Con la chiusura del portone della residenza di Castel Gandolfo e l’apposizione dei sigilli all’appartamento pontificio nel Palazzo apostolico vaticano e a quello del palazzo del Laterano, sono iniziate le formalità che precedono il Conclave. Il 1° marzo sono partite le lettere di convocazione delle Congregazioni generali, ossia le riunioni aperte anche ai porporati ultraottantenni, firmate dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, l’organismo preposto alla scelta del Successore di Pietro.
Gli incontri si tengono nell’aula nuova del Sinodo a partire dalle 9.30 di lunedì 4 marzo, inizialmente sia al mattino, sia al pomeriggio. Spetta al Collegio decidere sia il numero delle Congregazioni generali, sia la data di inizio del Conclave. In Cappella Sistina possono accedere solo i cardinali che non abbiano già compiuto gli ottant’anni all’inizio del Conclave. Sulla carta gli elettori – per volontà di Papa Paolo VI – non debbono essere più di 120; in realtà saranno 115, di cui 62 europei – 28 italiani – 14 dell’America del Nord, 21 dell’America Latina, 1 dell’Oceania, 11 dell’Africa e 11 dell’Asia.
Aboliti i metodi di elezione detti per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, la forma di elezione del Romano Pontefice «sarà unicamente per scrutinium», come ha deciso Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis che ha profondamente innovato la procedura per eleggere il Papa. Nel documento è stabilito, per esempio, che «per la valida elezione si richiedono i due terzi dei suffragi, computati sulla totalità degli elettori presenti». Nel caso in cui «il numero dei cardinali presenti non possa essere diviso in tre parti uguali, per la validità dell’elezione del Sommo Pontefice è richiesto un suffragio in più».
All’elezione si procedeà immediatamente dopo l’espletamento di tutti gli adempimenti richiesti e, «qualora avvenga già nel pomeriggio del primo giorno, si avrà un solo scrutinio». Nei giorni successivi, poi, «se l’elezione non s’è avuta al primo scrutinio, si dovranno tenere due votazioni sia al mattino sia al pomeriggio, dando sempre inizio alle operazioni di voto all’ora già precedentemente stabilita o nelle Congregazioni preparatorie o durante il periodo dell’elezione». Inoltre, la Costituzione stabilisce poi che «nessun cardinale elettore potrà essere escluso dall’elezione sia attiva che passiva per nessun motivo o pretesto». Un diritto perso, invece, dai cardinali «canonicamente deposti o che abbiano rinunciato, col consenso del Romano Pontefice, alla dignità cardinalizia»: in periodo di sede vacante, il Collegio dei cardinali non può riammetterli né tantomeno riabilitarli. Il documento ordina anche che «i cardinali elettori presenti debbano attendere per quindici giorni interi gli assenti» e che al Collegio dei cardinali sia data «facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni».
Lo scrutinio sarà segreto e – in forza delle disposizioni stabilite con il recente Motu proprio di Benedetto XVI – gli elettori sono tenuti alla più rigorosa riservatezza su quanto riguarderà direttamente o indirettamente ogni fase del Conclave. I Cardinali elettori e quanti dovranno collaborare allo svolgimento del Conclave non saranno più fisicamente chiusi fino a elezione avvenuta in un unico luogo, ma alloggeranno nella Domus Sanctae Marthae in Vaticano e prenderanno parte alle celebrazioni liturgiche nella cappella interna. In Cappella Sistina potranno accedere, oltre ai cardinali elettori, soltanto il sostituto della Segreteria di Stato, il segretario per i rapporti con gli stati, il Prefetto della casa pontificia, i sacerdoti incaricati per le confessioni, il comandante della Guardia svizzera e il personale di servizio autorizzato.
«Extra omnes»(«Fuori tutti»), la frase pronunciata dal Maestro delle celebrazioni liturgiche segna l’inizio del Conclave. Una volta scelto il nuovo Papa, gli viene rivolta la fatidica domanda: accetta la sua elezione a Sommo Pontefice? Segue la scelta del nome, che chiude il Conclave. Appena eletto, il Papa è condotto nella Camera lachrimatoria, dove indossa uno dei tre abiti bianchi di taglia diversa, appositamente predisposti. A quel punto, il Cardinale protodiacono dà il fatidico annuncio ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, «Habemus Papam!», che suggella la fine del Conclave.