«Per essere felici e lieti bisogna avere ricevuto un dono e noi oggi lo siamo perché il Signore ci ha dato il grande dono della Beatificazione, come pure quello di aver potuto partecipare di persona a questo evento che, sono sicuro, marcherà la storia». Dice così il cardinale Scola, prendendo la parola per una breve riflessione al termine della Messa di ringraziamento per la beatificazione di Paolo VI.
«Adesso, tuttavia – prosegue -, dobbiamo trafficare questo dono e recuperare l’insegnamento del Beato per un amore totale alla Chiesa». Chiesa che non è, ammonisce il Cardinale, «una somma di partiti, un luogo di compromesso tra sponde contrapposte, ma è la Sposa che ci offre il pensiero di Cristo, fatto dello sguardo, del giudizio e dell’azione di Lui».
L’Arcivescovo si sofferma brevemente anche sui giorni del Sinodo straordinario e su ciò che ne è emerso: «Il tema della famiglia deve diventare soggetto della pastorale e non solo oggetto di cura da parte di sacerdoti e specialisti – scandisce -. Questa è la strada per recuperare anche quel peso e quell’importanza del fedele laico che invochiamo da cinquant’anni, ma che fatichiamo a vedere realizzati».
Ma cosa significa «famiglia soggetto»? Senza mezzi termini la risposta del Cardinale: «Significa che ognuno deve sentire l’urgenza di comunicare la bellezza dell’amore tra uomo e donna, fedele e aperto alla vita, e far conoscere la bellezza di seguire Gesù nella concretezza e nell’apertura a tutte le persone indistintamente… Prendi l’iniziativa, tu famiglia, per divenire vero soggetto di Chiesa, bussa alla porta del vicino di casa che ha dimenticato il battesimo, condividi il bisogno, testimonia, appunto, la bellezza di un tale seguire il Signore. Questo è il tempo…», aggiunge.
E questo è anche l’invito del Sinodo, che l’Arcivescovo ripete con particolare forza: «Un invito che è abbraccio per tutti, strada per affrontare i momenti più difficili del presente». E prima che l’Assemblea si sciolga, ancora un auspicio: «Chiediamo l’intercessione del Beato e preghiamo perché la nostra gioia sia, nel ritorno in Diocesi, veramente piena».