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Vi stessi date loro da mangiare

Incontro Diocesano Ministri Straordinari della Comunione Eucaristica, Milano, Duomo – 18 novembre 2023

18 Novembre 2023

1. L’impotenza e l’affidamento.

L’enorme folla degli affamati: che cosa possiamo fare? abbiamo così poco!
L’incalcolabile bisogno di compagnia: che cosa possiamo fare? abbiamo così poco tempo!
La desolazione e lo strazio di situazioni così complicate e tragiche: che cosa possiamo fare? siamo così piccoli.

Nella costatazione dell’impotenza i credenti non si lasciano vincere dallo scoraggiamento e dalla rassegnazione. Ascoltano invece la parola di Gesù, offrono quel poco che hanno. E la benedizione del Signore che spezza il pane rende possibile sfamare i cinquemila e raccogliere le dodici ceste della sovrabbondanza.

Così i ministri straordinari della comunione eucaristica vivono il loro ministero crescendo nella docilità a Gesù e nell’affidamento alla sua parola.
Non pretendono di vedere le dodici ceste della sovrabbondanza. Continuano ad affidarsi.

 

2. L’irrilevanza e la testimonianza.

Le lamentele, le richieste, le aspettative che si raccolgono negli incontri di ogni giorno riguardano infiniti aspetti della vita. La gente scontenta, provata dalla vita, in difficoltà per la salute, l’insufficienza di risorse, l’esasperazione della burocrazia, la conflittualità dei rapporti presenta un elenco inesauribile di esigenze e di pretese.

Quello che abbiamo da offrire sembra irrilevante.
Che cosa offrono i ministri dell’Eucaristia? Non hanno né oro né argento (cfr At 3,6). Portano la presenza di Gesù, il suo amore crocifisso.

A chi interessa? Chi lo aspetta?
Talora si percepisce un senso irrilevanza, di disinteresse dell’ambiente che circonda i malati e gli anziani “chiusi in casa”, talora si ha l’impressione che neppure i malati chiedano e aspettino il dono della comunione eucaristica, si constata che mentre scompare una generazione, scompare anche un desiderio. Anche le folle che cercavano Gesù nel deserto, dopo aver mangiato il pane sovrabbondante cercano Gesù per farlo re, ma non perché hanno riconosciuto il segno (Gv 6,26).

I ministri della comunione che cosa possono fare? i credenti che cosa possono fare?
Non c’è altro da fare che dare testimonianza di una fede praticata, di una esperienza che nutre una convinzione profonda e comunicabile. Ha sete di te, Signore, l’anima mia (Sal 63,2). Da che cosa si capisce? Non per esibire un argomento convincente, ma per una intima persuasione che senza Gesù non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,1ss).

 

3. La delega e il tramite.

La tentazione della delega continua a creare solitudini e protagonismi. L’incarico diventa spesso una delega: per quei malati, pensaci tu. L’incarico rischia di diventare un potere: questo è il mio incarico, perché hanno chiesto a un altro, un’altra?

Il ministro straordinario della comunione eucaristica non è un delegato, ma un tramite: porta alle persone isolate il saluto della comunità, la grazia di essere in comunione con tutti. L’eucaristia fa dei molti un cuore solo e un’anima sola. La presenza in chiesa è desiderabile: non è una inerzia, non è un adempimento. Quando la presenza in chiesa diventa impossibile o troppo rischiosa, chi si accorge delle assenze? Chi permette alla comunità di vivere in comunione oltre gli incontri “di presenza”?

Il ministro straordinario della comunione eucaristica è a servizio della comunione con una responsabilità personale che non è sostituita dalla comunicazione virtuale. Non perché non si valorizzi quello che l’online può offrire, ma perché la potenza salvifica della Pasqua di Gesù si è fatta corpo, pane, fuoco, carezza.