell’Incontro: Il Patriarca di Gerusalemme ha chiamato Ernesto Olivero a realizzare un’opera di assistenza per i portatori di handicap in Giordania.
Dal 2003 il Sermig è presente in Giordania (oggi a Madaba) con l’Arsenale dell’Incontro per rispondere ai bisogni della popolazione. Accoglie bambini e giovani diversamente abili musulmani e cristiani, offrendo loro cure mediche, fisioterapia, inserimento scolastico, sostegno alle famiglie e favorisce la loro integrazione nel tessuto sociale, attraverso una rete di solidarietà e di volontariato. E’ luogo di incontro e di formazione per i giovani e per le famiglie.
Il Sermig vive grazie al contributo gratuito di migliaia di amici e volontari che condividono tempo, professionalità, denaro, beni materiali e spirituali. La “restituzione” di queste risorse a favore dei più sfortunati permette al Sermig di essere sostenuto al 93% dalla gente comune.