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Letture Rito Ambrosiano

Gen 13,1b-11; Sal 118, 33-40; Pr 5,15-23; Mt 5,31-37

2 Marzo 2010

GENESI Lettura del libro della Genesi 13, 1b-11 In quei giorni. Lot era con Abram. Abram era molto ricco in bestiame, argento e oro. Abram si spostò a tappe dal Negheb fino a Betel, fino al luogo dov’era già prima la sua tenda, tra Betel e Ai, il luogo dove prima aveva costruito l’altare: lì Abram invocò il nome del Signore. Ma anche Lot, che accompagnava Abram, aveva greggi e armenti e tende, e il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. Per questo sorse una lite tra i mandriani di Abram e i mandriani di Lot. I Cananei e i Perizziti abitavano allora nella terra. Abram disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Sepàrati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra». Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte – prima che il Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra – come il giardino del Signore, come la terra d’Egitto fino a Soar. Lot scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò le tende verso oriente. Così si separarono l’uno dall’altro. SALMO Sal 118 (119), 33-40 ® Guidami, Signore, sulla tua via. Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore. ® Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità. Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno. ® Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via. Con il tuo servo mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore. ® Allontana l’insulto che mi sgomenta, poiché i tuoi giudizi sono buoni. Ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia. ® PROVERBI Lettura del libro dei Proverbi 5, 15-23 Figlio mio, / bevi l’acqua della tua cisterna / e quella che zampilla dal tuo pozzo, / perché non si effondano al di fuori le tue sorgenti / e nelle piazze i tuoi ruscelli, / ed essi siano per te solo / e non per degli estranei che sono con te. / Sia benedetta la tua sorgente, / e tu trova gioia nella donna della tua giovinezza: / cerva amabile, gazzella graziosa, / i suoi seni ti inebrino sempre, / sii sempre invaghito del suo amore! / Perché, figlio mio, perderti per la straniera / e stringerti al petto di una sconosciuta? / Poiché sono davanti agli occhi del Signore le vie dell’uomo, / egli bada a tutti i suoi sentieri. / L’empio è preda delle sue iniquità, / è tenuto stretto dalle funi del suo peccato. / Egli morirà per mancanza d’istruzione, / si perderà per la sua grande stoltezza. VANGELO Lettura del Vangelo secondo Matteo 5, 31-37 In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».