Siamo a metà anno e si può ufficialmente dirlo: il cinema italiano è tornato sui giusti binari. La pandemia ha prima bloccato le sale e poi mutato le abitudini degli spettatori: gli esercenti cinema, anche quelli delle Sale della Comunità, ne hanno risentito per primi. Ma dopo sforzi congiunti di tutta la filiera, si può finalmente affermare che il cinema in sala in Italia si sta scuotendo.
Questa è l’atmosfera che si respira a Riccione, per la 14esima edizione di Ciné – Giornate Professionali del Cinema: quattro giorni di incontro tra distributori, produttori ed esercenti. Da l’anno scorso, l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC-SdC) è diventata partner ufficiale ed è presente in questa edizione con quasi 200 volontari, un numero ancora maggiore rispetto alla precedente edizione.
I dati del settore cinematografico confermano la ripresa: a luglio 2025, dopo anni di inseguimento l’Italia è sopra la Spagna per numero di biglietti venduti ed è di poco dietro alla Germania (molto più popolosa però). Se le sfide non sono ancora finite, il cinema in sala si sta finalmente riassestando sui numeri pre-pandemici anche grazie ad alcuni titoli nostrani che hanno conquistato il pubblico.

Tra i temi affrontati a Ciné, la sala è stato ovviamente quello centrale: da tempo si lavora per creare una abitudine per la fruizione del cinema in sala, luogo in cui l’esperienza del prodotto culturale può essere vissuta nella sua forma più completa. Solo grazie al grande schermo, sì è detto, le opere riescono a entrare nella cultura e nell’immaginario collettivo.
Alcune di queste idee sono emerse dal panel organizzato da ACEC intitolato Proiezioni future. Il tema è uno dei più urgenti: l’Intelligenza Artificiale nell’arte. Il Presidente Gianluca Bernardini, ha stimolato sul palco i relatori, di provenienza molto diversa, rispetto alla sfida di mantenere la centralità della componente umana nella cultura. Per tutti e tre – Giulio Base, direttore del Torino Film Festival, Lucia Cereda di Medusa Film e Carlo Rodomonti di RAI Cinema – quella con l’IA è una sfida a evolversi, senza perdere una prerogativa che i gestori delle Sale della Comunità conoscono bene: il cinema è da sempre una “liturgia dell’incontro” e finché esisteranno le sale, il silenzio condiviso nel buio ci aiuterà a essere Comunità.


