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Venegono Inferiore

Seminario, lavori anche alla storica torre

Il punto sulla ristrutturazione con l’economo generale don Roberto Rossi: «Tutto procede a ritmo serrato e si prevede di poter ospitare già a metà settembre la Comunità Propedeutica e il Biennio Teologico, almeno per quanto riguarda le aule e gli ambienti comuni»

di don Roberto ROSSI Economo Generale del Seminario

14 Luglio 2013

È assai facile notare nel panorama prealpino del varesotto il Seminario di Venegono, la “grande nave” ancorata sulla collina del Belvedere. Quando nei giorni di sole il cielo è limpido, dalla balconata dal Sacro Monte di Varese, spingendo lo sguardo a sud, per sapersi orientare e riconoscere i vari paesi, uno dei riferimenti utili è il grande complesso del Seminario. Come pure salendo dalla pianura verso Varese, non è difficile scorgere, svettante nel cielo, la torre del Seminario. Anche se, in questi giorni, è stata celata dalle impalcature del cantiere.

“Spettacolo” insolito e raro (per fortuna) perché l’ultima volta che la si vide “ingabbiata” fu per la sua costruzione, 83 anni fa circa! Infatti i lavori per la ristrutturazione del secondo lotto del Seminario, l’ala cosiddetta del “Liceo”, procedono a ritmo serrato, così da poter ospitare già a metà settembre i seminaristi della Comunità propedeutica e del Biennio teologico, almeno per quanto riguarda le aule e gli ambienti comuni. E così anche la torre del Seminario finalmente avrà il suo restyling, dato che i suoi ottant’anni si facevano sentire o, meglio, notare: distacco e caduta di intonaci, difformità rispetto alle norme di sicurezza, obsolescenza degli impianti.

Legittima però è la domanda: perché c’è una torre in Seminario? Con i suoi 64 metri di altezza essa innanzitutto svolge la funzione, necessaria nei primi decenni dello scorso anno, di serbatoio dell’acqua, così da garantire che dai numerosi rubinetti di tutto il complesso uscisse regolarmente acqua. La torre fu realizzata con il contributo economico della città di Busto Arsizio che così volle onorare l’illustre concittadino cardinale Eugenio Tosi, arcivescovo di Milano, che del complesso venegonese pose la prima pietra il 6 febbraio 1928, ma non ne vide la completa realizzazione. Morì infatti nel gennaio del 1929 mentre «nell’agonia sognava il suo Seminario» come fecero incidere i «concittadini bustesi» nella pietra ai piedi della torre sotto il medaglione di bronzo che ritrae il volto del “loro” Cardinale.

Oltre al serbatoio, nei piani sottostanti della torre furono ricavate camere e studi, ma è più interessante ricordare che negli ultimi piani trovarono installazione alcuni strumenti di rilevazione meteorologica dell’Osservatorio di Fisica Terrestre del Seminario di Venegono (sebbene inaugurato già nel 1927 nel Seminario di Monza, funzionò concretamente nel nuovo Seminario e rimase attivo fino al 1987). L’interesse principale era per la meteorologia, ma osservazioni erano condotte anche nel campo delle radiazioni solari e dell’attività sismica. Alla sommità della torre ogni giorno alcuni seminaristi, sotto la direzione di un sacerdote insegnante di materie scientifiche, ascendevano per raccogliere i dati rilevati dai vari strumenti, che poi venivano registrati, sui quali si facevano calcoli e che erano anche inviati all’Osservatorio del Campo dei Fiori (ma richiesti pure da altri enti pubblici e privati, imprese e società, nonché da… procuratori legali per contenziosi dipendenti da eventi atmosferici!).

Più semplicemente è da evidenziare che raggiungere la cima della torre e godere del favoloso panorama, nei giorni in cui il cielo è terso (e qualcuno dice di aver visto anche la Madonnina del Duomo!), è stato il desiderio di molti seminaristi, realizzato anche di nascosto dai superiori. Quindi, sebbene abbia solo ottanta anni, la torre vanta una significativa storia che le fa meritare l’impegno oneroso (basti pensare al solo costo del ponteggio!) per la sua ristrutturazione sperando che la generosità della Diocesi continui, come avvenne per la sua edificazione.