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Milano

Le Acli: un 1° Maggio che invita
alla responsabilità e alla solidarietà

Il presidente Paolo Petracca: «Flebili segnali positivi di ripresa economica in un contesto generale ancora incerto. Occorre partire dalla centralità della persona, come ripetutamente ci ricorda papa Francesco»

29 Aprile 2016

«La festa del lavoro di quest’anno ricorre in un momento di incertezza dell’economia e del lavoro – afferma Paolo Petracca, presidente delle Acli Milanesi in occasione del 1° Maggio -. Esso è contrassegnato da segnali positivi di ripresa economica, ma ancora molto flebili. A un anno dall’approvazione dei primi decreti del Jobs Act, che nel corso dell’anno hanno ridisegnato le regole del mercato del lavoro, si raccolgono i primi frutti positivi sull’occupazione. Il 2015 ha registrato un aumento significativo degli occupati, soprattutto di quelli con un contratto a tempo indeterminato, seppure con caratteristiche un po’ diverse da quelli analoghi risalenti agli anni precedenti. A questo dato positivo si accompagnano però dati negativi come quelli dell’uso ampiamente improprio del voucher per il lavoro accessorio, una disoccupazione giovanile ancora molto elevata nonostante il forte impegno realizzato con “Garanzia giovani” e altri interventi regionali come la dote lavoro in Lombardia».

«Se partiamo dalla centralità della persona, – ribadisce il presidente delle Acli Milanesi – come ripetutamente ci ricorda papa Francesco nei suoi interventi sul lavoro, le imprese sono un bene comune quando sono coscienti della propria responsabilità sociale intrinseca e si comportano conseguentemente. La consapevolezza che il lavoro non è essenzialmente un mezzo per arricchirsi, ma ciò che permette a ciascuno di concorrere al benessere proprio e della propria comunità è un elemento importante dell’identità di ciascuno, può far ritrovare a tutti la responsabilità verso se stessi e verso gli altri, siano essi colleghi, dipendenti, clienti o utenti».

«Esperienze come le varie forme di partecipazione alle scelte aziendali – aggiunge ancora Petracca- e alle modalità produttive fatte da alcune aziende o a quelle del welfare aziendale, che possono offrire servizi ai dipendenti e alle loro famiglie, o iniziative di sostegno ed attenzione al territorio, sono tutte forme concrete di responsabilità sociale dell’impresa che pian piano si stanno diffondendo, seppure ancora in misura modesta rispetto a quanto sarebbe necessario».

«Infine le Acli, associazione di promozione sociale che ha sempre creduto nella formazione diffusa e popolare come elemento di sviluppo della persona e della società – conclude il presidente – possono e devono contribuire a questi percorsi di ricerca culturale e pratica che uniscono passione civile e competenze tecniche. Rivolgendosi a tutti i lavoratori senza distinzioni. Sono questi i nostri auspici e il nostro impegno per questo 1° Maggio!».