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1 febbraio

Cinisello, un Parco intitolato a Maria Cristina Cella

Il Comune ha deciso di intitolare il pubblico giardino cittadino di via Tiziano alla Serva di Dio

16 Gennaio 2020

Il Comune di Cinisello Balsamo ha deciso di intitolare il pubblico giardino cittadino di via Tiziano – angolo via Verga alla figura della Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin. La cerimonia di intitolazione con svelamento della targa avrà luogo sabato 1 febbraio alle 10. Ne sono stati informati, con una lettera ufficiale del sindaco, don Antonio Novazzi, vicario episcopale della Zona pastorale VII , il decano don Alberto Capra, il parroco della parrocchia Sacra Famiglia, don Giovanni Meda, e l’associazione Amici di Cristina (www.amicidicristinaonlus.it). 

Maria Cristina Cella Mocellin
Nata a Monza il 18 agosto 1969, Maria Cristina Cella è cresciuta nella parrocchia Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo, frequentando l’oratorio e il gruppo giovani. Estroversa, allegra, brava a scuola e determinata in tutto, ha una vita di preghiera e un cammino spirituale che la porta a interrogarsi sulla vocazione fin da ragazza. Intuisce la chiamata di Dio nella sua vita, ma è ancora presto.

Nel 1984 avverte un dolore alla gamba, ma dopo visite, esami e un ricovero non risulta nulla di preoccupante. Tre anni dopo le viene diagnosticato un tumore (sarcoma alla coscia sinistra): Cristina affronta serenamente cicli di chemioterapia e un intervento chirurgico.

Durante le vacanze dai nonni conosce Carlo Mocellin, un ragazzo che rimette in discussione il suo desiderio di consacrazione al Signore e scopre così il grande amore. Inizia l’università e, ancora prima di concluderla, si sposa. È il 2 febbraio 1991. Lei e Carlo vanno a vivere in Veneto, a Carpenè, e ogni tanto Cristina torna a Milano per dare gli esami. Ci andrà anche con il pancione: infatti a dicembre nasce Francesco e, dopo solo un anno e mezzo arriva Lucia (luglio 1993).

Cristina e Carlo sono davvero felici e anche i controlli all’Istituto dei tumori danno sempre esito negativo. A ottobre Cristina si accorge di essere in attesa del terzo figlio, ma il 1° febbraio 1994 (vigilia del loro anniversario di matrimonio) scopre di avere un linfonodo con sospetta metastasi. Prima di partorire dovrà essere operata: accetta l’intervento solo quando i medici le assicurano che non metterà a rischio la vita di suo figlio, mentre rinvia le terapie. Il 28 luglio 1994 nasce il piccolo Riccardo, bello e sano come i primi due figli.

Le condizioni di Cristina non migliorano e inizia per lei un lungo calvario con frequenti ricoveri in ospedale. Nel marzo 1995 il male ha intaccato anche i polmoni. Affronta la situazione con grande coraggio, rassicura il marito, sostiene familiari e amici e soprattutto si abbandona nelle braccia di quel Dio che non l’ha mai abbandonata. Muore il 22 ottobre 1995, a soli 26 anni, lasciando tracce di santità intorno a sé.

Nel 2008 il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, colpito dalla ricchezza spirituale di questa giovane mamma, ha avviato il processo diocesano di beatificazione, che si è concluso positivamente nel 2012. È poi seguito il processo romano, che ha visto la consegna della Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis presso la Santa Sede nel luglio 2018. Oggi l’associazione Amici di Cristina raccoglie e rilancia la sua eredità spirituale nel segno della solidarietà.