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Lavoro

L’industria metalmeccanica arranca

Il 34° Rapporto semestrale sulla crisi curato dalla La Fim-Cisl di Milano. Licenziamenti aumentati del 55%. Il caso dei lavoratori di Agile, ex Eutelia

di Silvio MENGOTTO

22 Marzo 2013

La Fim-Cisl di Milano ha presentato il 34° Rapporto semestrale sulla crisi nel settore metalmeccanico della Lombardia. L’Osservatorio sindacale riporta i dati del 2° semestre del 2012. I dati si riferiscono alle 7000 aziende industriali e artigiane della regione, che occupano oltre 550 mila lavoratori. Sono 21.647 i lavoratori colpiti da crisi strutturali. Si è registrata una nuova impennata di licenziamenti, +55% nel semestre, mentre i contratti di solidarietà salgono a quota 299 per 33.687 lavoratori. L’indicatore composto che la Fim-Cisl misura da un decennio con base 100 nel 1997, oggi si colloca al valore elevato di 819, che significa un incremento del 719% della crisi rispetto al 1997.

I dati generali

Nel secondo semestre 2012 la crisi ha colpito 2462 aziende (2466 nel semestre precedente) e coinvolto 63.942 lavoratori (58.737 in precedenza) su un totale di 83.139 addetti (76.966 quelli nel precedente semestre). Aumenta la Cassa integrazione ordinaria (+10%, in sei mesi sono 1633 le aziende che hanno attivato nuove sospensioni di Cigo per 42.295 lavoratori) e +38% nei dodici mesi rispetto ai precedenti. Stabile il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria, che ha coinvolto 18.000 lavoratori (rispetto ai 17.940 del periodo precedente).

Drastico è stato l’aumento della mobilità (+55%), con 139 aziende che hanno proceduto a nuovi licenziamenti per 3600 lavoratori (2300 nel periodo precedente). Sono 80.735 i lavoratori coinvolti nel 2012 e 58.400 quelli coinvolti nel 2011. Sono dati elevati soprattutto nel raffronto con i periodi precedenti, dove il ricorso si attestava a 7000 unità annue. La cassa integrazione straordinaria ha registrato un dato di sostanziale stabilità. Ma il dato più significativo è costituito dal valore assoluto dei lavoratori sospesi, molto elevato (oltre le 35 mila unità), che evidenzia la grave persistenza delle crisi strutturali nel settore industriale.

«In questa situazione – afferma Andrea Bellisai, segretario generale della Fim-Cisl di Milano – preme evidenziare l’odissea dimenticata dei lavoratori di Agile, ex Eutelia. In tutta Italia ci sono 1000 lavoratori (270 a Milano) ancora in cassa integrazione straordinaria, senza prospettiva di lavoro. Purtroppo il problema è ancora tutto da risolvere: si dovranno prevedere deroghe ai limiti agli ammortizzatori sociali e una soluzione per i tanti esodati di questa importante azienda, i cui lavoratori hanno costruito un importante e qualificato tassello dello sviluppo informatico del nostro Paese».

Anche il ricorso alla cassa integrazione in deroga risulta alto. Sono 543 le aziende che hanno fatto ricorso coinvolgendo 3200 lavoratori. La cassa integrazione in deroga permette la copertura degli ammortizzatori sociali nei confronti delle piccole aziende: in questo modo si evita il rischio di espulsioni dal processo produttivo. Significativo è il ricorso ai contratti di solidarietà quale importante strumento di tutela occupazionale. Sono 70 le aziende in cui è stato concordato un contratto di solidarietà. Per l’Osservatorio «è una risposta adeguata all’emergenza occupazionale e una nuova attenzione ai problemi dell’impatto sociale delle crisi. Con il semestre considerato, i contratti di solidarietà raggiungono la cifra di 299 per 33.600 lavoratori: un segnale sicuramente positivo dell’affermarsi di una tendenza».