In dicembre oltre quaranta famiglie Rom sono state allontanate da tre campi abusivi: fra loro anche bambini che frequentano la scuola.
Tra neve e freddo il 3 dicembre in via Monte Altissimo sono state sgomberate trenta famiglie con bambini iscritti alle primarie del quartiere. Lo stesso giorno nuovo sgombero di famiglie Rom in viale Certosa, dove sono stati coinvolti due bambini che frequentano la scuola elementare. Il terzo sgombero è stato effettuato il 5 dicembre sotto il cavalcavia di Bacula, da dove sono state allontanate cinque famiglie (due delle quali reduci da via Monte Altissimo).
Flaviana Robbiati, una delle “mamme-maestre” di Rubattino, conosce una donna Rom sgomberata: «Suo figlio – precisa – frequenta regolarmente la scuola, l’unico posto dove può stare al caldo e mangiare». La donna Rom aveva una tenda che non è riuscita a salvare durante lo sgombero. Ora vive in una baracca allestita di fretta con il marito. In questi giorni di freddo intenso chiede indumenti pesanti, scarpe per i figli e coperte, sia per coprirsi, sia per foderare le pareti della baracca per isolarsi dal freddo. «Ho della frutta e qualche panettone – racconta Flaviana -. Vado a trovarla ed entro nella baracca. Mi offre un caffè. Albert (7 anni) toglie il quaderno dallo zaino per farmelo vedere; tratti incerti, un po’ troppo per un bambino che fa la seconda, ma gli brillano gli occhi quando parla dei compagni e della maestra…».
Un’altra maestra dice: «Sono cattolica e Gesù è nato in una capanna perché era come un Rom. Pensiamoci un attimo! Un bambino sgomberato lo ricorderà tutta la vita, come il bambino picchiato o maltrattato. Ricordiamoci che il bambino è il futuro».
La Comunità di Sant’Egidio da tempo segue famiglie Rom aiutando i bambini nel percorso di scolarizzazione. Per la prima volta i suoi volontari non hanno potuto, come in passato, essere presenti nell’emergenza dello sgombero per dare un aiuto alle famiglie e ai bambini. La Comunità continua la raccolta di fondi per le borse di studio a favore della scolarizzazione. Chi desidera sostenere il progetto può scrivere al seguente indirizzo: santegidio.rubattino@gmail.com