Da bravi artisti quali sono, non si fanno spaventare dalla strada. Ma l’Orchestra multietnica di via Padova di Milano dal 25 novembre è senza sede. Nata nel 2006, è composta da 17 artisti di 8 nazionalità diverse: il repertorio spazia dalla musica berbera a quella ucraina. Due i cd finora realizzati: Tunjà (“Verità” in lingua bambarà) e Stanotte!.
«Per due anni siamo stati ospiti dell’Anpi di Crescenzago nella palazzina di piazza Costantino 1 – racconta Massimo Latronico, direttore dell’Orchestra -. Nel maggio 2011 abbiamo occupato una stanza abbandonata sul retro dell’edificio e l’abbiamo attrezzata come sala prove».
L’immobile, però, è della Property Management Italia srl, società collegata alla Bnp Paribas – Real Estate, che non ha gradito e venerdì scorso ha fatto cambiare le serrature alla stanza occupata. «Senza avvisarci e con dentro tutti i nostri strumenti musicali», sottolinea Latronico. Ora gli strumenti sono stati liberati. Ma l’Orchestra è senza casa. «Abbiamo provato a cercare un accordo con la proprietà. Speravamo di ottenere un contratto simile a quello che hanno le associazioni ospitate da tempo nella palazzina, ma la risposta è stata negativa».
Nella palazzina sono ospitate (alcune da decenni) l’Anpi, Legambiente, il Corpo musicale di Crescenzago e la Compagnia delle Opere. Per l’Orchestra però non c’è posto. «Sia chiaro, non ne facciamo una tragedia, ma il paradosso è che proprio grazie a questa nuova sede avevamo messo radici per cominciare ad attivare insieme ad altre associazioni di quartiere un progetto di cultural factory, ovvero un luogo dove si incontrano diverse esperienze musicali e culturali, esattamente come succede nei nostri concerti». «Nella sede tenevamo anche lezioni di musica per i ragazzi di via Padova», aggiunge Latronico che lancia un appello: «Cerchiamo una nuova sede: se qualcuno può aiutarci si faccia avanti».