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Progetto

“RiEmergo”, uno sportello per contrastare
corruzione, usura e contraffazione

Criminalità: tra chi è coinvolto, 1 su 10 è imprenditore. Presentata l’iniziativa di Unioncamere Lombardia e delle Camere di commercio insieme a Regione Lombardia

16 Dicembre 2014

Ascolto, anonimato, prevenzione, aiuto alla denuncia: sono gli obiettivi degli Sportelli “RiEmergo” delle Camere di commercio in Lombardia da febbraio 2015 gestiranno e dove opportuno re-indirizzeranno nel modo più corretto le istanze delle imprese per supportarle in stretta sinergia con le forze dell’ordine, ong e associazioni imprenditoriali. L’iniziativa è stata presentata oggi al convegno in Camera di commercio di Milano.

Nasce la rete degli sportelli “RiEmergo” con la partecipazione delle Camere di commercio di Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza Brianza, Pavia e Sondrio. Unioncamere Lombardia coordina il progetto. Le altre Camere di commercio lombarde si aggiungeranno a febbraio, per partire tutte insieme, grazie alla collaborazione della Regione Lombardia, che tra l’altro mette a disposizione strumenti economici a sostegno delle imprese colpite.

Questi punti di ascolto e supporto saranno gestiti in collaborazione con Transparency International Italia e Libera Lombardia e daranno indicazioni alle imprese sul modo migliore di affrontare i problemi di illegalità con i quali si confrontano.

«La competitività in Lombardia e in Italia può reggersi solo sulla piena responsabilità e condivisione della legalità economica», ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia e della Camera di Commercio di Cremona che partecipa al progetto, «per questo il Sistema camerale lombardo si impegna in prima persona per contrastare usura, racket, corruzione, contraffazione e concorrenza sleale che con la crisi economica rischiano di innescare comportamenti negativi».

Tra i partecipanti al convegno Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano; Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione; Marco Accornero, consigliere della Camera di commercio di Milano; Antonio Calabrò, consigliere incaricato Assolombarda per la legalità e la Csr; Daniela Mainini, presidente Centro Studi Anticontraffazione; don Marcello Cozzi, vicepresidente Libera e responsabile nazionale servizio Sos Giustizia; Virginio Carnevali, presidente Transparency International Italia; Paola Negroni, di Regione Lombardia, e Renato Borghi R.ETE. Imprese Italia Lombardia e Presidente FederazioneModaItalia.

Criminalità e imprese, tra chi è coinvolto, uno su dieci è imprenditore. Secondo i dati della ricerca “Espansione della criminalità organizzata nell’attività d’impresa al nord”, promossa dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Assimpredil Ance, il Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale ed Università Bocconi.

Gli indagati sono nella maggior parte dei casi (60%) criminali professionali e “mafiosi imprenditori”, in un caso su dieci si tratta di imprenditori collusi e in uno su quaranta di professionisti.

I settori dell’infiltrazione mafiosa nell’impresa. Pur restando un fenomeno ancora limitato, colpisce soprattutto l’edilizia, un caso su due, in particolare il movimento terra, i bar e locali notturni (15%), i servizi finanziari e postali (12%) e lo smaltimento abusivo dei rifiuti (circa un caso su venti).

Le forme di intimidazione più diffuse. Sono la violenza su persone (26%), la minaccia (26%), l’incendio di beni (11%) e il danneggiamento di cose (10%) le forme di intimidazione più diffuse usate dalla criminalità organizzata.

Come contrastare la criminalità secondo le imprese? Secondo le indicazioni delle imprese bisogna colpirla negli interessi economici, aumentare il controllo del territorio, combattere corruzione e clientelismo ed educare alla legalità.