Per la prima volta da quando è iniziato, 34 anni fa, il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, organizzato dai fratelli di Taizé, si svolge a Berlino. Dal 28 dicembre al 1° gennaio 2012, la capitale tedesca ospita circa 30 mila giovani europei che hanno deciso di trascorrere una fine dell’anno diversa, fatta di preghiera comune, meditazione, incontri con altri giovani e riflessione sulle tematiche più profonde che riguardano la vita umana e la fede, ma anche i problemi attuali, sotto la guida dei fratelli della Comunità fondata in Francia da frère Roger.
I giovani avranno momenti di preghiera e pasti comuni nella grande struttura della fiera di Messegelände, mentre alla mattina si ritroveranno in piccoli gruppi nelle parrocchie delle famiglie che li ospitano, dove dopo la preghiera e la lettura di brani della Bibbia si confronteranno tra di loro. La sera del 31 dicembre è prevista una veglia di preghiera per la pace seguita dalla “Festa delle Nazioni”.
In occasione dell’incontro europeo il priore della Comunità, frère Alois, ha scritto una lettera dal titolo Verso una nuova solidarietà. Frère David, che si occupa dei rapporti con i media, fa il punto della situazione.
Chi sono quest’anno i giovani europei che hanno deciso di venire a Berlino?
Numerosi saranno i tedeschi, circa 10 mila; dopo di loro il gruppo più corposo sarà quello dei polacchi, 6000, seguiti da croati, francesi e ucraini, 2000 da ogni Paese e da 1800 italiani. Una sorpresa la presenza notevole dei bielorussi, 700; ci saranno poi 500-600 lituani, rumeni e portoghesi. Quest’anno avremo, per la prima volta, un gruppo di 30 giovani di Hong-Kong e, infine, parteciperanno anche pellegrini provenienti da Giappone, Corea e Argentina.
La “cifra” dell’Incontro dell’anno scorso, a Rotterdam, era sicuramente quella dell’apertura multiculturale: come si caratterizza, invece, l’Incontro di Berlino?
La capitale tedesca è una città che ha tutta una sua storia e che ha vissuto, in tempi abbastanza recenti, una divisione che era fisica, a causa del muro, ma anche familiare e sociale. Oggi la gente cerca di andare avanti, c’è una grande forza nella popolazione che non si lascia scoraggiare e guarda verso il futuro, anche se non dimentica il passato prossimo. C’è un forte desiderio di riconciliazione, in un contesto in cui vivono insieme persone di religioni diverse, come ebrei, musulmani con cui abbiamo programmato incontri di approfondimento e scambio, ma anche provenienti da Paesi diversi, come turchi, africani, europei dell’Est. Questo desiderio di riconciliazione lo vediamo attraversare tutta la città e unire anche persone credenti e non credenti.
La lettera di quest’anno di frère Alois è dedicata alla solidarietà: la crisi che sta attraversando l’Europa irrompe nell’incontro di quest’anno?
Le preoccupazioni economiche, ma anche le questioni politiche, sono oggi in cima ai pensieri dei giovani europei, per cui negli incontri tematici abbiamo invitato alcuni economisti e abbiamo organizzato due appuntamenti con i membri del Parlamento tedesco che si sono resi disponibili a rispondere alle domande dei giovani. Abbiamo poi notato che molti non sono potuti venire perché non si potevano pagare il biglietto e altri si sono dovuti inventare delle attività per auto-finanziarsi: in difficoltà si sono trovati, soprattutto, polacchi, lituani e rumeni, ma in realtà la sofferenza economica è diffusa. Nella sua lettera frére Alois s’interroga molto sulla «nuova solidarietà» e i suoi fondamenti, che vanno ricercati nella «fiducia» e nella «necessità della condivisione», che può unire «i credenti di differenti religioni» e i «credenti e non credenti».
Le difficoltà economiche hanno “oscurato” i valori che la Comunità porta avanti da sempre, quelli dell’unità e della riconciliazione tra le Chiese?
Nei nostri incontri cattolici, protestanti e ortodossi pregano insieme: l’unità è già vissuta. Non sentono particolari differenze tra di loro mentre le preoccupazioni, anche economiche, sono le stesse per tutti i giovani europei.
La Comunità di Taizé è stata invitata a Berlino dall’arcivescovo cattolico Georg Maximilian Sterzinsky, dal vescovo luterano, Markus Dröge, e dal sindaco della città, Klaus Wowereit: com’è stata, nella preparazione dell’incontro, la collaborazione tra le Chiese e con le istituzioni?
Da settembre un gruppo di fratelli è a Berlino, con i volontari, per preparare questo evento. La difficoltà maggiore, che abbiamo riscontrato è che le parrocchie, sia cattoliche sia protestanti, sono piccole, nel senso di poco frequentate. L’organizzazione logistica non era facile, in queste condizioni, ed è stata molto sorprendente la grande collaborazione che ci è venuta dall’autorità civile, che ha mobilitato la città e le famiglie tedesche per l’accoglienza, ha messo a disposizione le stazioni della metro per pubblicizzare l’evento e ci ha appoggiato in tutti i modi possibili.