“Promuovere buone prassi di prevenzione e conservazione del patrimonio storico e architettonico”: il titolo e la motivazione ufficiali dei Bandi 2013 della Fondazione Cariplo potrebbe tradursi anche in uno slogan molto noto, “meglio prevenire che combattere”. La presentazione del bando dedicato ai beni culturali sul territorio – svoltasi presso le splendide Gallerie d’Italia di piazza della Scala -, oltre a illustrare i dati tecnici, ha infatti avuto il senso di un più ampio sguardo sulle urgenze che afferiscono alla conservazione del nostro patrimonio artistico.
Così ha sottolineato Cristina Chiavarino, direttore dell’Area Arte, Cultura e Aree urbane della Fondazione Cariplo (guarda video), evidenziando «l’obiettivo di approntare dinamiche strategiche precise». Basterebbe, d’altra parte, fare memoria degli ultimi eventi sismici, che in Lombardia hanno devastato le chiese del Mantovano, per esserne convinti e coinvolti.
Allora ecco il valore di questo bando “a due fasi”: una proposta preliminare di pianificazione della conservazione e una successiva progettazione più specifica relativa alla messa in sicurezza, al miglioramento strutturale e alla conservazione dei beni. In questo modo si intende prevenire il degrado dei beni storico-architettonici e archeologici con una notevole riduzione dei costi di intervento nel medio-lungo termine. Entro il 15 giugno la scadenza per la presentazione delle proposte preliminari; il 15 aprile 2014 la data utile per la seconda fase.
Evidente l’obiettivo che ci si pone: «Favorire il miglioramento delle politiche di conservazione del patrimonio culturale, come premessa indispensabile per una gestione più sostenibile dei beni culturali». E tutto su un territorio da sempre di pertinenza dell’azione filantropica di Fondazione Cariplo – la Lombardia, con le province di Novara e del Verbano – e con un meccanismo di rendicontazione e chiarezza che non solo garantisce la trasparenza degli interventi, ma già all’origine esclude soggetti non ammissibili.
Particolarmente interessante anche la logica che muove i bandi attuali, nella loro volontà di mettere in circolo processi coordinati, con una “progettualità di sistema” virtuosa: «Laddove finora era prevalsa la “gestione del Bene attraverso il restauro”, ora si privilegia la prevenzione». «In cinque anni di esperienze – ha detto Andrea Baldioli, Programme Officer dell’Area Arte e Cultura della Fondazione -, con circa 70 progetti realizzati e circa nove milioni di spesa erogati, abbiamo pensato di consolidare ciò che abbiamo compreso. Con un budget di 1.500.000 di euro, il bando si propone di migliorare le politiche di conservazione del patrimonio attraverso l’applicazione congiunta di innovazione tecnologica e di processo».
Il bando è destinato, oltre che ai proprietari di beni, a quanti godono di diritti reali sui beni storico-architettonici, organizzazioni, associazioni di tutela presenti localmente ed enti territoriali, unioni di Comuni e altre forme associative di enti locali che vogliano sviluppare e applicare in modo sistemico metodologie e processi coordinati di conservazione, nella logica delle priorità ponderate di intervento.