La Società Storica Lombarda, insieme ad Archeion – Amici dell’Archivio di Stato di Milano Onlus, organizza per giovedì 23 aprile un evento che riporta alle radici dell’identità di Milano, mettendone in luce una della peculiarità che ha distinto la città e la sua Chiesa per molti secoli fino ai giorni nostri: il canto ambrosiano.
Il programma prevede due momenti distinti: alle ore 16 presso la Biblioteca Ambrosiana (piazza Pio XI, 2) si svolgerà la conferenza Il canto ambrosiano, tenuta dal dott. Angelo Rusconi (docente di Storia della musica presso il Civico Istituto Musicale di Lecco e presso il Diploma di Alta Specializzazione del Conservatorio di Lugano), che illustrerà i tratti salienti del repertorio musicale ambrosiano, avvalendosi anche di sussidi audiovisivi;
al termine, intorno alle ore 17, nella vicina chiesa del Santo Sepolcro, monsignor Marco Navoni (dottore della Biblioteca Ambrosiana, canonico del Duomo e di S. Ambrogio, pro-presidente della Congregazione del Sacro Rito Ambrosiano) presiederà la celebrazione in latino dei Vespri della Beata Vergine, restituendo alle melodie l’appropriato contesto rituale in una funzione, come quella vespertina, fra le più caratteristiche della tradizione milanese. Canterà il coro Schola Ambrosiana, direttore Primo Viganò.
Il canto detto ambrosiano è il repertorio musicale proprio della Chiesa milanese.
Come il rito, è così chiamato in riferimento ad Ambrogio, il santo vescovo morto nel 397. Diversamente da san Gregorio Magno, dal quale prende nome il canto gregoriano, Ambrogio fu realmente impegnato nella composizione di inni liturgici: il noto racconto di sant’Agostino (battezzato da Ambrogio nel 387) è una testimonianza di prima mano sulle circostanze storiche nelle quali il vescovo introdusse a Milano l’innodia «secundum morem orientalium partium» (secondo l’uso dell’Oriente), facendone un potente strumento di catechesi.
L’importanza storica del canto ambrosiano è eccezionale: è infatti l’unico degli arcaici repertori pre-gregoriani ad essere sopravvissuto nell’uso fino ai nostri giorni. Crocevia di culture, Milano ha accolto nel suo canto liturgico una molteplicità di apporti: accanto a creazioni autoctone, nel canto ambrosiano sono confluiti testi e melodie provenienti dalla penisola Iberica e dalla Gallia, dall’Oriente greco e siriaco, dal mondo mediterraneo, rimodellati nel peculiare stile locale, di matrice italica, che alterna melodie molto semplici a vocalizzi straordinariamente elaborati. I canti sono tramandati nei manoscritti con una speciale notazione, che gli scribi milanesi hanno mantenuto per secoli.