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Letture Rito Ambrosiano

Sir 32,1-13; Sal 103; Mc 8,22-26

11 Febbraio 2011

Venerdi, 11 Febbraio 2011 LETTURA Lettura del libro del Siracide 32, 1-13 Se ti hanno fatto capotavola, non esaltarti. / Compòrtati con gli altri come uno di loro. / Pensa a loro e poi mettiti a tavola; / quando avrai compiuto il tuo dovere, / accòmodati per far festa con loro / e ricevere complimenti per le tue buone maniere. / Parla, o anziano, poiché ti si addice, / ma con saggezza, e non disturbare la musica. / Quando c’è un’esecuzione non effonderti in chiacchiere, / e non fare il sapiente fuori tempo. / Sigillo di rubino su ornamento d’oro / è un concerto musicale in un banchetto. / Sigillo di smeraldo in una guarnizione d’oro / è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino. / Parla, o giovane, se c’è bisogno di te, / non più di due volte se sei interrogato. / Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; / compòrtati come uno che sa e che tace a un tempo. / Fra i grandi non mostrarti presuntuoso, / e dove vi sono anziani, non ciarlare troppo. / Prima del tuono viene la folgore, / prima dell’uomo modesto viene la grazia. / All’ora stabilita àlzati e non restare per ultimo, / corri a casa e non indugiare. / Là divèrtiti e fa’ quello che ti piace, / ma non peccare con parole arroganti. / Per tutto ciò benedici chi ti ha creato, / chi ti colma dei suoi benefici. SALMO Sal 103(104) Rit.: Benedici il Signore, anima mia. Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra. ® Doni vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo cuore. Sono sazi gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati. ® Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare inni al mio Dio finché esisto. A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. ® VANGELO Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 22-26 In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».