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Sora Maria Cioban: pescatrice di speranze

9 Novembre 2004

Suor Maria Cioban è rumena, 41 anni, sguardo tenero e seve ro, occhi neri, segue bambini abbandonati o con gravi difficoltà familiari alle spalle presso il
Centro Caritas S. Joan a Bucaresti, che accoglie dodici ragazzi dagli undici ai diciassette anni.

In questa casa di accoglienza, ogni pomeriggio, veniamo per l’animazione con i sei ragazzi rimasti al centro. Gli altri, più fortunati, sono in vacanza in famiglia o da parenti.
Tutti i ragazzi chiamano “sora” suor Maria, in realtà è la loro guida. E’ un pozzo artesiano di gioia di vivere , contemplativa e attiva nel promuovere vita alla vita.

Molto disinvolta le piace giocare con i ragazzi diventando bambina: salta, canta, corre con loro nella strada. Sorridendo dice “mi considerano una suora pazza, ma per seguire Cristo bisogna avere un pizzico di pazzia, sale che dà sapore all’avventura cristiana ”.

La sua è una vocazione tardiva, ma convinta. Sino a 29 anni suor Maria lavora con i fratelli in una impresa familiare di ceramiche .
Le piacciono le relazioni sociali, guidare la macchina e fumare. Una domenica, dopo l’ascolto evangelico di “la messe è molta, ma gli operai sono pochi” arriva il fulmine della conversione.

In pochi mesi inizia l’esodo verso il noviziato religioso e prende i voti nella regola delle suore di Maria Bambina.
Suor Maria inizia il suo servizio con l’assitenza ai malati prima poi, nel ’93, ad un servizio di frontiera nelle vie fognarie di Bucarest dove si consuma la tragedia di bambini, ragazzi, allo sbando che aspirano “aurolac ”, la droga in un sacchetto di plastica per togliersi la fame.

Inizia l’assistenza ai ragazzi di strada alla “Gara du Nord” , la stazione ferroviaria di Bucaresti.
Pulisce feci e orina, ancora calde, di bambini piccoli, lava le loro teste dalle quali sale un purulento pus che ingolla l’esercito dei pidocchi.

Tra le storie più toccanti quella di un bambino di tre anni, ora adolescente e inserito nella vita sociale, salvato in un inverno dai morsi del freddo e della fame.
Molte cose sono cambiate da quando il clown Miloud diede volto alla tragedia dei bambini nelle bolgie fognarie di Bucaresti.

Anche sui bambini di strada è arrivata la speculazione, per suor Maria non si parte più dai bisogni reali dei bambini, ma dagli interessi che possono procurare. Nonostante questa amara confidenza suor Maria non ha dubbi
“bisogna investire la vita nella vita”.