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Saronno

“Silvio Pellico”: 100 anni
di cultura e spettacolo

La sala cittadina ha da poco festeggiato il proprio centenario di vita

di Vittorio MASTRORILLI

24 Ottobre 2013

Un grande festa per rinnovare un’identità costruita nel passato e guardare con decisione al futuro: questa è stata il 13 ottobre scorso la serata che si è tenuta al Cinema Silvio Pellico di Saronno per l’apertura dell’Anno Centenario della sala. Era infatti il 13 ottobre 1912, una domenica sera, quando l’orchestra diretta dal maestro Edoardo Ferioli e composta da professori del Teatro alla Scala di Milano inaugurava il “Salone Teatro Silvio Pellico” con un «grande concerto strumentale e vocale».

Un bisogno sentito

Cento anni di vita sono un traguardo importante quanto incerto per una sala di spettacolo, soprattutto se solo questo fosse lo scopo con cui è stata costruita e gestita. In realtà ripercorrere gli eventi che hanno portato alla nascita del “Salone Teatro Silvio Pellico” vuol dire recuperare il senso di un bisogno educativo e sociale molto sentito nella popolazione Saronnese, potremmo dire tranquillamente allora come oggi.

Articoli, disegni di progetto, foto d’epoca, rendiconti e bilanci – conservati nell’archivio parrocchiale e riprodotti nella bella Mostra esposta in occasione del centenario nel foyer della sala – raccontano come agli inizi del ’900, in una Saronno in pieno sviluppo industriale, «il teatro nostro era un bisogno della nostra popolazione» perché «l’assenteismo di molte famiglie alle rappresentazioni del nostro oratorio era scusato dalla mancanza di locale adatto […] L’ambiente è importantissimo…». Emerge così da subito la volontà di creare un luogo che non fosse solo consono a una sana socialità cittadina, ma che nella struttura e nei contenuti fosse anche riverbero di una bellezza capace di destare ammirazione e attenzione. E tale fu già alla sua inaugurazione: «Un ben ideato e grandioso fabbricato, che strappa le meraviglie di tutti i visitatori».

Una sala quindi voluta dai cattolici saronnesi che riescono a coagulare attorno a questa impresa tutta la popolazione di Saronno, a partire dal Sindaco e dalla altre figure di riferimento del paese, con la costituzione di una società in cui sono presenti anche i sacerdoti  a partire da don Andrea Guidali, parroco dell’epoca. E’ importante sottolineare come questa coesione tra capitale privato e comunità parrocchiale si dimostri una antesignana risposta di sussidiarietà a un bisogno importante quanto oneroso : quello di uno spazio adatto all’esigenza di una dimensione educativa anche nel divertimento, in particolare dei giovani. Lo dimostra anche il fatto che la sala nasce in quello che era già allora il perimetro dell’Oratorio parrocchiale di via Legnani.

Un’esigenza educativa

Colpisce dunque, e rilancia la storia di ieri con l’attualità di oggi, che il Salone Teatro Silvio Pellico nasce da una profonda preoccupazione educativa, centenaria ma moderna nella sua immutata attualità. Questa consapevolezza aiuta la nascita della sala che viene realizzata in poco più di 20 mesi, grazie alla generosità di tutti i saronnesi, in una grande coesione di popolo sostenuta con gesti semplici come una pesca di beneficenza dove ognuno portava quello che poteva o il ricavato di una passeggiata pro-salone.

Il teatro viene così aperto per la prima volta il 15 settembre 1912 per la solenne benedizione in occasione della Festa dell’Oratorio, con una struttura interna diversa da quella attuale : una sala all’avanguardia per l’epoca, con una grande platea a forma di settore circolare di oltre 400 posti, con il palcoscenico sul vertice, la buca per l’orchestra e una balconata per 20 palchi sorretta da ricercate colonnine in ghisa che inglobavano anche l’illuminazione.

Da subito la sala inizia la sua attività, a servizio di tutti i saronnesi. Diverse sono in questi 100 anni le società a cui la parrocchia demanda la gestione della sua sala, che diviene e consolida nel tempo il suo importante ruolo di risorsa culturale per la città.

Guardare al futuro

Oggi – assunto l’attuale aspetto di sala cinematografica con la ristrutturazione del 1948 e abbandonata ormai  da tempo l’attività teatrale – il Silvio Pellico prosegue e persegue questo suo ruolo centrale nella vita sociale di Saronno con una programmazione cinematografica attenta anche nella parte propriamente commerciale, a cui si affiancano iniziative ormai più che decennali – molte delle quali realizzate in collaborazione con il Comune – come il cineforum, le proiezioni per le scuole, il cinema a merenda per i ragazzi e l’arena estiva.  Anche la musica nella forma operistica ha da due anni trovato di nuovo spazio in questa sala, come negli inizi di un secolo fa, ma con il supporto innovativo e tecnologico della trasmissione via satellite e della proiezione digitale in alta definizione. Nel 2010 il Silvio Pellico infatti è stata la prima monosala della provincia di Varese a installare la tecnologia di proiezione digitale 2k completa di 3D e di impianto di ricezione satellite.

Guardare al futuro quindi, conservando e accrescendo la simpatia e l’apprezzamento di chi frequenta la sala e il ruolo culturale e sociale per cui è nata : questo è il Silvio Pellico dei prossimi 100 anni!

Adeguarsi a una nuova realtà

Il Silvio Pellico è una sala legata alla comunità parrocchiale che l’ha voluta e costruita. Anche la stessa collocazione strutturale, cogente all’Oratorio con cui condivide parte degli spazi ne fa da sempre una Sala della Comunità, coerente in termini di programmazione e proposte. Ma una nuova sfida è alle porte : le 6 parrocchie esistenti a Saronno sono ora l’unica realtà, la Comunità Pastorale “Crocifisso Risorto”. Il Prevosto monsignor Armando Cattaneo - da pochi mesi responsabile della nuova realtà pastorale saronnese - sottolinea come questo cambiamento chiede a tutti una novità di sguardo, più ampio ma anche più attento. Anche il Silvio Pellico dovrà entrare in questa nuova dimensione, costituendo un “sistema di rete” con gli altri spazi esistenti nelle varie parrocchie, così che ognuno di questi - nella specificità del singolo allestimento e delle possibilità operative concrete - possa essere una risorsa a servizio dell’intera comunità pastorale.