Share

Brescia

«Una scuola di comunione
antidoto all’individualismo»

La tavola rotonda su “La santità familiare nell’esperienza del lavoro” ha sottolineato la portata profetica del tema “La famiglia, il lavoro, la festa”

di Massimo VENTURELLI

31 Maggio 2012

«Durante i primi incontri di lavoro, man mano che il dibattito si faceva sempre più stretto intorno alle parole famiglia, lavoro e festa andava crescendo in noi la riflessione di quanto un tema del genere potesse risultare stonato in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo». L’ammissione di una perplessità, la semplice esternazione di un dubbio ha dato il là alla tavola rotonda internazionale, momento centrale della “trasferta bresciana”, nel pomeriggio del 31 maggio, per 450 partecipanti al VII Incontro mondiale delle Famiglie.

L’innocente outing è servito a Carlo e Maria Volpini, marito e moglie responsabili internazionali del movimento delle Equipes Notre Dame, moderatori del confronto a più voci sul tema “La santità familiare nell’esperienza del lavoro”, per sottolineare al contrario la portata profetica dell’abbinamento di quelle tre parole. Una portata profetica che ha finito con risaltare anche sotto le volte della Cattedrale di Brescia che ha aperto le sue porte alla tavola rotonda.

A Fulvio De Giorgi, docente di Storia della pedagogia presso l’Università di Modena e di Reggio Emilia, è stato affidato il compito di delineare contesti attuali segnati da molteplici ideologie che producono effetti profondi su vissuti personali e familiari, a partire da quello della fede pesantemente messo alla prova. «Proprio i legami coniugali e familiari, autentica scuola di comunione – ha sottolineato De Giorgi, entrando nello specifico della tavola rotonda – possono essere antidoto all’individualismo imperante».

Il passaggio dalla teoria alla prassi è venuto dalle testimonianze portate da Alejandro e Maria Rosa Scarano (Argentina) e da Eric e Marielle Barthelemy (Francia). Due coppie per tanti aspetti diverse, accomunate, però dal vivere, grazie a un costante riferimento alla fede e al Vangelo, in modo autentico la dimensione di quella santità familiare che non è completa e autentica se non irradia anche altre dimensioni della vita, compresa quella del lavoro. Un segnale di speranza che la famiglia, chiesa domestica, può offrire alla Chiesa universale.