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Lodi

«Nella donazione il senso della vita»

Il cardinale Scola ha presieduto il Pontificale nella festa del patrono San Bassiano, ricordando il fortissimo rapporto tra lui e Sant’Ambrogio

20 Gennaio 2012
Lodi: San Bassiano 2012, 1638 anni della fondazione della diocesi con la consacrazione del 1 vescovo Bassiano: Come sempre sacro e profano si tramandano da quasi due millenni, i ceri in cripta, il pontificale e la trippa con il corollario di autorità. nella foto il pontificale in duomo con il cardinale Angelo Scola, metropolita della diocesi di Milano durante il rito dei canti, con il duomo gremito di religiosi della diocesi e tanti fedeli con le autorità

«In questa bella città di Lodi vive una sana tradizione, capace di rinnovarsi, aperta al nuovo, nella ben distinta dimensione religiosa e civile». Sono le parole del cardinale Angelo Scola pronunciate nella sua omelia in una cattedrale stracolma di gente, per il solenne pontificale del patrono San Bassiano, lo scorso 19 gennaio.

Al Pontificale hanno preso parte tutte le massime autorità del territorio, dal Sindaco al Prefetto, dal Presidente della Provincia ai massimi rappresentanti delle istituzioni lodigiane, compresi i sindaci dell’intero territorio, numerosissime autorità civili e militari e rappresentanti del mondo economico, scolastico, sociale e culturale.

Amico del vescovo monsignor Merisi, l’Arcivescovo di Milano ha definito «impressionante prendere coscienza del rapporto che ha unito Bassiano e Ambrogio», con il primo ad accompagnare il secondo fino all’ora della morte. È la figura del Buon Pastore a fare da filo conduttore nelle celebrazioni per il patrono, dalla veglia al Pontificale che ha visto la presenza con Scola e Merisi, dei lodigiani Bassano Staffieri e Claudio Baggini, rispettivamente vescovi emeriti di La Spezia e Vigevano. Un saluto è arrivato inoltre dai monsignori Giacomo Capuzzi, Paolo Magnani e Rino Fisichella.

«Il pastore è chi dà la vita per le pecore; solo chi la perde la ridona: questo il segreto fondamentale di un’esistenza riuscita quale è la santità», ha affermato il Cardinale, specificando: «Non potrò mai darmi la vita da solo. E in questa donazione è impresso il senso della vita, chiamata a sua volta a essere donata». Un «dinamismo del dono» che ha ben presente la realtà con le sue fratture come la ricordata tragedia del Giglio e la recente uccisione del vigile urbano a Milano. «Volgersi al patrono significa chiedere un cambiamento di vita che incominci dalle nostre persone, dal gesto eucaristico, e ci accompagni nel ritmo dei giorni. Un cambiamento che ha bisogno di relazioni buone e identifica il popolo operoso, aperto e solidale di questa città-crocevia che voi siete».

Il cardinale di Milano è poi sceso in mezzo alla gente, in un bagno di folla, prendendo parte all’appuntamento al quale migliaia di lodigiani il 19 gennaio di ogni anno non si sottraggono mai: l’assaggiamento di un razione di trippa, il piatto tipico invernale del territorio, fedeli all’antico e beneaugurante proverbio contadino che «mangiare la trippa il giorno di San Bassiano significa star bene tutto l’anno».