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Riflessione

Nessuna rivendicazione confessionale,
ci preme la libertà di educazione

Si può fare scuola a partire da diverse visioni del mondo, senza contrapporre tra loro differenti culture, ma non può essere negato lo spazio per l’iniziativa di tutti i cittadini a favore di un servizio di pubblica utilità

di monsignor Pierantonio TREMOLADA Vescovo ausiliare e vicario episcopale

1 Marzo 2015

La tradizionale marcia «Andemm al Domm» è ormai diventata per la Diocesi e in particolare per le scuole paritarie un appuntamento. Quest’anno si introduce una novità. Alla manifestazione in piazza Duomo, momento di aggregazione e di festa, si intende far precedere un convegno di studio, che quest’anno si svolgerà presso l’Università Cattolica e al quale sono invitati dirigenti e docenti di tutte le scuole paritarie e statali.

Il titolo della manifestazione, e quindi anche del convegno, è significativo «Liberi di educare alla libertà. Una scuola libera è davvero pubblica». Si intuisce qual è la direzione nella quale intendiamo muoverci. Il desiderio che ci anima parte dalla convinzione dell’importanza della scuola in quanto tale, dal bene prezioso che è l’istruzione posta nell’orizzonte più ampio dell’educazione, dalla convinzione che ogni cittadino abbia diritto di organizzarsi per dare il proprio contributo all’edificazione di un sistema scolastico efficace ed efficiente e che ogni famiglia abbia il diritto di scegliere. È questo che intendiamo quando parliamo di scuola libera. Nessuna rivendicazione confessionale.

Non stiamo pensando soltanto a scuole cattoliche. È ormai evidente che le prospettive culturali sono diverse: il dialogo tra culture è un compito inderogabile. Se le culture sono vere e non diventano ideologia non vi è nulla da temere e il dialogo tra loro arricchirà la società. Si può dunque fare scuola a partire da diverse visioni del mondo senza creare mondi contrapposti o semplicemente giustapposti. Lo si dovrà fare sulla base dei valori condivisi sanciti dalla nostra costituzione e nel rispetto delle normative che il governo dello stato ha il dovere di elaborare.

Ma lo spazio per l’iniziativa di tutti i cittadini non può essere negato. Meriterebbe anzi grande considerazione e sostegno l’intenzione generosa e seria di quanti si organizzano per spendere le proprie energie a favore di un servizio pubblico di primaria importanza. Servizio pubblico non è infatti non è sinonimo di servizio statale: è servizio di pubblica utilità, che può essere svolto dallo Stato, ma anche dagli stessi cittadini, fatta salva quella vigilanza che lo Stato deve esercitare affinché l’iniziativa di questi ultimi non sia lesiva del bene comune.

Come si vede, non si tratta di una rivendicazione di carattere confessionale. Noi crediamo nel valore della scuola cattolica perché siamo convinti del valore della scuola libera. Riteniamo di poter offrire una proposta scolastica di qualità e, con tutta l’umiltà necessaria, nella gran parte delle nostre scuole lo stiamo dimostrando. Non ci muove la ricerca del profitto e non vogliamo occuparci soltanto delle persone abbienti. Proprio la mancanza di quel sostegno economico da parte dello Stato, che nella logica delle cose sarebbe doveroso, ci obbliga a contare dal punto di vista finanziario solo sulle nostre forze e sulla generosità dei genitori che credono in questa proposta educativa. Il nostro grande desiderio è venire incontro sempre più ai più deboli e ai più poveri e stiamo cercando di farlo in tutti i modi. Il momento non è facile, ma la nostra determinazione è tenace.

Il pensiero riconoscente va qui alle tante persone che operano nelle nostre scuole dell’infanzia, nelle scuole parrocchiali primarie e secondarie, nei nostri Collegi arcivescovili e in tutte le altre scuole cattoliche o di ispirazione cristiana. Non minore riconoscenza meritano tutte le persone che, ispirate dalla fede nel Signore, si spendono nelle scuole statali. E sono tante! Impegnarsi da cristiani nelle scuole statali e cimentarsi nel compito di dar vita a scuole cattoliche nel quadro di una scuola libera: sono i due modi che noi consideriamo complementari per offrire al mondo il dono prezioso del Vangelo attraverso l’educazione scolastica.