Ormai da una decina d’anni suggeriamo di incontrare anche famiglie di fedeli musulmani: può essere opportuno chiedere di entrare a salutare e consegnare la lettera ( nella lingua opportuna) che spieghi il senso del nostro passaggio.
Molte famiglie musulmane negli anni passati hanno accolto le visite e da quell’incontro sono nati momenti di amicizia e di dialogo. Per le famiglie già incontrate negli anni passati, invitiamo a proseguire il cammino già intrapreso.
Chiediamo se si intravede la possibilità, di promuovere altri incontri per educare insieme i figli, per conoscerci meglio, per fare insieme qualcosa di buono.
Prof. Paolo Branca
Responsabile per le relazioni islamo-cristiane
Don Giampiero Alberti
Collaboratore per l’Islam dell’ufficio Ecumenismo e Dialogo
QUALCHE NOTA
Per le lettere, il margine superiore dei testi dovrebbe consentire, sulle fotocopie che si faranno, l’eventuale intestazione della parrocchia. Sarebbe bello che la lettera fosse firmata in calce dal parroco o dagli operatori pastorali.
Data la speciale considerazione in cui è tenuta la lingua araba da tutti i musulmani, è auspicabile consegnare il testo in arabo a tutti, accompagnato da traduzioni in inglese, francese, italiano, secondo i casi.
Di norma, i musulmani hanno uno spiccato senso dell’ospitalità. E’ dunque molto probabile che l’incontro con alcuni di essi si protragga qualche minuto in più della normale visita per la benedizione della casa e comprenda la cortesia di accettare qualcosa da mangiare o da bere.
E’ bene sapere che, soprattutto fra gli arabi, è considerato molto sconveniente che le donne facciano entrare estranei in casa in assenza del marito.
Pregare insieme è ancora difficile ed è meglio evitare (ma non impossibile) per la non identica valenza del significato che diamo ai termini. Meglio insieme pregare prima gli uni poi gli altri o con il silenzio. Utile prospettare subito un momento di incontro successivo alla visita.