Il terremoto che ha recentemente colpito vaste zone dell’Emilia-Romagna – provocando numerose vittime e arrecando gravissimi danni al patrimonio urbano e storico-artistico della regione – e i cui effetti sono stati avvertiti anche in Lombardia ha naturalmente stimolato una risposta solidale da parte della comunità nazionale, in termini di raccolte fondi, invio di soccorsi e di impegno di volontari in loco.
Sul rapporto tra emergenza e solidarietà, pubblichiamo in allegato un contributo di monsignor Luciano Baronio, referente per il Progetto culturale della Cei e responsabile del Coordinamento regionale dei Centri culturali cattolici della Lombardia. L’esperienza maturata negli anni in cui ha lavorato alla Caritas Italiana, come responsabile del Centro Studi e della promozione delle Caritas diocesane, ha permesso a Baronio di conoscere le problematiche legate alle emergenze e alle calamità e le risposte della comunità cristiana.
Pur mutando le modalità di intervento, che oggi possono godere di una maggior rapidità nell’impiego di strumenti tecnici più adeguati, in ogni circostanza di questo genere è richiesto lo stesso impegno di sempre: capire ciò che è avvenuto e operare con tempestività. È quanto viene chiesto anche oggi alle nostre comunità: impegnarsi a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto – che ha causato morti, rovine e drammi umani – per poter dare una risposta adatta ai bisogni da soccorrere, che non sono solo materiali. È perciò di fondamentale importanza sviluppare una risposta motivata della gente e dei volontari attraverso una conoscenza per quanto possibile precisa dei bisogni emersi.
Il precetto dell’amore del prossimo, in queste occasioni, riveste una modalità del tutto particolare, che non può limitarsi a un gesto, ma deve mirare alla soluzione dei problemi, vantaggiosa per chi lo riceve, e spiritualmente benefica per chi lo offre. Si tratta di sviluppare una vera “pedagogia” a partire dall’emergenza, secondo la finalità che Paolo VI diede all’azione della Caritas Italiana come organismo pastorale «con prevalente funzione pedagogica» che deve accompagnare qualsiasi intervento operativo.
Il contributo intende aiutare anche i Centri Culturali Cattolici a una riflessione che non può escludere gli interrogativi di carattere etico e teologico, utile alla sensibilizzazione della comunità cristiana.