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Riflessione

Non uno slogan,
ma un’urgenza per tutti

Il significato di una Giornata nella quale ringraziare e pregare per rendere sempre più bello il giardino che Dio ci ha donato

di Walter MAGNONI Responsabile Servizio diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro

2 Novembre 2014

La 64a Giornata nazionale del ringraziamento si svolgerà a Milano domenica 9 novembre. Il mondo agricolo ogni anno celebra questo momento nel quale rende grazie a Dio per i doni della terra. La scelta di viverla a Milano è legata alla vicinanza con l’apertura di Expo 2015 dedicato a “Nutrire il pianeta Energia per la vita”. Come si legge nel messaggio della Conferenza episcopale italiana in vista di questo appuntamento, Expo «invita a dedicare un’attenzione speciale al tema del cibo, quale dono di Dio per la vita della famiglia umana. Così nel ringraziare il Padre per i frutti della terra, ci rendiamo consapevoli di coloro che patiscono la fame».

La questione “fame” sarà tematizzata proprio alla vigilia della Giornata all’interno di un importante convegno che si svolgerà presso il Teatro San Carlo. In particolare, Rolando Manfredini, nel suo intervento, si soffermerà sulla centralità e i paradossi del cibo per nutrire il pianeta. Oggi assistiamo a una situazione a dir poco imbarazzante, in quanto, a fronte di centinaia di migliaia di persone che soffrono la fame o che hanno un’alimentazione non equilibrata, constatiamo un grande spreco di cibo prodotto (si parla di un terzo del totale). Un tale paradosso contraddice la logica della destinazione universale dei beni, richiamata dal Concilio Vaticano II e ripresa in tanti documenti pontifici.

Luca Moscatelli, invece, attraverso un approccio biblico, proverà a delineare il giusto rapporto tra l’uomo e la terra a partire della Parola di Dio. L’invito di Genesi a «coltivare e custodire» il giardino di Dio resta la sfida anche del nostro tempo. Oggi il consumo di suolo, l’avvelenamento dei terreni attraverso discariche abusive e altri interventi scriteriati, stanno minando la terra. Per questo nutrire il pianeta non può rimanere un bello slogan, ma diviene sempre più urgenza per tutti.

Abbiamo scelto di celebrare la Giornata del ringraziamento presso la bella Abbazia di Chiaravalle, in virtù della storia che lega San Bernardo e i suoi confratelli al territorio circostante. Dobbiamo proprio ai monaci cistercensi l’invenzione di quel sistema agricolo che prende il nome di “marcita” e che si è diffuso ampiamente nei territori della Pianura padana. Questa Abbazia, posta in periferia della grande città, conserva attorno a sé ancora oggi un grande appezzamento di terre e si è conservato questo tipo di coltivazione. Il cardinale Scola presiederà la Santa Messa alla presenza delle più significative associazioni del mondo agricolo. Essendo l’Eucaristia il luogo per eccellenza del ringraziamento, questo sarà il momento più alto della giornata. Alla fine della celebrazione vi sarà la benedizione di alcuni trattori, segno del desiderio che l’uomo possa continuare, con i suoi strumenti, a prendersi cura della terra, custodendola e coltivandola.

In un tempo di crisi economica ancora in atto, in molti guardano all’agricoltura quale via per ripartire attraverso un lavoro che produca cibo per vivere. In effetti questo settore è stato capace d’innovarsi e ha generato occupazione. Però non mancano insidie e problemi, come giustamente si sottolinea sempre nel Messaggio della Cei per questa giornata: «La finanza si comporta con il cibo come una merce, su cui scommettere per trarne profitto, a prescindere dal destino di chi di esso vive. E sulla terra si specula! La sua stessa disponibilità è a rischio: spesso essa è destinata ad altri scopi o diviene oggetto di una lotta commerciale tra economie più forti. E non mancano le pressioni crescenti sul piano della legalità: la salubrità dei prodotti è minacciata da abusi e forme di inquinamento che talvolta neppure percepiamo».

Per tali ragioni questa giornata appare significativa quale momento di riflessione e preghiera per rendere sempre più bello il giardino che Dio ci ha donato.