Giovedì 19 giugno si celebra in tutta la Chiesa cattolica la solennità del Corpus Domini. In conformità alle proprie «Norme generali per Ordinamento dell’Anno Liturgico e del Calendario», da poco riviste, le comunità di Rito ambrosiano si mantengono fedeli al criterio in vigore per tutta la Chiesa, con la facoltà di avvalersi, per giuste ragioni pastorali, dell’uso del formulario della Messa della solennità del Corpus Domini anche nelle celebrazioni eucaristiche della successiva domenica.
Come per tutte le grandi solennità dell’anno liturgico, anche per il Corpus Domini il cuore della festa è costituito dalla celebrazione della liturgia eucaristica. Su di essa si innesta, quale elemento peculiare di questo giorno, la processione eucaristica per le vie della città o del paese conclusa dalla solenne benedizione eucaristica. Il proprio della Santa Messa (canti, orazioni e prefazi) offre alla preghiera e alla meditazione dei fedeli una sintesi mirabile di tutto il mistero eucaristico: l’Eucaristia come sacramento del corpo e del sangue del Signore e memoriale della sua Pasqua; l’Eucaristia come «lode perfetta e sacrificio gradito» nella quale Cristo si offre al Padre «come agnello senza macchia»; l’Eucaristia come convito di comunione, nel quale «il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza» e «il suo sangue per noi versato è nostra bevanda e ci lava da ogni colpa»; l’Eucaristia come presenza viva di Cristo che richiede la nostra fede, la nostra adorazione e la «nostra profonda venerazione».
Le letture dell’Anno A ci riportano alla radice biblica del mistero eucaristico con il segno anticipatore della manna nel cammino dell’Esodo (Dt 8), l’accento posto da Paolo sul realtà della comunione con Cristo e tra noi (1Cor 10) e la solenne autoproclamazione di Gesù: «Io sono il Pane vivo, disceso dal cielo» (Gv 6, 51-58).
Come rendere pastoralmente bella e fruttuosa la celebrazione del Corpus Domini il giovedì 19 giugno, che in Italia risulterà giorno lavorativo? Andrebbe, anzitutto, valorizzato il fatto che il giorno liturgico festivo inizia dai primi vespri della vigilia. Perciò, già il 18 giugno sera, nell’ora più opportuna, in tutte le parrocchie, o almeno in una parrocchia per Unità o Comunità pastorale potrebbe esserci una solenne celebrazione eucaristica con la convocazione esplicita di tutti i gruppi parrocchiali, dei ragazzi che frequentano l’oratorio feriale, specialmente quelli della Prima Comunione e della Cresima con le loro famiglie. Un simile appuntamento comunitario potrebbe poi essere reduplicato o ricollocato il 19 sera, specialmente se al termine della Messa venisse prevista la solenne processione eucaristica, altrimenti celebrata la sera della domenica successiva. Si tratta, cioè, di attivare in modo creativo momenti forti che aiutino a recuperare la bellezza e la profondità spirituale di questo giorno, senza ricorrere alla scorciatoia di spostare tutto alla domenica.