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13 dicembre

Scola alla SS. Trinità,
parrocchia viva e solidale

L’Arcivescovo celebra la Messa vigiliare in occasione del 50° anniversario della posa della prima pietra della chiesa. Parla il parroco don Mario Longo

di Cristina CONTI

7 Dicembre 2014

Sabato 13 dicembre il cardinale Angelo Scola sarà in visita pastorale alla parrocchia SS. Trinità di via Giusti 25 a Milano. Alle 18 celebrerà la Messa e al termine farà un incontro con i preti del decanato Sempione. Abbiamo chiesto al parroco, don Mario Longo, quali sono le caratteristiche di questo territorio.

La visita del Cardinale avviene in un momento particolare?
Sì, in occasione del 50° anniversario della posa della prima pietra della nostra chiesa. Per prepararci abbiamo dedicato la settimana di esercizi spirituali, che ogni anno si svolge nella nostra parrocchia, alla Lettera di Pietro.

Quali sono le attività presenti da voi?
Siamo nella Chinatown milanese, dunque nella vita della nostra comunità c’è un’attenzione particolare per i cinesi che abitano in questo quartiere. Su un totale di 15 mila abitanti i cinesi sono al massimo 1.500, alcuni residenti, altri proprietari di negozi. Il 90% degli esercizi commerciali è cinese. Da noi ci sono però anche molti milanesi doc, perché comunque siamo in una zona vicino al centro. Qui ha sede la cappellania cinese della Diocesi: un sacerdote segue questa comunità e celebra alla domenica pomeriggio l’Eucarestia nella loro lingua. Non mancano poi immigrati di altre nazionalità, soprattutto filippini. Un’attenzione particolare ai temi dell’integrazione viene svolta dall’associazione Giulio Aleni, costituita dalla cappellania, dalla parrocchia e da laici, che aiuta i cinesi nel disbrigo delle pratiche e organizza corsi di italiano per cinesi e di cinese per italiani, oltre a una scuola di lingua e cultura per i ragazzi al sabato e durante l’estate con più di 100 iscritti. La nostra è dunque un’attività parrocchiale di frontiera. Puntiamo molto sull’oratorio, frequentato ogni giorno da 350 ragazzi, dove si svolge un’integrazione reale tra giovani e adulti, uomini e donne, etnie differenti. Tra le attività parrocchiali ci sono anche un doposcuola in italiano e cinese, la scuola di musica in oratorio (dove si insegnano percussioni, pianoforte e canto) e le squadre di basket, calcio e pallavolo.

E la catechesi?
Il catechismo ripropone le modalità che avevo provato quando ero a Civate (Mi) quindici anni fa: seguiamo gli schemi e le prospettive della Diocesi, ma in maniera molto esperienziale, viva e bella; una proposta che sta dando molti frutti. Negli ultimi anni, infatti, sono stati una trentina i ragazzi a partire dagli otto anni che hanno chiesto di ricevere il Battesimo: sono italiani, i cinesi di solito lo chiedono da adulti. Per venire incontro alle tante richieste abbiamo creato il “Gruppo Discovery” (della scoperta) che offre percorsi ben definiti per chi chiede questo sacramento. I ragazzi, inoltre, continuano a frequentare la parrocchia anche dopo la cresima.

Avete altre iniziative per la comunità?
Sì, direi che è importante ricordare l’adorazione eucaristica con l’esposizione del Santissimo tutti i lunedì. Poi abbiamo una sala di proiezione per film e rappresentazioni teatrali con 96 posti, dedicata a mons. Padovese, ucciso in Turchia quattro anni fa, e il teatro Verga di proprietà della parrocchia, al momento occupato da un’associazione. Alcune rappresentazioni di carattere religioso si svolgono anche all’interno della nostra chiesa. Al giovedì pomeriggio e alla sera si svolge poi la lettura continua della Bibbia: finiremo tra quattro anni. Da noi è molto forte, infine, l’attenzione ai mass media. Sul sito www.trinita.tv ci sono tutte le nostre attività: vi si trovano anche le catechesi sul Concilio che abbiamo tenuto lo scorso anno e la lettura continua della Bibbia. Un’attenzione particolare viene dedicata anche al rispetto del creato, la nostra parrocchia ha sul tetto un impianto fotovoltaico con 360 pannelli, primo o secondo per produzione di energia in tutta Milano e una pista di skate realizzata in cemento ecologico catalitico. Nell’oratorio si trova la cappella di Samuele: una realtà unica e irripetibile. Da vedere! Lo stile è quello della cappella Oasi David di Civate, ma qui lo spunto è vocazionale, un’esperienza che potrebbe essere utile anche ad altre parrocchie.

La crisi si è sentita molto sul vostro territorio?
Sì, molta gente chiede aiuto e tanti hanno perso il lavoro. Per venire incontro a queste difficoltà abbiamo un Centro d’ascolto che funziona molto bene, in collaborazione con la Caritas diocesana.

E gli anziani?
Sono molti e presenti. I funerali qui riguardano di solito persone tra i 90 e i 100 anni. Al mercoledì si ritrova il gruppo della terza età che comprende circa una trentina di persone, soprattutto donne, per incontri, film o tombolate. Gli uomini di solito preferiscono il bar della parrocchia o dell’oratorio dove stanno insieme ai ragazzi.