Share

20 e 21 giugno

Le Acli verso Expo nel segno dell’etica

Modello di sviluppo e stili di vita al centro dell’annuale Seminario di studi

15 Giugno 2014

A partire dal 1° maggio 2015 Milano sarà al centro dell’attenzione mondiale: a Expo 2015 parteciperanno infatti come espositori circa 150 Paesi ed è prevista l’affluenza di decine di milioni di visitatori. Insieme al grande impatto mediatico va detto che il titolo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”èdi enorme attualità. È sembrato quindi opportuno alle Acli dedicare a tale tema l’annuale Seminario di studi programmato presso la sede dell’Università Cattolica nei giorni 20 e 21 giugno, non da ultimo a partire dell’impegno che le stesse Acli, insieme ad altri soggetti del Terzo Settore, stanno investendo nella Fondazione Cascina Triulza, che di Expo 2015 sarà un soggetto assai significativo e per molti aspetti innovativo.

Come recita il titolo del Seminario – “Verso Expo 2015: etica, modello di sviluppo e stili di vita”la prima categoria da porre al centro dell’attenzione è l’etica. Lo impongono le vicende di questi ultimi mesi, con importanti gare di appalto nelle quali la corruzione ha prevalso sulla linearità e trasparenza dei processi. Del resto sono già alcune edizioni che il Seminario di studi delle Acli milanesi si concentra sui temi etici. Nel 2012  si è riflettuto su “Uscire dalla crisi: ripartire dall’etica per rinnovare la società”. La convinzione nettissima era che, a fronte di una situazione di crisi che non si può definire passeggera o temporanea, le risposte economiche e finanziarie restano inadeguate se non si innestano su una ricostruzione delle basi morali e della coscienza comune. Non è questione di retrivo moralismo; il problema è invece che non si potrà mai giungere a un reale rinnovamento della società, anche sotto il profilo dello sviluppo economico, finché la cultura della disonestà continuerà a farla da padrona.

Il filone è stato approfondito nel 2013 con il tema “La legalità libera lo sviluppo”. Le stime dicono che l’economia sommersa e l’evasione fiscale in Italia sfiorano i 250 miliardi di euro l’anno, circa il 15% del Pil. Il tasso di “corruzione percepita” posiziona il nostro Paese attorno al 65° posto su scala mondiale. Come la moneta cattiva scaccia la buona, così è per l’economia: dove prospera il malaffare l’economia fiorisce, ma è come per le oasi nel deserto, tutto si concentra attorno a poche mani mentre intorno avanza il deserto. In definitiva, un’economia basata sull’immoralità e sull’illegalità (l’una parente stretta dell’altra) è destinata al fallimento.

Che fare e quali suggerimenti dare e quali risposte proporre, anche come Acli sono al centro del Seminario di studi di quest’anno. I nodi sono strettamente intrecciati: il richiamo all’etica è indispensabile e per non suonare astratto deve calarsi in modelli di sviluppo e stili di vita che sappiano guardare al futuro della società e dell’economia con occhi lungimiranti e non con l’esclusiva attenzione all’interesse immediato di pochi. Occorre perseguire un modello di sviluppo realmente rispettoso della persona umana, e non prono rispetto alla legge del guadagno a tutti i costi; occorre adottare stili di vita compatibili con la salvaguardia del creato.

Riascoltiamo le affermazioni tratte dalla Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 53: «Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, così dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è gente che soffre la fame».

Sono parole forti e che è bene prendere alla lettera, anche a costo (ma sarebbe un costo benedetto) di lasciar inquietare le nostre coscienze, sia personali che collettive. Se il “modello di sviluppo” che la società persegue non dichiara apertamente la propria incompatibilità con quella che papa Francesco chiama “cultura dello scarto”, esso non potrà avere futuro. O in ogni caso non potrà avere un futuro sano. Ecco perché è necessario interrogarci – nella sessione di venerdì 20, con gli apporti di Luciano Venturini e di Miriam Giovenzana – sui nuovi modelli di sviluppo e sui corrispondenti stili di vita, sempre interfacciando le analisi con le istanze etiche fondamentali del nostro vivere personale e sociale. Nella sessione di sabato 21 spazio alle “Proposte delle Acli per nutrire il pianeta e per una società più giusta”, che verranno esposte dal presidente provinciale Paolo Petracca. Le Acli hanno un patrimonio di esperienza e di operatività da portare all’attenzione della politica (di particolare importanza a tale riguardo l’interlocuzione con il sindaco Pisapia) e della Società Civile (rappresentata da Sabina Siniscalchi, Presidente del Comitato di gestione del padiglione della Società Civile), al fine di tracciare la via per edificare una società più giusta, contribuendo a rendere il prossimo appuntamento di Expo una manifestazione capace di avviare reali cambiamenti nelle relazioni economiche e sociali; per “nutrire il pianeta”, offrendo finalmente a tutti il necessario per vivere in maniera dignitosa.