Una Chiesa vivace, sostanzialmente disponibile ai molti cambiamenti in atto nella vita pastorale; la più grande zona della Diocesi ambrosiana per estensione territoriale, ricchissima dal punto di vista paesaggistico, con montagne, sette laghi, bellissimi monumenti e siti culturali, la spettacolare salita del Sacro Monte, con il Santuario, patrimonio Unesco dell’Umanità. Questa è la Zona pastorale di Varese che si prepara ad accogliere l’arcivescovo Angelo Scola.
Una terra di grandi fervori culturali e spirituali: cinque comunità monastiche di clausura, una maschile a Dumenza e quattro femminili (al Sacro Monte e Agra le Romite, le Benedettine del SS. Sacramento a Gallarate e le Passioniste a Gornate Olona), non smettono di invocare il dono dello Spirito sulle 235 parrocchie, la metà delle quali ormai riunite nelle 29 comunità pastorali; mentre Villa Cagnola a Gazzada rappresenta il fiore all’occhiello di una riflessione culturale di livello altissimo, come il prossimo convegno internazionale sulla catechesi (in programma dal 20 al 22 ottobre) che interesserà tutte le aree linguistiche europee.
«Siamo in una Zona pastorale tutt’altro che stanca – esordisce il vicario episcopale, monsignor Luigi Stucchi -. Io sono quotidianamente in ascolto e in contatto con un clero e un laicato che trovo generalmente disponibili a interrogarsi e a camminare verso le necessarie innovazioni della vita pastorale, che ci chiedono di elaborare soluzioni organizzative nuove, come le comunità pastorali, che esprimono una scelta di sempre maggiore comunione e corresponsabilità nel pensare e vivere la Chiesa. È effettivamente un cammino lungo, che impegna tutti, i preti in particolare, che spesso devono modificare dopo tanti anni il loro modo di vivere il ministero. Ma la motivazione è la cosa più importante: cambiamo l’organizzazione per essere sempre più in grado di annunciare il Vangelo ed essere missionari verso tutti».
Ci sono comunque segni positivi del cambiamento in atto nella Chiesa varesina: «Alcuni segni ci sono, come per esempio belle figure di laici che sono sempre più preparati e condividono la responsabilità pastorale e il discernimento ecclesiale; penso anche ai laici responsabili degli oratori, che stanno crescendo di numero. Abbiamo avviato diverse iniziative di formazione del laicato che sono molto seguite; in zona ci sono anche tre scuole di teologia per i laici, a Gazzada, Besnate e Luino, che hanno grande successo».
E non manca l’attenzione al vissuto del territorio e alle fatiche delle famiglie… «La nostra zona vede una presenza della Caritas molto capillare, con una rete robusta in grado di intercettare i bisogni delle persone più deboli. Abbiamo il desiderio di progettare un’iniziativa sul modello del Fondo famiglia-lavoro della Diocesi. Mi propongo di coinvolgere in questo lavoro tutti coloro che hanno seguito bene in questi anni le commissioni decanali, dai volontari Caritas alle Acli. Un altro ambito importante di impegno è quello a favore dei profughi, sempre attraverso la rete Caritas mentre la nostra zona è ricca anche di iniziative concrete, realizzate nelle parrocchie, per venire incontro ai problemi abitativi dei più deboli: il prossimo 4 novembre ci sarà l’inaugurazione di Casa San Carlo, realizzata in collaborazione con la Fondazione San Carlo della Caritas, come centro di accoglienza per i senzatetto. Per quanto riguarda le famiglie, poi, in zona sono molto vivaci i gruppi familiari parrocchiali e abbiamo due importanti punti di riferimento nel consultorio di Varese Istituto La Casa e nel consultorio decanale di Gallarate. Esistono poi due “condomini solidali” e altre esperienze di comunità familiari, che sono molto interessanti».
De Filippi, da 60 anni collegio e affermata scuola alberghiera
L’Arcivescovo di Milano è atteso con ansia anche dal Collegio arcivescovile De Filippi di Varese, dove incontrerà i religiosi e le religiose della Zona pastorale. Ma sarà anche un’occasione preziosa per mostrare al cardinale Scola una realtà scolastica e di accoglienza alberghiera importante per il territorio e per la Chiesa locale. Il De Filippi ha celebrato quest’anno i 60 anni di vita e i 25 dall’istituzione della Scuola alberghiera, che oggi conta 280 studenti con un corso regionale triennale e un corso ministeriale di cinque anni, dove i ragazzi imparano l’arte della cucina e del servizio alberghiero e di sala. Il De Filippi, poi, opera come collegio universitario internazionale con 22 posti in camera singola; offre un servizio di convitto per 30 calciatori della Primavera del Varese Calcio 1910 oltre che per un buon gruppo di adulti, in maggioranza lavoratori nelle pubbliche amministrazioni. Dotato di un Centro congressi all’avanguardia, con cinque sale da 25 a 500 posti, offre l’opportunità della ristorazione e banchettistica per eventi familiari, aziendali e catering per ogni occasione. Tutto questo ha significato, lo scorso anno, il passaggio di 85 mila persone. «La visita di Scola – commenta il rettore e preside Giovanni Baggio – è uno stimolo fortissimo per tutto il nostro impegno. Nello stesso tempo, e secondo la tradizione del De Filippi, vogliamo dare un contributo, anche attraverso il Comitato scientifico, a quel dialogo e incontro tra cristianesimo e cultura, tra fede e vita, di cui la nostra epoca ha tanto bisogno».