L’iniziazione cristiana è un aspetto importantissimo della vita della Chiesa e un cardine della sua attività pastorale. La possiamo definire, riprendendo le parole del nostro Arcivescovo: «L’introduzione e l’accompagnamento all’incontro personale con Cristo nella comunità cristiana».
Nella attuale situazione della nostra Chiesa diocesana, come pure in quella dell’intera Chiesa italiana, l’iniziazione cristiana chiama in causa i primi anni della vita di una persona. La quasi totalità dei bambini che vengono battezzati, a tutt’oggi lo sono subito dopo la nascita: la domanda del Battesimo per gli infanti è infatti ancora alta. La cosa ovviamente è in sé positiva, ma esige di essere interpretata con sapienza pastorale. Sta crescendo, d’altra parte, il numero di bambini figli di battezzati che non ricevono immediatamente il Battesimo o di catecumeni che chiedono il Battesimo per i loro figli ormai in età scolare. In prospettiva missionaria tutto questo è importante.
Si sente l’esigenza di un rinnovamento della proposta di iniziazione cristiana per i nostri bambini e ragazzi e per i loro genitori. La situazione infatti è molto cambiata. Il contesto sociale e familiare nel quale i ragazzi oggi crescono non è più lo stesso di decenni fa. Non è più possibile presupporre tranquillamente una conoscenza del mistero di Cristo e della Chiesa, una pratica di preghiera avviata, una vita morale sviluppata. Ciò che una volta si percepiva molto più direttamente, quasi si respirava nell’ambiente, ora deve essere guadagnato in modo più personale.
È in questa linea che è chiamata oggi a muoversi l’iniziazione cristiana. Dovremo intenderla non semplicemente come la preparazione ai sacramenti attraverso il catechismo, ma come una progressiva e saporosa introduzione all’esperienza cristiana della vita, in tutta la sua ricchezza. Dunque un vero e proprio “itinerario”, che i bambini e i ragazzi percorrono nei primi anni della loro vita, dal Battesimo fino alla soglia dell’adolescenza, accompagnati dai genitori, nella comunità cristiana. Quest’ultima da subito li accoglie con gioia e volentieri si prende cura della loro fede. Li educherà così passo passo all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera, alla celebrazione liturgico-sacramentale, alla carità, alla missione. Per i bambini e i ragazzi si tratterà di un’esperienza felice di appartenenza al popolo di Dio, attraverso figure molteplici che saranno per loro, insieme ai genitori, una «comunità educante». Potremmo parlare di un itinerario che ha un’ispirazione catecumenale, che cioè si ispira alla prassi antica della Chiesa ma soprattutto alla forza propulsiva di evangelizzazione che la motivava.
Nella nostra Diocesi si sta camminando in questa direzione ormai da alcuni anni. L’iniziazione cristiana è infatti uno dei «cantieri aperti», nei quali si è cominciato a edificare il nuovo dell’itinerario di fede per bambini e ragazzi. Dalle indicazioni emerse in diverse occasioni da parte del cardinale Dionigi Tettamanzi e del Consiglio episcopale ha preso avvio in Diocesi un processo di rinnovamento che, a partire da un progetto via via delineato, ha assunto anche la forma di una sperimentazione. Quest’ultima ha permesso di comprendere meglio alcuni aspetti dell’iniziazione cristiana che ora appaiono irrinunciabili e che segneranno il cammino a venire. È stata dunque indubbiamente utile e feconda. Si rendeva tuttavia necessaria una ratifica ufficiale da parte dell’Arcivescovo attuale circa l’impianto generale e circa alcuni aspetti specifici della proposta, dal momento che il testo di riferimento ufficiale era stato redatto dal Consiglio episcopale.
È quanto sta avvenendo. Nello spirito di una rispettosa verifica, ispirata dal desiderio di operare per il bene della Chiesa così come esso ci appare in coscienza in questo momento, l’Arcivescovo ha affrontato il tema in sede di Consiglio episcopale lo scorso 31 ottobre, offrendo alcune linee guida sulla proposta di iniziazione cristiana per i prossimi anni. Su alcune singole questioni, peraltro molto rilevanti, ha espresso il desiderio di ascoltare il parere del Consiglio presbiterale, del Consiglio pastorale e dell’Assemblea dei Decani, che nei prossimi mesi saranno chiamati a esprimersi in modo autorevole. Nella riunione del Consiglio episcopale prevista per il 22 febbraio 2013 l’Arcivescovo intende giungere alla decisione conclusiva. In questo spirito di corresponsabilità si vuole identificare quello che sarà il cammino proposto dalle comunità ecclesiali ai nostri bambini e ai nostri ragazzi per il prossimo futuro. Allo Spirito del Signore affidiamo questo prezioso lavoro.