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Un concorso contro il cyberbullismo

Consiglio regionale e Corecom l’hanno proposto ai ragazzi delle scuole nel corso di una giornata di studio dedicata all’uso corretto dei new media

16 Novembre 2011

“Doma il bullo”: un concorso a premi per i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, che premierà i migliori video girati con  telefonini e smart phone, per battere il bullismo e per abituare a un “buon” uso dei nuovi media.

Il concorso è stato presentato questa mattina dal Consiglio regionale nell’ambito del convegno su “Ragazzi 2.0, cyberbullismo e social networking”, organizzato in collaborazione con il Corecom (l’organo di governo e controllo in materia di comunicazione: il concorso partirà nei prossimi mesi con scadenza a fine febbraio (info e bando: www.domailbullo.it)

Il problema del bullismo via web è un fenomeno recente in forte espansione, che vede i ragazzi, nativi digitali, esposti a comportamenti lesivi e violenti da parte da parte di “predatori digitali” che godono quasi sempre di un assoluto anonimato, come è emerso nel convegno.

Il fenomeno – ha riferito Maria Grazia Zanaboni – comincia a essere considerato un’emergenza negli Stati Uniti, da cui provengono ricerche che indicano nel 20% dei ragazzi fra la preadolescenza e i 18 anni (connessi in media 7 ore su 24) le vittime di questo tipo di prevaricazioni.

Comportamenti cui anche le istituzioni devono porre attenzione, secondo il presidente Davide Boni, che ha sottolineato la positiva sinergia fra il Consiglio regionale e il Corecom anche per quanto riguarda la frontiera dei nuovi media. In Italia si accede per la prima volta al web fra i 9 e i 10 anni – ha ricordato Fabio Minoli, presidente del Corecom -, mentre l’azione di monitoraggio e controllo della navigazione, da parte dei genitori, risulta purtroppo pressoché assente in oltre la metà dei casi, anche per ragioni di scarsa dimestichezza degli adulti con le nuove tecnologie. Ciò che occorre, quindi, quale complemento alle azioni di e controllo, è un’informazione accurata alle famiglie e agli stessi ragazzi attraverso ogni canale possibile, primo tra tutti la scuola.

Ai lavori hanno partecipato psicologi, giornalisti, rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale e della Polizia Postale, delle associazioni dei genitori e degli operatori.