Una realtà dalle tante facce. Una Zona pastorale che “contiene” e circonda a Sud l’intera Diocesi da Abbiategrasso a Treviglio. È la Zona VI di Melegnano, che il cardinale Scola visiterà giovedì 20 ottobre. L’identikit parla di oltre 670 mila abitanti, 9 Decanati, 141 parrocchie, circa 210 preti, 19 diaconi permanenti, 13 seminaristi originari della zona. Ma anche di 7 Comunità pastorali costituite e 8 in via di costituzione. Rilevante la presenza di comunità religiose e molto radicati sono associazioni e movimenti. Si trovano in zona anche monumenti e luoghi di culto di particolare rilievo come le Abbazie (Morimondo, Viboldone, Mirasole), le basiliche e i santuari (Madonna delle Lacrime a Treviglio, Divina Maternità a Concesa di Trezzo). Non mancano poi le istituzioni di particolare rilievo come l’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, il “Golgi” di Abbiategrasso, gli ospedali Humanitas di Rozzano e quello di San Donato Milanese. Ne parliamo con monsignor Mario Delpini, vescovo ausiliare e vicario episcopale della Zona.
Quale volto di comunità cristiana incontrerà il cardinale Scola?
Troverà comunità cristiane molto varie tra di loro. Questo è un aspetto che caratterizza una zona che si distende da Treviglio ad Abbiategrasso e dalla immediata periferia alla zona più esterna rispetto a Milano, quindi più agricola. Questa è la varietà che non è soltanto di configurazione geografica e sociologica, ma anche di tradizioni cristiane molto diverse. Un’altra caratteristica della zona: è piuttosto creativa nella carità verso disabili, malati, immigrati. Tuttavia è diffuso un clima di una comunità cristiana impensierita per quello che sta succedendo, per il futuro e la capacità di aggregare, di coinvolgere nuove famiglie e generazioni. È una comunità in cui la partecipazione è un po’ affaticata: anche in occasione del rinnovo dei Consigli pastorali da diverse parti mi giunge la segnalazione che si fatica a trovare laici disponibili a entrare nei Consigli.
Quindi il laicato non è dappertutto così vivace?
No, non è sempre vivace. In alcune zone non si è riusciti nel precedente periodo – o non si è voluto – costituire i Consigli pastorali decanali. E adesso che si tratta di rinnovo di quelli parrocchiali in molte realtà si fa fatica a trovare i ricambi. Mentre invece c’è una disponibilità generosa alle attività ordinarie di collaborazione, di animazione degli oratori, di assistenza ai malati, di visite come ministri straordinari per l’Eucaristia. Il laicato è vivace nella generosità e nell’operatività, è più restio al coinvolgimento nel discernimento e nella programmazione.
Notevole dunque l’attenzione alla dimensione della carità da parte dei cristiani di questa zona…
Sì, ogni decanato ha attività e manifestazioni anche di eccellenza. Il numero maggiore di rifugiati venuti dal Nordafrica è stato in gran parte alloggiato a Pieve Emanuele. Questa è una decisione della Provincia, però il territorio si è attivato per la scuola di italiano, per il centro di prima necessità, per i vestiti, con la regia della Caritas ambrosiana. Tra poco inaugurerò una casa per l’accoglienza attiva a San Donato, qualche anno fa “La taverna del samaritano” a Treviglio e a Rozzano il centro della Casa di Betania. C’è creatività e anche fedeltà, perchè sostenuti da gruppi motivati e perseveranti.
Sul fronte giovanile, invece, c’è partecipazione?
Quest’estate gli oratori feriali, con il coinvolgimento di ragazzi e adolescenti come animatori, sono stati una presenza molto capillare. Per i giovani più grandi: il numero di chi è andato alla Gmg di Madrid è stato piuttosto rilevante, anche se alcune parrocchie sono state assenti. Invece ordinariamente la partecipazione è stentata, ridotta di numero. Non so se l’evento della Gmg può suscitare un entusiasmo che continua anche nei mesi a venire. Stiamo cercando di avviare l’équipe di Pastorale giovanile e le unità di Pg, secondo la linea diocesana. Per adesso siamo ai primi passi.
Quali sono le iniziative più significative? E quali progetti avete in cantiere?
Si è avviato per il quarto anno la scuola di teologia per laici di Abbiategrasso, con una partecipazione di 300 persone, numero piuttosto elevato e anche costante. Così come tante altre attività di formazione di catechisti, di ministri straordinari per la Comunione, ecc. Inoltre si è svolta un’iniziativa interessante, il convegno decanale di Melzo sulla missionarietà verso le famiglie di recente insediamento, che vengono anche da Milano, quelle che sono "lontane" o di provenienza straniera.
In preghiera a Viboldone con le monache benedettine
Il cardinale Scola all’Abbazia di Viboldone incontrerà la comunità monastica delle Benedettine. Un luogo suggestivo carico di fede, preghiera e storia. Per la bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi è uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia. Fu fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che, attorno all’attuale chiesa, conducevano vita di preghiera e di lavoro, in particolare fabbricando panni di lana e coltivando i campi con sistemi di lavorazione innovativi. Dopo la soppressione degli Umiliati ad opera di san Carlo Borromeo, l’abbazia passò ai Benedettini Olivetani, poi soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonarla.
Oggi l’abbazia ospita la Comunità di Madre Margherita Marchi, monache Benedettine che dal 1941 si dedicano alla produzione di confetture e dal 1945 svolgono un’importante attività di editoria religiosa e teologica, oltre ai loro impegni di natura più strettamente monastica. Per la festa di S. Benedetto, il 21 marzo 1963, il cardinale Montini fu a Viboldone, era l’ultima visita pochi mesi prima di essere eletto Papa: «Quanto desidererei… guardando il panorama di questa nostra Diocesi, che è tutta arata e tormentata da questo febbrile e concitato agitarsi moderno, da questa ricchezza temporale che sembra qui moltiplicarsi, ma qui assorbire le anime nelle maglie di interessi che fanno dimenticare quelli supremi, quanto vorrei che guardando, dico, questo panorama, qui fosse visto un punto lucido, luminoso come una gemma».